Il nome negato. La storia dell’alpino Rizzardini e del monumento senza nomi

SALO' - Il libro di Fabrizio Galvagni pone rimedio a una vecchia ingiustizia. La storia del caporale degli Alpini Amerigo Rizzardini e del monumento senza i nomi dei caduti.

Mercoledì 3 aprile 1918: in una strada di Ala, poco più a sud di Rovereto, viene eseguita la condanna a morte per fucilazione del caporale degli Alpini Amerigo Rizzardini, vobarnese.

Motivazione della sentenza: “Rifiuto di obbedienza e rivolta a mano armata”.

Domenica 5 giugno, Festa dello Statuto: a Vobarno si inaugura solennemente il monumento ai caduti della Grande Guerra.

Sul monumento non compaiono però i nomi dei caduti per onorare i quali il monumento è stato realizzato. La circostanza è inusuale; ma una ragione c’è ed è proprio quella condanna a morte per fucilazione eseguita poco più di tre anni prima.

L’autore ha cercato di ricostruire attraverso le scarse (e spesso contradditorie) testimonianze disponibili.

Il nome negato, diciannovesimo nella serie dei “Quaderni della Compagnia delle Pive”, ha voluto essere un contributo di conoscenza e di riflessione che l’Associazione ha ritenuto opportuno offrire – in primis – alla comunità vobarnese in occasione dei cento anni dalla fine della Grande Guerra.

Il volume di Fabrizio Galvagni sarà presentato dal sociologo e storico Luigi Troina venerdì 11 ottobre 2019 alle ore 20.30 presso l’Auditorium del Palazzo della Cultura di Salò.

 

 

I commenti sono chiusi.