Il ritiro dei ghiacciai, sentinelle del cambiamento climatico

DESENZANO - A causa del cambiamento climatico, nel 2100 anche i più grandi ghiacciai saranno scomparsi. Se ne parla sabato a Desenzano con il il prof. Roberto Ranzi, Ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia all’Università degli Studi di Brescia.

Appuntamento alle 10.00 all’istituto Bazoli-Polo. La conferenza è aperta al pubblico.

«In base ai modelli matematici sviluppati dai nostri ricercatori, ai rilievi glaciologici e alle proiezioni dei modelli climatici globali – ha dichiarato il prof. Roberto Ranzi, Ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia all’Università degli Studi di Brescia – prevediamo che il Ghiacciaio dell’Adamello, il più grande ghiacciaio italiano (quindici chilometri quadrati di superficie), scomparirà entro la fine del secolo per effetto del riscaldamento globale».

Negli anni della Grande Guerra il Ghiacciaio dell’Adamello arrivava a lambire i piccoli ricoveri in pietra situati dove oggi si trova il Rifugio ai Caduti dell’Adamello; da allora la superficie del Ghiacciaio si è abbassata di molte decine di metri.

Dal 1995 al 2009 si sono fusi ventiquattro metri di spessore con una perdita media netta di equivalente in acqua di 1440 mm all’anno. Degli 870 milioni di metri cubi di ghiaccio rilevati a fine millennio, se ne sono fusi quasi la metà.

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) le temperature in questa regione delle Alpi aumenteranno tra uno e tre gradi centigradi nel 2050 e tra tre e sei alla fine del secolo, determinando così la scomparsa del Ghiacciaio dell’Adamello. La perdita di massa potrebbe subire un’accelerazione per effetto del continuo annerimento, visibile sulla superficie del Ghiacciaio dell’Adamello, prodotta dal deposito delle polveri trasportate dal vento e dallo sviluppo di sostanze organiche che aumentano la predisposizione del Ghiacciaio ad assorbire la radiazione solare e a fondersi. Il ritiro del Ghiacciaio dell’Adamello non sarebbe scongiurato neppure ricorrendo alle speciali coperture geotessili utilizzate negli anni addietro per rallentare il ritiro del vicino Ghiacciaio Presena.

 

 

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