Ferito in grotta. Maxi esercitazione speleologica a Gargnano

GARGNANO – Nel weekend a Gargnano esercitazione della IX Delegazione di Soccorso Speleologico del CNSAS lombardo e dalla Commissione nazionale disostruzione per simulare il recupero di un ferito in profondità, a oltre 200 metri.

Ventinove ore di operazioni ininterrotte in grotta, dalle 7 di sabato alle 12 di domenica, che hanno visto impegnati 37 tecnici del soccorso speleologico, 14 disostruttori, 3 infermieri e un medico, affiancati dagli uomini dell’antincendio boschivo di Navazzo, che hanno offerto supporto logistico. Questi i numeri dell’imponente esercitazione nazionale di soccorso speleologico che si è svolta nel fine settimana nell’entroterra di Gargnano, nella grotta del «Profond de Tampilina» che si apre sul monte Pler, una delle maggiori cavità di tutta la provincia di Brescia.

 

Un evento organizzato dalla IX Delegazione di Soccorso Speleologico del CNSAS lombardo e dalla Commissione nazionale disostruzione per simulare il recupero di un ferito in profondità, a oltre 200 metri.

Uno scenario complesso, affrontato come quando in gioco ci sono realmente vite umane. «La prima squadra – spiega Fabio Cattaneo, delegato della IX Delegazione – ha raggiunto il ferito con tre tecnici e un soccorritore sanitario per prestare i primi soccorsi. Poi sono entrate in azione le squadre degli operatori telefonici per garantire le comunicazioni con l’esterno. Quindi è toccato ai tecnici attrezzisti, che hanno piazzato ancoraggi e corde per il trasporto della barella. Infine, hanno operato i disostruttori, per ampliare i passaggi critici e consentire il successivo passaggio della barella con il ferito».

 

Un intervento lungo e complesso, che ha visto all’opera operatori specializzati giunti da tutta Italia.

L’obiettivo? «Accrescere le nostre capacità operative e gestionali – spiega Cattaneo -, sperimentando nuove tecniche, nuovi materiali e nuove modalità organizzative. Si tratta di interventi altamente tecnici e complessi che necessitano costanti esercitazioni».

Situazioni simili nella realtà non se ne verificano di frequente («chi pratica la speleologia – dice Cattaneo – è sempre molto preparato»), ma quando capitano i soccorsi, proprio grazie a esercitazioni come questa, sono pronti e altamente specializzati.

 

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