La Prea del Gal, una pietra ancora impressa nella nostra memoria

LAGO DI GARDA - Sulle colline di Toscolano Maderno c’è un grande masso in pietra che i locali conoscono bene, se non altro per sentito dire, detto la "prea del gal". Ce ne parla Cristina De Rossi.

Camminando sulle colline gardesane nell’area di Toscolano-Maderno e, più precisamente, percorrendo il sentiero Cai n. 223, che da Magnico conduce in Vesegna, c’è un grande masso in pietra che i locali conoscono bene, se non altro per sentito dire, detto la prea del gal.

Un soprannome curioso. Mi sono sempre chiesta il significato e da dove traesse le sue origini. Secondo un detto dialettale locale, come scrive il Prof. Foglio nel suo Vocabolario del dialetto di Toscolano-Maderno* “gli sciocchi vengono imitati ad avvicinare l’orecchio per sentire cantare il gallo, ricevendo invece un bell’assestato scappellotto tale da fargli sbattere la testa contro il muro”. Una presa in giro degli ingenui dunque.

Ho poi scoperto che non esiste una sola prea del gal in provincia di Brescia, ma esiste anche una località omonima a Gaino (ora via Donatello) e che, in passato, ne esisteva una anche poco lontano dal centro bresciano. Il dialetto ne ha conservato memoria in un detto che tradotto letteralmente è “non hai mai passato la pietra del Gallo”, per dire non ti sei mai allontanato dalla città, in senso lato non hai mai viaggiato. Il detto rimanda all’esistenza di una pietra in zona Buffalora a Brescia conservatasi con tale nome fino al 1718, anno in cui fu sbriciolata per potere allargare la strada.

Dietro questa curiosa denominazione in realtà, secondo la tradizione, si cela un episodio assai cruento. Per poterlo narrare dobbiamo ritornare indietro nei secoli, nel periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini…

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La “prea del gal”.

 

 

 

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