Sirmione, bocciata la richiesta delle minoranze per test Covid gratuiti

SIRMIONE - Il Consiglio comunale ha bocciato la mozione di "Uniti per Sirmione" relativa all'offerta di tampone rapido "Covid" alla popolazione interessata. 

«Nell’ultimo consiglio comunale tenutosi in streaming il 23 dicembre scorso e visionabile su Youtube – si legge in un comunicato congiunto dei consiglieri del gruppo “Uniti per Sirmione”, Emanuela Prati ed Andrea Volpi, unitamente a PD Sirmione e Movimento 5 Stelle Sirmione – è stata discussa l’interrogazione presentata dal gruppo “Uniti per Sirmione” relativa all’offerta di tampone rapido “Covid” alla popolazione interessata.

L’obiettivo suggerito dal nostro gruppo consiliare era quello di offrire, in occasione delle festività Natalizie, uno “screening” a tappeto della popolazione, considerata l’elevata percentuale di over 70 residenti nel territorio comunale (che risultano essere le persone più a rischio di morte in caso di sviluppo della polmonite da Covid); questo anche in considerazione dell’introduzione all’uso dei tamponi rapidi somministrati dai medici di MMG nella vicina regione Veneto e in territori lombardi diversi dalla provincia di Brescia (ad esempio in alcuni comuni mantovani).

Ovviamente il tutto coordinato dall’autorità sanitaria locale. Un’iniziativa simile si è da poco conclusa nel comune di Limone (ne avevamo scritto qui e qui avevamo riportato l’esito dello screening) dove, nelle giornate del 12-13-14 dicembre, il Sindaco ha promosso una campagna di test molecolari insieme ad ATS a cui hanno aderito ben 350 cittadini, ovvero più di un terzo della popolazione.

La risposta del Sindaco Luisa Lavelli in Consiglio è stata però negativa: i motivi del diniego – dicono le minoranze – sono stati molteplici ma confutabili dalla realtà dei fatti. Il primo motivo addotto è che il test rapido non può essere utilizzato come test di screening se non all’interno di particolari ambiti quali scuole, comunità chiuse, strutture sociosanitarie: nella realtà dei fatti viene comunemente usato in Parlamento, in ambito sportivo e in alcuni ambienti lavorativi diversi da quello sociosanitario.

Il secondo motivo di diniego è che l’effettuazione dei tamponi rapidi richiede la presenza di un presidio medico e dev’essere effettuato da personale sanitario, dimenticando che vi sono numerosi medici, nonché figure sanitarie di altro profilo, che se interpellate in proposito sicuramente avrebbero aderito volontariamente a questa iniziativa.

Il terzo motivo di diniego è stata l’affermazione che per effettuare il tampone rapido il soggetto deve disporre della richiesta del medico: presso le Terme di Sirmione dal giorno 22 dicembre è invece possibile ricevere questo servizio previo pagamento di 34 euro e senza alcuna prescrizione medica.

Per quanto riguarda i costi, ultimo motivo a sostegno del diniego, noi di “Uniti per Sirmione” riteniamo che non sia una missione impossibile trovare qualche decina di migliaia di euro nelle casse del Comune che, ricordiamo, ha una spesa corrente di oltre 18 milioni di euro l’anno. Non riteniamo quindi sufficienti le giustificazioni addotte dall’Amministrazione “Vivere Sirmione” e continuiamo a pensare che si tratti di un’occasione persa per la comunità sirmionese.

Leggi la proposta completa a questo link.

Riguarda la discussione in Consiglio (dal minuto 51′ 11″) a questo link.

 

I commenti sono chiusi.