Premio IFMS assegnato all’alpino Sergio Boem

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LAGO DI GARDA – Il riconoscimento è stato attribuito a Sergio Boem per il suo libro «Tra le pieghe di una vita. Il tenente Ingravalle e i dimenticati uomini del Valcamonica»

La premiazione è in programma sabato 13 giugno alle 16 presso la sede alpina di Azzano San Paolo (BG).

Questa la motivazione resa nota dalla giuria: «Quest’opera, oltre a rappresentare una testimonianza di rara umanità e sensibilità, si inserisce a pieno titolo nel novero delle memorie fondanti dell’alpinità, non limitandosi a ricostruire, con capillare ed acuta ricerca, le vicende belliche di un valoroso battaglione alpino, ma penetrando nella realtà quotidiana dei combattenti, restituendo al lettore figure ormai mitiche della Grande Guerra e realizzando felicemente collegamenti critici con il presente.

In definitiva, “Tra le piaghe di una vita” trascende il carattere di una semplice scrittura storico – memorialistica, per diventare un’autentica lettura di formazione: le vicende del protagonista, infatti, rappresentano un’eccellente metafora della storia nazionale, con episodi di grande bellezza, che meritano di essere conservati per essere tramandati ai giovani, e fenomeni dolorosamente negativi, la cui analisi è, se possibile, ancora più decisiva nella loro formazione di uomini e di cittadini. Per questo, l’opera di Sergio Boem risulta incarnare perfettamente gli ideali educativi, prima ancora che conservativi, che hanno sempre animato il premio IFMS».

Ricordiamo che IFMSè l’acronimo di International Federation of Mountain Soldiers e cioè Federazione Internazionale dei Soldati della Montagna.

L’IFMS è una federazione tra associazioni nazionali di soldati, in armi, congedati, di riserva o a riposo, con specifico addestramento montanaro. Alla Federazione può aderire una sola associazione per nazione. Vi fanno parte le seguenti nazioni: Austria, Francia, Germania, Italia, Montenegro, Polonia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d’America e Svizzera.

L’Ana rappresenta l’Italia, automaticamente ne fanno parte, perciò, tutti gli associati all’Ana.

TRA LE PIEGHE DI UNA VITA – Il tenente Ingravalle e i dimenticati uomini del “Valcamonica”

Pagg. 177 – euro 15 Edito a cura del Circolo Culturale Ghislandi, Breno (BS) Per l’acquisto scrivere al Circolo Culturale Ghislandi, Piazza S. Antonio – 25043 Breno (BS) Tel. 340/9274694 email: [email protected]

La vita del tenente Ubaldo Ingravalle, nonno materno dell’autore Sergio Boem (classe 1964, 5° Alpini), gardesano, appassionato di storia, alpinismo e ambiente. L’autore racconta la storia dei dimenticati uomini del btg. Valcamonica attraverso documenti d’archivio e familiari, trovati tra le carte di casa e combinati a testimonianze, ricerche e visite nei luoghi della memoria. Una vicenda personale che si intreccia con i grandi avvenimenti nazionali e internazionali, una piccola storia capace di raccontare il Novecento, le due guerre, la repubblica di Salò, le foibe e l’esodo giuliano dalmata.

Il libro presentato dall’autore.

Perchè una ricerca sulle vicende e sugli uomini “Valcamonica”?

Dei nostri nonni conosciamo generalmente il contesto da cui provenivano, ma non sempre il calvario a cui furono destinati. Il ricordo dei giorni tragici del primo conflitto mondiale, è rapidamente svanito con loro e ,alcune volte, come per questo dimenticato reparto, non ha avuto nemmeno un narratore. Di quei 1000 uomini maturi, padri di famiglia, malghesi o mezzadri, divenuti alpini e che combatterono una guerra sanguinosa e sconvolgente, non è incredibilmente quasi restata traccia.

In questa ricerca sono stati pazientemente raccolti gli indizi e le scarse testimonianze raccolte in quei tempi, approfondendo l’ambiente e seguendone il cammino, con l’intento di comprendere scelte e accadimenti ma anche per ricordare i principi che guidavano i montanari del primo novecento. In realtà se molti di essi provenivano delle vallate lombarde, in seguito furono tragicamente sostituiti, da cittadini provenienti dal Piemonte, dagli Abruzzi e dalla Valle d’Aosta, insomma un po’ da tutta Italia. Furono tutti arruolati in un battaglione dalla storia ormai sconosciuta e che non ebbe in seguito un futuro; incontrarono sul loro cammino, il Ten. Ingravalle, un giovane impiegato romano che non conosceva montagne, alpini e soprattutto la fatica e l’orrore di una guerra.

Spediti sui monti dell’alto Isonzo occupato, vissero in prima persona, l’assedio al M. Rombon, tra il freddo e privazioni di ogni genere, per giungere poi al Grappa durante i tragici giorni di Caporetto, e alla sua eroica difesa che vide il sacrificio del’intero battaglione. I pochi reduci sopravvissuti del “Valcamonica”, risalirono poi la loro valle, inviati a difenderla dalla minaccia di una nuova offensiva austriaca, nel giugno del 1918: era l’operazione “Valanga” che avrebbe dovuto sfondare il fronte del Tonale e piombare al centro della pianura Padana, prendendo alle spalle i difensori del Piave.
Gli ultimi mesi del conflitto, li videro risalire le valli del Trentino e giungere in Austria, dove finalmente poterono mettere la sicura al fucile.

Il rientro dei pochi, pur vincitori, non fu certo trionfale, in un paese quasi in rivolta e colmo di miserie; i problemi nazionali erano antichi ma furono ingigantiti enormemente dal conflitto. Anche l’ufficiale Ingravalle, un uomo tra i tanti devastato dalla guerra, visse amarezze e contrasti non solo in Libia, colonia dove fu inizialmente destinato ma anche al suo rientro in patria sul confine orientale: nella Venezia Giulia.

Fu testimone in quegli anni, insieme alla moglie e alla propria nascente famiglia, di vicende nazionali di cui divenne anche in parte protagonista, in un territorio da sempre culturalmente conteso. Gli avvenimenti della Seconda Guerra mondiale fecero esplodere aspramente in quelle zone, il contrasto; vicende sofferte e solo recentemente venute alla luce ma, crediamo, non ancora pienamente comprese. La storia di quei luoghi, e la ricerca soprattutto delle motivazione di alcune delle scelte di Ingravalle, hanno dato così occasione di spaziare su accadimenti meno noti o in vistose omissioni, che possono ancora far riflettere, circa le debolezze e le virtù del nostro Paese.

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