La medusa del lago di Garda

LAGO DI GARDA - Filippo Gavazzoni, assessore a Peschiera e vice presidente della Comunità del Garda, pubblica post interessanti sulla biologia del Garda. Questa volta si è occupato della medusa del Garda.

Riprendiamo il post pubblicato da Filippo Gavazzoni:  «Esiste una medusa nel Lago di Garda? Ebbene sì, è la Craspedacusta sowerbii e rientra tra le “limnomeduse” ovvero meduse di acqua dolce. Questa medusa però non è originaria del Lago di Garda, né di qualche bacino o fiume Italiano ed europeo… arriva infatti dal fiume Yangtze in Cina e si po’ tranquillamente dire che la sua distribuzione sia cosmopolita, con l’eccezione dell’Antartide.

E’ strano immaginare che vi siano delle meduse nel lago, anche io agli inizi dei miei studi stentavo quasi a crederlo, ma mi sono completamente convinto leggendo una pubblicazione scientifica della Fondazione Edmund Mach: “La medusa Craspedacusta sowerbii Lankester, 1880: nuova osservazione nei laghi trentini e distribuzione in Italia”.

Quindi oltre ai gamberetti e gamberoni, detta semplicemente, nel Lago di Garda ci sono anche le meduse. Queste meduse però sono innocue per l’uomo, non sono urticanti e velenose come altre che si trovano in mare, misurano appena 2,5cm e la loro apparizione non è costante, tanto che nel Lago di Garda è stata avvistata ufficialmente per la prima volta nel 2008, ma si presume sia presente almeno dagli anni ’90.

In Italia è stata segnalata in 40 ambienti acquatici d’acqua dolce differenti, fiumi, laghi, cave e risorgive, ad una altitudine che mediamente non supera mai i 500mt s.l.m. Dopo lo stupore di aver appreso che nel Lago ci sono le meduse di solito la domanda successiva è: ”ma come ci sono arrivate?”.

La risposta non è così semplice, comunque la tesi più avvalorata dai ricercatori che hanno pubblicato le evidenze che ho studiato è che sia arrivata attraverso il trasporto e la vendita di piante acquatiche dalle zone di origine fino a noi e comunque da zone già “contaminate” con la stessa modalità. In aggiunta si sono diffuse anche attraverso le immissioni ittiche, che trasportano inconsapevolmente acqua da un bacino all’altro e attraverso gli spostamenti di uccelli acquatici come dimostrato da (Didziulis e Zurek – 2013). Inoltre la sua potenziale invasività sarebbe favorita da una sua incredibile resistenza al disseccamento, nello stadio di vita latente (cisti), fino a 40 anni (Bouillon e Boero – 2000).

La presenza di questa medusa, anche nel Garda è certamente sottostimata, in quanto i suoi avvistamenti sono sempre stati possibili durante il suo stadio pelagico, ovvero sotto forma di medusa, con temperature dell’acqua tra i 19 e 25°. Prima di diventare medusa però, nello stadio bentonico, risulta sotto forma di polipo, agganciata sul fondale e in questo stadio non è mai stata ricercata e comunque sarebbe probabilmente davvero difficile da osservare.

Conseguentemente la Craspedacusta sowerbii preda nel suo stadio pelagico lo zooplancton, che è elemento nutritivo per moltissime specie ittiche, soprattutto agli inizi della loro vita e nello stadio bentonico, quando è polipo, può essere predatrice di larve di pesci (Bushnell e Porter – 1967, Dendy – 1978, Dugan e Eastwood – 2012).

Insomma – conclude Gavazzoni – anche la medusa del Lago di Garda è una specie aliena e si inserisce a pieno titolo tra le 42 specie alloctone-aliene che qua hanno trovato un habitat idoneo per riprodursi e sviluppare, in molti casi, i caratteri di invasività che le contraddistinguono».

Esemplare di Craspedacusta sowerbii.

 

 

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