L’incontro con l’uomo condannato per la morte del figlio: “Si pulisca la coscienza facendo del bene”

SALO' - Sabato scorso, sulla tomba di suo figlio Umberto, Enzo Garzarella ha incontrato Chistian Teismann, il proprietario del motoscafo che il 19 giugno 2021, con Patrick Kassen ai comandi, travolse e uccise suo figlio e la 25enne Greta Nedrotti.

La notizia è stata riportata dal Giornale di Brescia, che ha parlato con Enzo Garzarella domenica 19 giugno, giorno dell’anniversario della morte del figlio Umberto, il quale ha reso noto dell’avvenuto incontro, nel cimitero di Salò, con l’uomo che è stato condannato per la morte di suo figlio e dell’amica Greta Nedrotti.

E’ stato un colloquio di due ore e mezza, nella chiesetta del cimitero. Non era la prima volta che i due si vedevano. Era già successo il 20 dicembre scorso, sempre davanti alla tomba di Umberto, che il giorno prima, il 19 dicembre, avrebbe compiuto 37 anni. «Non perdono, non lo posso fare, ma gli riconosco di avere avuto il coraggio dimetterci la faccia davanti alla tomba di Umberto», disse allora Enzo Garzarella.

«Non voglio difenderlo e non posso perdonarlo», dice Enzo Garzarella oggi.

Ma il perdono a volte libera l’anima: «Se non provassi almeno a percorrere la strada del perdono, rischierei di essere consumato dall’odio. Me lo ripete anche suor Anna, la suora dell’asilo di Umberto: “Provaci e Gesù e Umberto ti aiuteranno ad accendere la speranza. Sarà un tenue lume, ma ci sarà”».

Se oggi non c’è il perdono, c’è comunque un briciolo di compassione: «Teismann – dice Garzarella – era con sua moglie. Ha portato un mazzo di rose bianche e alcuni disegni fatti dai suoi figli piccoli. Ho visto un uomo distrutto. In Germania è considerato un assassino e mi ha confidato di sperare che i suoi bambini non lo considerino tale quando saranno cresciuti. Glielo auguro anche io».

Enzo Garzarella non perdona, ma offre a Teismann un’occasione di redenzione: «Vuole pulirsi la coscienza? Facciamo qualcosa insieme, magari una fondazione benefica in nome di Greta e Umberto. Dice che la sua carriera è finita. Allora sfrutti le sue doti di manager per fare del bene. Io ci sono».

Non aggiunge altro Garzarella, che comprensibilmente vuole starsene da solo col suo dolore infinito, schiacciato anche dal macigno del senso di colpa che prova nei confronti dei genitori di Greta.

Umberto Garzarella sul suo gozzo, felice sulle acque del lago.

 

 

 

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