Coronavirus e dpcm: una via trentina per scuola e ristorazione

TRENTINO - Per il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ci sono margini per consentire un maggior respiro sia sul fronte della didattica sia per consentire di tenere aperti ristoranti fino alle 22 ed i bar fino alle 20 anziché le 18 previste dal decreto nazionale.

“Premesso che ogni decisione è stata finora presa sulla base di una ‘diagnosi’ continuamente aggiornata della situazione epidemiologica da parte dei nostri esperti sanitari – ha detto Fugatti – abbiamo ragione di ritenere che per il momento in Trentino possono continuare le lezioni a scuola così come fatto finora, senza applicare la didattica a distanza e continuando ad osservare tutte le misure di sicurezza finora adottate. Miglioreremo ulteriormente il servizio del trasporto scolastico, con l’obiettivo di diminuire la portata degli autobus, tenuto conto però che stiamo facendo il massimo con i mezzi pubblici e privati disponibili”.

“Analizzando il Dpcm – ha quindi aggiunto il presidente che ha dato conto anche di un confronto con la Provincia di Bolzano – riteniamo possano esserci margini per consentire di tenere aperti ristoranti fino alle 22 ed i bar fino alle 20 anziché le 18 previste dal decreto nazionale. Abbiamo posto particolare attenzione ai protocolli sanitari e non c’è ragione di non ritenerli efficaci a cena, se per il pranzo vanno bene. Oltretutto già ieri, assieme agli altri presidenti di Regione, abbiamo fatto presente al Governo che precludere il pasto serale significa di fatto costringere alla chiusura la maggior parte degli esercizi”.

Il presidente trentino è intervenuto inoltre sul tema delle aperture degli impianti sciistici. “Prendiamo atto con soddisfazione che le nostre osservazioni sono state recepite dal Governo, che in una prima bozza prevedeva da subito la chiusura. Ora c’è una mediazione ragionevole che ci vede già impegnati con le altre regioni simili alla nostra per adottare specifici protocolli che possano consentire di svolgere le attività in sicurezza. Naturalmente se la curva dei contagi non dovesse imporre ulteriori restrizioni”.

 

 

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