Riconversione Tavina: si cambia rotta?

SALÒ – Sulla riconversione dello stabilimento Tavina la proprietà aggiusta il tiro: non più intervento residenziale, bensì sociale, ovvero residenze e servizi per anziani.

Così la proprietà punta a ridare vigore a un’operazione che sembrava destinata ad arenarsi.

«Il mutato scenario economico – aveva scritto Tavina Immobiliare Salò Spa al sindaco Cipani prima della scadenza dei termini per la stipula della convenzione urbanistica -, rispetto all’avvio del procedimento del piano attuativo, si riflette negativamente su interventi a destinazione residenziale, per i quali allo stato appare carente un interesse concreto da parte degli investitori».

Ricordiamo che nel comparto Tavina erano programmati 20.650 mq di superfici residenziali, oltre ad 8mila mq alberghieri e 330 mq commerciali.

Ora la proposta di un cambio di rotta: «Tavina Immobiliare – ha scritto la società al sindaco – ha già dato incarico a primaria società di servizi immobiliari ed advisory, di svolgere un’approfondita indagine di mercato, al fine di individuare funzioni maggiormente compatibili con le attuali richieste. Le attuali previsioni legate a 20.650 mq di superfici residenziali risultano incompatibili con l’attuale domanda. Considerato invece l’incremento di richiesta di servizi legati al sociale, quali residenze e servizi diurni per anziani, si intende analizzare la possibilità di insediare anche tali funzioni».

Per queste ragioni Tavina Immobiliare non aveva sottoscritto la convenzione urbanistica, poi scaduta il 10 giugno scorso, ritenendo che la stessa non avesse «carattere di tassatività».

E ora Regione Lombardia le dà ragione. Come detto la convenzione urbanistica era scaduta il 10 giugno scorso, ma dai commi della Legge Regionale 31 del 2014 sulla riduzione del consumo di suolo emerge che la proprietà, Tavina Immobiliare Spa, può presentare un nuovo piano attuativo in variante al Pgt, purché l’istanza venga inoltrata entro il termine di 30 mesi dall’entrata in vigore della legge stessa, cioè entro il 31 maggio 2017.

Lo conferma la Direzione generale territorio di Regione Lombardia, alla quale il segretario comunale Giuseppe Iovene aveva chiesto un parere: «I piani attuativi già adottati alla data di entrata in vigore della legge 31 – dice la Regione – restano esclusi dalla disciplina acceleratoria».

Così, per il comparto Tavina, la cui linee di produzione saranno trasferite a Cunettone, la partita si riapre. Vedremo presto se la proprietà intende perseguire seriamente la nuova ipotesi di riconversione e sviluppo dell’area.

I commenti sono chiusi.