Caso assegni, la Corte dei Conti certifica l’assoluzione dell’ex sindaco Avanzini

PADENGHE - Dopo 6 anni si conclude con l’assoluzione piena di Patrizia Avanzini, l’allora sindaco di Padenghe sul Garda, il caso del ritrovamento, nel 2015, da parte degli uffici comunali, di due assegni circolari, emessi nel 2007 dalla BCC del Garda per un totale di 160.452 euro e mai portati all’incasso. Avanzini: «Finalmente è finita».

Spiega in una nota Patrizia Avanzini: «Gli assegni, frutto di una convenzione urbanistica, sono stati presi in carico dal responsabile dell’Ufficio tecnico che li ha consegnati in Segreteria. Probabilmente sono stati riposti in un faldone e messi in cassaforte, dove sono stati dimenticati per 8 anni. Il ritrovamento casuale nel 2015 ha dato inizio ad una querelle presso la Corte dei Conti che ha giustamente ritenuto di ravvisare un danno erariale. All’epoca era infatti impossibile incassare la somma, essendo trascorsi più di tre anni dall’emissione».

Nel frattempo inoltre era sopravvenuto il fallimento della società, che li aveva consegnati al Comune in pagamento degli oneri di urbanizzazione . Il danno risarcibile è stato ridotto da 160.452,00 euro a 80.226,00 grazie alla transazione con il Curatore fallimentare operata da Patrizia Avanzini.

L’accordo raggiunto, previa rinuncia all’insinuazione nel passivo fallimentare, prevedeva la cessione al Curatore di entrambi gli assegni, consentendo al Comune di incassare 80.226 euro. Scelta lungimirante contestata dagli altri attori del contendere, ma approvata dalla Corte perché, alla prova dei fatti, l’insinuazione al passivo avrebbe prodotto un incasso pari a zero, come dimostrato dal Piano di Riparto conclusivo del fallimento.

In pratica la trattativa ha consentito di far entrare nelle casse del Comune di Padenghe, la metà dell’importo di cui era creditore, mentre l’insinuazione al passivo, considerato lo stato patrimoniale dell’azienda fallita e la sua condizione di insolvenza, non avrebbe fatto recuperare nulla.

L’ex sindaco Patrizia Avanzini.

All’ex sindaco Avanzini è stato riconosciuto che “una volta venuta a conoscenza dell’esistenza degli assegni si è attivata per recuperare almeno in parte il relativo importo”.

“Il credito del comune, che era chirografario, non avrebbe mai potuto conseguire un risultato più favorevole rispetto a quello ottenuto con la transazione “ decisa da Avanzini.

Questo accordo con il curatore ha inoltre prodotto benefici per tutti i condannati, che si sono visti ridotto il danno erariale, dettaglio per niente insignificante.

Fra gli assolti anche i Segretari comunali Alessandro Tomaselli e Omar Gozzoli, che pure avevano contestato la transazione fra Avanzini e il Curatore.

Condannata invece l’arch. Mara Bonomelli, all’epoca Responsabile Ufficio Tecnico, a cui è stata tuttavia applicata una sostanziosa riduzione del risarcimento dovuto.

Nulla è cambiato per il Sindaco Giancarlo Allegri e le Segretarie comunali Valeria Ferro e Dora Cicalese, tutti già condannati in primo grado a risarcire il danno e che hanno scelto di non appellare la sentenza della Corte dei Conti di Milano.

 

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