Montichiari, gestione illecita rifiuti scoperta grazie a droni e satelliti spia

MONTICHIARI - Droni, satelliti spia e immagini aerofotografiche per scovare a Montichiari un’officina non autorizzata che gestiva illecitamente rifiuti pericolosi. Grazie al progetto regionale Savager. Ecco di cosa si tratta.

“A Montichiari un risultato importante di contrasto alla gestione illegale dei rifiuti ottenuto grazie a uno strumento altamente tecnologico come il progetto Savager, fortemente voluto e finanziato da Regione Lombardia, in particolare dal nostro assessorato”.

Commenta così l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione, l’operazione avvenuta a Montichiari (Brescia). Un’officina non autorizzata trattava illecitamente rifiuti pericolosi. Sequestrati due depositi di carburante non autorizzati.

“Rivolgo i miei complimenti – aggiunge l’assessore – ad Arpa Brescia, alla Procura della Repubblica e alla Polizia Locale per l’efficace e brillante lavoro svolto. Il progetto Savager – conclude Maione – serve a smascherare i disonesti ed eliminarli dal mercato. Lo si ottiene tutelando gli imprenditori seri che, svolgendo correttamente il proprio lavoro e pagando le tasse, contribuiscono alla tenuta del nostro sistema ambientale”.

Savager è un sistema di sorveglianza basato sull’utilizzo di tecnologie di osservazione della Terra, da satellite, aereo e drone, messo a punto da Arpa e finanziato da Regione Lombardia.

Stefano Cecchin, presidente e amministratore unico di Arpa Lombardia, ha dichiarato: «Ancora una volta, grazie all’ efficacia dell’azione del Dipartimento Arpa di Brescia e alla stretta collaborazione con la Procura della Repubblica e il corpo di polizia locale di Montichiari, il progetto Savager mette a segno un altro importante risultato nel contrasto alla gestione illegale dei rifiuti sul territorio provinciale. Stupisce che i responsabili di comportamenti illeciti in campo ambientale, quale quello oggi scoperto, non abbiano sufficiente coscienza del fatto che l’affinamento dell’attività di Savager – che, nel bresciano, registra livelli molto avanzati – renda ormai probabile la scoperta e la repressione di tali attività di abbandono di rifiuti così pericolosi per la salute, l’ambiente e la sicurezza. Un grazie a tutti i soggetti istituzionali coinvolti che hanno dato concreta prova di ciò che vuol significare il principio di leale collaborazione tante volte citato.

Aggiunge il sindaco di Montichiari, Marco Togni: “In aggiunta a quanto comunicato da Arpa, aggiungo che la nostra Polizia Locale coordinata dal Comandante Leali ha posto sotto sequestro anche due depositi di carburante non autorizzati. Sono molto soddisfatto della fitta collaborazione nata con Arpa. Sia in termini di disponibilità che di qualità del lavoro. Il lavoro fin qui fatto con il Direttore Cambielli ha portato a significativi risultati in termini ambientali e oggi sento Montichiari più attenzionata e protetta”.

Progetto Savager: ecco cos’è

Si chiama Sorveglianza Avanzata Gestione Rifiuti, Savager appunto, e si tratta di un progetto finanziato da Regione Lombardia e sviluppato dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa Lombardia). L’obiettivo è quello d’introdurre la tecnologia “Geospatial intelligence” e l’osservazione della terra da satellite, aereo e drone per il presidio ambientale del territorio.

La Regione ha finanziato il progetto con 1.250.000 euro provenienti dall’Ecotassa. Ciò ha consentito di attivare una modalità innovativa di sorveglianza territoriale, attraverso la mappatura delle aree a rischio”.

La Geospatial Intelligence è il processo di acquisizione di conoscenza delle attività umane che si ottiene dall’analisi delle informazioni georeferenziate e, in particolare, delle informazioni derivate dall’osservazione della Terra dall’alto (satellite, aereo, drone).

Questa tecnologia, nata e fortemente sviluppatasi nei settori della difesa e della sicurezza, è stata recentemente introdotta dalla Commissione Europea anche nel contesto della tutela ambientale. Nel Piano d’Azione Ue (COM (2018) 10 Final, Bruxelles 18.1.2018) la Geospatial Intelligence è considerata come una nuova forma di controllo della conformità ambientale, oltre che uno strumento per indirizzare in maniera più mirata le ispezioni ai siti di interesse.

Attraverso all’applicazione della Geospatial Intelligence in Savager si acquisiscono indizi di violazione delle normative ambientali negli impianti di trattamento rifiuti autorizzati e si individuano anche situazioni totalmente illegali, come depositi incontrollati di rifiuti o discariche abusive.

Savager utilizza una strategia di controlli a due livelli, superando la logica tradizionale che aveva come bersaglio essenzialmente gli operatori del settore già noti.

Con il primo livello, di sorveglianza, si effettua una mappatura periodica “a tappeto” di aree vaste del territorio regionale per mezzo dell’osservazione della Terra da satellite e aereo, della Geospatial Intelligence e dell’Intelligenza Artificiale.

Il risultato di questo step è costituito da elenchi di siti potenzialmente critici che vengono valutati, in base ad un criterio “risk based”, dai Nuclei Ambiente delle Prefetture costituiti da rappresentanze di Arpa Lombardia, delle Forze dell’Ordine, delle Polizie locali, delle Province e di altre istituzioni, per selezionare i siti maggiormente critici che devono essere sottoposti a controllo.

Durante i controlli, i droni forniscono un contributo insostituibile nella mappatura delle tipologie dei rifiuti e nella quantificazione accurata dei quantitativi.

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Dato che i fenomeni di gestione illegale dei rifiuti hanno delle dinamiche molto rapide, per riuscire a individuarli tempestivamente è necessario rendere più efficiente il processo di Geospatial Intelligence intervenendo sui due principali fattori limitanti: lo stato obsoleto delle immagini disponibili sui geo-portali e i tempi lunghi necessari agli esperti per fotointerpretarle.

Per superare questi ostacoli, Arpa ha innanzitutto attivato un servizio di acquisizione “on-demand” che consente di ottenere immagini satellitari delle zone di interesse ad altissima risoluzione (30 cm) nell’arco di una settimana.

Inoltre, per ovviare alle tempistiche della fotointerpretazione umana, l’Agenzia ha stipulato un accordo di collaborazione non oneroso con il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (Deib) del Politecnico di Milano allo scopo di sperimentare le tecnologie di Intelligenza Artificiale nella identificazione automatica, sulle immagini satellitari e aeree ad altissima risoluzione, di situazioni di potenziale non conformità alle normative ambientali sui rifiuti.

Per la sperimentazione, i ricercatori del Deib, coordinati dal prof. Piero Fraternali, hanno individuato il modello di classificazione ResNet-50 (ResNet: Residual Neural Network), uno dei più consolidati algoritmi di deep learning, con l’obiettivo di predire se in un’immagine telerilevata esistono siti potenzialmente critici.

Il Deib ha sottoposto ResNet-50 a un processo di apprendimento basato su circa un migliaio di casi positivi e un numero quasi doppio di casi negativi.

L’approccio sviluppato dai ricercatori del PoliMi nell’addestramento di ResNet-50 è di tipo olistico: il modello di classificazione è stato cioè addestrato a non focalizzarsi solamente sui singoli dettagli di interesse presenti in un’immagine (ad esempio: mucchi di rifiuti, cassonetti, cisternette) ma ad analizzarla nella sua interezza, comportandosi quindi in maniera molto simile a un fotointerprete umano.

In questo modo è possibile riuscire a individuare, con un elevato livello di successo, situazioni critiche anche molto complesse, anche se non si erano mai presentate prima al modello di classificazione.

ResNet-50 è in grado di rilevare siti potenzialmente pericolosi nelle immagini telerilevate con una precisione che si avvicina al 90%. Le ricerche in corso puntano anche a indicare la presenza di tipologie specifiche di rifiuti e a stimare il livello di rischio ambientale dei siti identificati (info tratte dal sito di Arpa Lombardia).

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