Addio a Pierluigi Piva, “l’ultimo degli albergatori”

TOSCOLANO MADERNO - Dai gran balli “Violette e Mimose” al wi-fi in hotspot: 96 anni di ospitalità a braccia e cuore aperti. Maderno piange la scomparsa di Pierluigi Piva, storico albergatore. Oggi, martedì 7, l’ultimo saluto con i funerali che verranno celebrati alle 15 nella Parrocchiale di S. Andrea.

“Se ne è andato “l’ultimo degli albergatori” che hanno onorato lo splendore del nostro paese, dando ospitalità a chi ha voluto e tuttora desidera condividerne con noi la meraviglia”. Viene ricordato così Pietro Luigi Piva che si è spento domenica scorsa a Maderno.

Oggi, martedì 7 settembre, l’ultimo saluto con i funerali che verranno celebrati alle 15 nella Parrocchiale di S. Andrea.

Proprietario dell’hotel Maderno, storica struttura ricettiva costruita dal nonno, Filippo Erculiani, nel 1904, Pierluigi Piva, nato il 7 ottobre 1925, è stato uno degli storici protagonisti e autori della storia dell’ospitalità toscomadernese. Il valore di queste realtà dalla tradizione ultracentenaria si svela nelle fotografie del primo Novecento. L’aura di immortale eleganza e entusiastico modernismo della Belle Époque si realizza nello stile architettonico e di design “Liberty” che ispira l’hotel Maderno e altri alberghi, quali il “Golfo” gestito per molti anni dalla sorella di Pierluigi, Caterina Piva.

Una foto storica dall’archivio dell’Hotel Maderno.

 

Inizia così, agli albori del turismo gardesano, la storia di questo hotel e della sua famiglia di albergatori. Pierluigi nato e cresciuto in albergo con i fratelli Filippo e Caterina impara da subito l’”arte” dell’ospitalità. Un insieme di ritualità, gesti, attenzioni e pratiche tipiche di quell’hotellerie “a gestione familiare” che oggi sta morendo con i suoi attori. In questa dimensione non esiste confine fra vita privata e vita con e per l’ospite, seppur le due siano sempre distinte nella forma.

Così come nei suoi spazi fisici, l’hotel si divide fra pubblico e privato, finendo per lasciare a quest’ultimo ben poco tempo.

Per questo la vita di Pierluigi è stata sempre e sempre più il suo “Hotel Maderno”. Nelle tante aree di servizio di un albergo ci vuole maestria e maestranze, dalla sala, all’accoglienza, alla cucina e al ristoro notturno. Nella conduzione familiare si scrivono regole uniche e personali che connotano ogni hotel e rendono l’esperienza di vacanza inedita e originale.

Per questo l’hotel Maderno è diventato estensione del suo proprietario e ancora oggi, nella gestione dei figli Lucia e Maurizio, riflette il carattere e la voglia di “fare le cose fatte bene” del suo storico e più longevo gestore.

Pierluigi Piva, nelle vesti di giardiniere mentre cura il verde del suo hotel.

 

Di questa attenzione meticolosa per i dettagli e assoluta formalità potrebbero raccontare le centinaia di collaboratori che hanno prestato servizio all’Hotel Maderno. Giovani camerieri e cameriere, cuochi e receptionist che ricordano con sentimenti complementari il “Signor Piva” che “era severo e autoritario, ma che ha insegnato e dato tanto”.

La vita in hotel è stata una lunga e meravigliosa avventura, faticosa certo, ma ricca di storie, vite e scambi. Il reciproco dare e ricevere di una reverente, ma calda accoglienza.

Nelle vetrine del grande salotto si può ammirare tuttora il micro museo di documenti e oggetti della storia dell’albergo. Si trova anche un biglietto d’invito al Gran Ballo “Violette e mimose” che “avrà luogo nei saloni dell’hotel Maderno sabato 19 febbraio 1938 XVI alle ore 21” e per cui è prescritto l’abito nero. C’è poi un grande libro che raccoglie tutti i documenti del periodo tardo fascista. Il governo della Repubblica di Salò infatti era decentrato e sparso per gran parte dell’Italia del Nord e vedeva interessati parecchi comuni del lago di Garda, molte ville e hotel a partire da San Felice, Salò a Limone furono requisiti e adibiti a luoghi amministrativi o di ricevimento.

Tra questi anche l’Hotel Maderno, con un decreto emanato dalla provincia di Brescia venne requisito dall’ottobre del 1943 all’aprile 1945 e destinato inizialmente a sede del ministro dell’Interno, Buffarini Guidi e in seguito destinato a foresteria del gerarchi del governo della R.S.I. Dal maggio del 1945 a settembre dello stesso anno venne requisito dall’Esercito americano e restituito alla famiglia Piva.

Pierluigi dopo essere subentrato nella gestione dell’hotel al padre, proprio in seguito alla restituzione dell’hotel alla proprietà ha condotto l’azienda fino al 2015, passando da tempo di eleganti balli invernali, al wi-fi in hotspot e al Direct booking.

Nonostante i pressanti impegni stagionali riusciva con la moglie Irene, sempre al suo fianco anche in hotel, a visitare il mondo. Ha viaggiato quasi ovunque, spesso con gli amici da cui veniva ricordato con grande affetto come compagno ideale.

Il suo lavoro è sempre stato “tutto”, da quando si è ritirato a vita privata le condizioni di salute sono peggiorate gradualmente fino all’ultimo atto.

Pierluigi Piva all’ingresso del suo hotel.

 

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