La nuova Tavina, ecco lo stabilimento 4.0

SALÒ – Presentato alla stampa il nuovo stabilimento Tavina di Cunettone. Investimento di 28 milioni di euro. Raddoppiata la capacità produttiva attuale, che è di 400 milioni di bottiglie l’anno.

Giornata storica per la Tavina Spa (www.tavina.it). Oggi è stato presentato alla stampa il nuovo stabilimento di Cunettone alla presenza dell’Amministratore delegato Armando Fontana, del Direttore generale Stefano Fontana, del presidente dell’Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini e l’arch. Mauro Salvadori, progettista del nuovo polo produttivo.

Le motivazioni strategiche del trasferimento sono note: da un lato l’esigenza di delocalizzare l’attività produttiva al di fuori dell’insediamento attuale, situato a ridosso del centro storico di Salò, tra le case, che non consentiva spazi di crescita e sviluppo; dall’altro la necessità di rinnovamento dei processi produttivi e logistici con l’introduzione di impianti tecnologicamente avanzati e di un magazzino automatizzato di stoccaggio dei prodotti finiti, che consentano il pieno rispetto delle norme di qualità e sicurezza del prodotto finito e una più idonea gestione delle operazioni di carico.

Il nuovo stabilimento, realizzato a Cunettone di Salò.
Il nuovo stabilimento, realizzato a Cunettone di Salò.

Lo stabilimento è dotato di due nuove linee di imbottigliamento pet (plastica) da 31.000 bottiglie/ora supportate da un magazzino automatico verticale con capacità di 11.000 posti pallets e di una linea di imbottigliamento di bottiglie in vetro da 45.000 bottiglie/ora.

Grazie alle innovazioni tecnologiche il nuovo stabilimento di Tavina Spa è stato realizzato applicando tutti i principi dell’industria 4.0.

Il nuovo sito, in parte già funzionante (la produzione nel vecchio stabilimento sarà progressivamente dismessa entro il prossimo autunno) può potenzialmente arrivare al raddoppio della capacità produttiva attuale (circa 400 milioni di bottiglie l’anno).

«Già nel 2006 – dice Armando Fontana – quando si era pensato di trasferire gli impianti, l’azienda si era impegnata con i propri dipendenti e non licenziare nessun dipendente in carico a Tavina Spa. Impegno orgogliosamente mantenuto».

Una delle due nuove linee di imbottigliamento pet da 31.000 bottiglie/ora.
Una delle due nuove linee di imbottigliamento pet da 31.000 bottiglie/ora.

Bilancio 2016 e primo semestre 2017

Tavina Spa nel 2016 ha conseguito un utile ante imposte di 2 milioni contro gli 800mila del 2015; l’utile netto è stato di euro 1.332.923, ebitda 3,2 milioni contro i 2 milioni del 2015.

Il fatturato si è assestato ad euro 26,1 milioni e le vendite a circa 190 milioni di bottiglie, di cui 35 milioni in bottiglie in vetro.

L’export continua a crescere e pesa per oltre il 50% del fatturato totale.

Al 30 giugno 2017 sono state vendute 105 milioni di bottiglie contro i 92 milioni dello scorso anno. Il fatturato dei primi sei mesi ha confermato le attese assestandosi a circa 14,8 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto ai 13 milioni del primo semestre 2016.

Il magazzino automatico verticale con capacità di 11.000 posti pallets.
Il magazzino automatico verticale con capacità di 11.000 posti pallets.

Investimenti per realizzare il nuovo stabilimento

Acquisto terreni: 4,7 milioni

Costruzione immobile: 7,8 milioni

Impianti vetro: 2,6 milioni

Impianti Pet: 8 milioni

Magazzino automatico: 2,5 milioni

Acquedotto: 1,2 milioni

Impianto elettrico/idraulico: 1,2 milioni

Totale: 28 milioni

Da sinistra: Mauro Salvadori, Armando Fontana, Giuseppe Pasini e Stefano Fontana.
Da sinistra: Mauro Salvadori, Armando Fontana, Giuseppe Pasini e Stefano Fontana.

I dati tecnici del nuovo stabilimento

Il nuovo stabilimento di imbottigliamento acque minerali “Fonte Tavina” si trova sulla strada che dalla rotonda di Cunettone va verso Puegnago. La rotonda realizzata all’ingresso del nuovo stabilimento è stata intitolata al Cav. Amos Tonoli.

Informazioni Sintetiche sull’Edificio

Edificio produttivo progettato e realizzato secondo avanzati criteri e standard qualitativi tecnologici, funzionali e costruttivi.

Edificio articolato su due piani e magazzino meccanizzato di nuovissima concezione, con linee di produzione differenziate (imbottigliamento nel vetro alla quota bassa, imbottigliamento nella plastica alla quota alta corrispondente dell’acceso dalla strada provinciale per Puegnago.

Le scelte progettuali per la facciata principale, quelle relative all’inserimento dello stabilimento nell’area, i materiali ed i colori utilizzati, unitamente alle opere di mitigazione a verde, contribuiscono alla miglior sostenibilità paesaggistica possibile per l’edificio.

La sostenibilità energetica dell’edificio è garantita dai sistemi di coibentazione ed isolamento utilizzati, dai materiali e macchinari ad alta efficienza, da corpi illuminanti Led e da un impianto fotovoltaico che entro fine anno arriverà ad interessare tutta superficie della copertura.

Il sistema di smaltimento delle acque meteoriche basato sull’invarianza dei conferimenti attuali nel reticolo esistente, è costituito da una serie di grandi pozzi d’infiltrazione e dispersione sotterranea localizzati a valle, senza quindi alcun conferimento di acque nel torrente Riotto. L’alveo di quest’ultimo è stato oggetto di opere specifiche di messa in sicurezza e miglioramento idraulico.

L’area su cui sorge l’edificio ha una superficie di 28.512 mq e prevede un grande piazzale in ingresso con spazi di parcheggio e manovra per i camion e spazi di parcheggio per i dipendenti. E’ stata realizzata una rotatoria speciale sulla strada provinciale che consente l’accesso e l’uscita in sicurezza.

L’edificio ha una superficie coperta di 10.050 mq, di cui 2.113 mq afferenti al magazzino meccanizzato che ha una capacità di stoccaggio di 5 volte quella di un capannone tradizionale. Oltre all’efficentamento delle operazioni di magazzino e spedizione, l’avanzata scelta tecnologica effettuata ha consentito una riduzione della superficie della costruzione del 50% con evidente riduzione degli impatti paesistici.

L’edificio ha una superficie lorda di pavimento di 17.698 mq.

Il nuovo stabilimento di Tavina Spa è stato realizzato applicando tutti i principi dell’industria 4.0.
Il nuovo stabilimento di Tavina Spa è stato realizzato applicando tutti i principi dell’industria 4.0.

Sviluppandosi su un terreno con un andamento a declivio la facciata principale dell’edificio verso la strada provinciale è alta 9,80 mt, mentre quella della parte bassa verso la campagna è alta 16,80 mt.

Gli impianti di produzione di nuova concezione e realizzazione garantiscono alti livelli quantitativi e qualitativi di produzione e sono alimentati dalle fonti minerali in località Tavine, mediante un condotto sotterraneo lungo oltre 2 km. Le acque minerali reflue, comunque depurate vengono poi riconferite al lago mediante tubazioni apposite nello stesso condotto, senza variare in alcun modo l’equilibrio idrogeologico della zona.

L'area di cantiere fotografata nel maggio 2016.
L’area di cantiere fotografata nel maggio 2016.

Il cantiere

Le opere edili sono state affidate, dopo una selezione mediante gara che ha interessato 11 imprese, ad una Associazione Temporanea d’impresa (ATI) del territorio costituita dall’imprese Pavoni SPA di Vobarno e Bertolasio di Tignale che si sono avvalsi della ditta Martini di Medole (MN) per la realizzazione della parte prefabbricata dell’edificio. Gli impianti civili elettrici ed elettromeccanici sono stati eseguiti dalla ditta ENPower di Vestone.

La direzione dei Lavori affidata, come per il progetto, allo studio Barba e Salvadori di Villanuova s/C, è stata organizzata secondo il sistema del coordinamento stretto fra le parti, affidata ad uno staff specializzato che ha costituito l’ufficio di Direzione Lavori. Riunioni settimanali programmatiche con la presenza di figure tecniche esecutrici e della committenza, raccordate con il coordinatore per la sicurezza, hanno consentito di portare a termine l’impegnativa opera in tempi molto stretti e nell’assoluto rispetto del progetto autorizzato.

La realizzazione dello stabilimento e delle opere relative alla rotatoria ha avuto una durata di 385 giorni solari consecutivi di cui 280 gg lavorativi. Il sistema di pianificazione, direzione e gestione dei lavori adottato ha consentito il montaggio degli impianti e del magazzino meccanizzato in parallelo alle opere edili relative all’edificio.

Il cantiere ha scontato un rallentamento dovuto alla necessità di procedere con escavazioni lente al fine di verificare e valutare la natura e consistenza del ritrovamento di alcuni manufatti archeologici di concerto con la competente Soprintendenza. Lo scavo seguito dall’archeologo dott. Mura ha consentito all’autorità di non considerare degno di conservazione quanto rinvenuto (trattavasi di alcuni residui di manufatto in pietrame di contenimento ad un terrazzamento).

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I lavori relativi all’edificio sono iniziati il 1 aprile 2016 e terminati il 24 aprile 2017.

Il cantiere ha visto la presenza media giornaliera di 25 addetti oltre alle figure specializzate interessate alla costruzione degli impianti, per un totale di 56.000 ore di lavoro.

Durante tutta la durata del cantiere non si sono registrati infortuni anche di lievissima entità. Il sistema di coordinamento per la sicurezza adottato, la direzione dei lavori con organizzazione e gestione programmata delle opere, il livello di professionalità degli addetti delle imprese esecutrici hanno contribuito al conseguimento di questo obbiettivo primario.

La costruzione dell’edificio ha visto l’utilizzo, per opere realizzate in cantiere di: calcestruzzo per complessivi mc 9.700 , ferro per complessivi kg 430.000 oltre a tutti gli altri materiali per il completamento e la finitura. Le opere prefabbricate hanno visto l’utilizzo di calcestruzzo per mc. 3.831 e ferro per c.a. nelle strutture prefabbricate per kg. 575.000.

Con la costruzione dello stabilimento si chiude un primo capitolo della grande opera urbanistica di riorganizzazione del comparto della vecchia fabbrica Tavina.

Iniziato con la proposta di riconversione della proprietà al comune nel 2006 in occasione della redazione del primo piano di Governo del Territorio, l’iter ha visto una gestazione molto lenta e travagliata delle due vicende interrelate (riconversione area Tavina e delocalizzazione dello stabilimento). Solo il 14 luglio 2014 con l’amministrazione del Sindaco Gianpiero Cipani, il Consiglio Comunale ha potuto adottare il Piano Attuativo propedeutico al Permesso di costruire per il nuovo stabilimento. Il Piano è stato poi approvato definitivamente il 15 dicembre 2014 e, redatto il progetto definitivo, il Permesso per costruire per il nuovo stabilimento è stato rilasciato in coerenza con i pareri di tutti gli enti interessati forniti in Conferenza dei Servizi, il 18 febbraio 2016.

Cav. Amos Tonoli, fondatore dell'azienda salodiana.
Cav. Amos Tonoli, fondatore dell’azienda salodiana.

La storia della Tavina

L’azienda TAVINA, fondata nel 1967 dal Cav. Amos Tonoli, produce i marchi di acqua minerale Fonte Tavina, Fonte Linda, Fonte Allegra e Novella. Esse sgorgano pure dall’antico bacino glaciale delle Prealpi Lombarde situato all’interno del Parco Naturale dell’Alto Garda.

Le sorgenti sono protette entro un territorio incontaminato che costituisce un patrimonio per tutta la comunità e sul quale l’azienda esercita un controllo attento; studi climatici e vari rilevamenti in grado di fornire indicazioni sullo “stato di salute” del territorio, hanno accertato condizioni ambientali ed ecologiche che rendono ragione dei requisiti di naturale purezza delle falde.

La zona è particolarmente amena e rilassante, contraddistinta da una diffusa copertura boschiva, interrotta nella sua continuità da ambiti prativi permanenti.

Il clima della zona è particolarmente favorevole ed indicato per periodi di riposo, di convalescenza e di villeggiatura. La Fonte ove nasce l’acqua minerale Tavina continua negli anni ad essere meta ricercata dai turisti ed abitanti del luogo.

Tavina è infatti conosciuta per la sua purezza e salubrità fin dal XIV secolo quando lo storico M. Miglio racconta nel testo “La coltivazione degli orti” di un’acqua copiosa che sgorga in “un antro meraviglioso” delle colline moreniche che circondano Salò (Grattarolo, 1587, “Historia della Riviera”).

Anche la denominazione Tavina trae ispirazione dal nome della ninfa acquatica ivi residente.

Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato un sistema produttivo ad alta qualità e flessibilità, in grado di rispondere con efficienza alle rinnovate esigenze dei consumatori.

Acqua Tavina è stata scelta dal Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, per il meeting con il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni (foto tratta da www.tavina.it).
Acqua Tavina è stata scelta dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, per il meeting con il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni (foto tratta da www.tavina.it).

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