La Croazia vuole taroccare il “Prosek”. E il Veneto si infuria

VENETO - La Croazia chiede il riconoscimento della menzione tradizionale "Prosek". L'assessore Caner: “Il Prosecco è un prodotto solo veneto. L'Europa blocchi Zagabria. E' un tentativo di appropriazione indebita del nostro prodotto".

“Mi auguro davvero che l’Europa, accogliendo la richiesta dei nostri europarlamentari, blocchi la richiesta avanzata dalle autorità di Zagabria, ai servizi della Commissione Ue, per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della procedura per il riconoscimento della menzione tradizionale Prosek. Non è certo questo il modo di tutelare un’eccellenza Veneta riconosciuta in tutto il mondo, frutto del lavoro di produttori di un’area, quella delle nostre Colline di Conegliano e Valdobbiadene, riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il Prosecco non è solo agricoltura, ma è anche turismo: quello enologico rappresenta infatti un asset strategico del Veneto”.

Lo afferma l’assessore all’Agricoltura e al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, in merito alla procedura avviata da parte della Croazia, istanza già respinta in passato dall’Ue a tutela dei consumatori.

È ora di mettere fine al fenomeno dell’Italian sounding, ovvero al tentativo di promuovere dei prodotti attraverso nomi, immagini o riferimenti geografici che ‘suonano’ come italiani ma che invece non lo sono – continua Caner -. L’unico vero Prosecco è quello prodotto nelle nostre terre, l’unico tutelato e riconosciuto a livello internazionale”.

Una vicenda che, secondo l’Assessore, dimostra una volta di più come: “Questo tentativo di appropriazione indebita del nostro prodotto ci ricorda che il nemico non è interno, tra coloro che producono, vinificano o imbottigliano, bensì all’esterno. Evitiamo, dunque, di produrre tensioni interne e, al contrario, lavoriamo insieme per mettere in campo strategie di marketing e comunicazione che ci permettano di esplorare e conquistare nuove quote di mercato. Sarà fondamentale, poi, continuare a lavorare per aumentare e far percepire la qualità del nostro prodotto che è unico al mondo e, come tale, non è solo certificato ma deve essere anche tutelato”.

Le colline del Prosecco.

 

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