L’ampliamento Migross e la politica urbanistica di Toscolano Maderno

TOSCOLANO MADERNO - Operazione Migross, destino di Villa Zanardelli e speculazione edilizia sono alcuni dei temi affrontati in questa lettera al direttore.

Riceviamo e pubblichiamo: «Si avverte in paese una forte preoccupazione sul prossimo futuro a causa del permesso che il nostro comune si appresta a rilasciare per il supermercato Migross per ampliare notevolmente la sua volumetria (ne avevamo scritto qui, ndr). Queste preoccupazioni non sono prive di un fondamento. I pochi piccoli commercianti rimasti, sopravvissuti alle demenziali politiche che hanno contribuito a falciare la quasi totalità dei piccoli negozi e promosso tre supermercati, si sentono minacciati nella stessa maniera oggi. Non hanno tutti i torti.

L’attuale maggioranza ha vinto le elezioni sventolando la bandiera della lotta all’abuso del territorio e usando slogan come “basta seconde case” e “basta consumo del suolo”.

C’è da riconoscerle di aver portato un po’ di aria nuova sulla questione morale ed è stato un bel passo in avanti nella gestione della cosa pubblica. Tuttavia, non si può non constatare come i proclami e le solenni dichiarazioni sulla salvaguardia del territorio e sul consumo del suolo siano rimasti lettera morta e ci offrano, purtroppo, uno spettacolo molto diverso.

Il generoso aumento della volumetria Migross, il sostegno alla variante al piano per la vendita della villa Zanardelli, la differenza di trattamento fra il semplice cittadino e i portaborse delle immobiliari, hanno radici molto lontane, e ci fanno temere il presente come il passato. Vale la pena di rammentare qualche caso paradossale per capire quanto gli “attuali nipotini” nella nuova amministrazione mantengano inalterato lo stesso DNA dei loro predecessori, e stiano ipotecando in maniera negativa il futuro di un intero territorio. Si ricorderà che nel 1980 sull’onda delle lotte sociali in tutta Italia, l’amministrazione comunale diede il via alla costruzione dell’asilo nido. Dopo pochi mesi di attività lo stesso consiglio votò all’unanimità per la sua chiusura, giustificandola con i costi troppo elevati, nello stesso momento in cui la speculazione immobiliare era in forte espansione e produceva ingenti entrate nelle casse comunali. Fu l’inizio dell’egemonia dei paradigmi liberisti, penetrata nel tessuto di tutti i partiti, favorì, allora, una cultura fondata sul sostegno alla libera iniziativa e al libero mercato, a discapito delle opere di interesse comune. Promosse un’ideologia dell’intervento pubblico limitato alla realizzazione di infrastrutture a supporto del mercato.

Difficile non rilevare come, nella nostra realtà, il mercato sia diventato sinonimo di speculazione edilizia a cui hanno partecipato, come in un esclusivo “banchetto del mattone” le banche, le immobiliari e pochi altri.

A noi residenti è stato riservato solo il conto. Questa triste dinamica fu accettata con disinvoltura anche dal partito che più di ogni altro rappresentava la sinistra (il partito comunista) che arrivò a definire sui giornali dell’epoca, la speculazione edilizia del Serraglio, come “un’operazione qualificante per il comune”. Di conseguenza votò con la maggioranza democristiana, che rappresentava la destra, per escludere le voci critiche dalla commissione edilizia e colluse con quel potere corrotto che, in tutta la nazione, verrà spazzato via, qualche anno più tardi, dalla magistratura con l’operazione Mani pulite.

Queste politiche sono alla base della successiva espansione edilizia.

Oltre alla nascita dei supermercati, solo dal 2000 al 2010 nel nostro comune sono state costruite 2105 abitazioni, più o meno come a Desenzano 2189 (che però contava 27000 abitanti) per un totale di 8072 abitazioni, di cui 4299 risultano come seconde case.

Il lungolago di Toscolano-Maderno immortalato nella sua bellezza paesaggistica che non ha eguali, è lì a testimoniare i frutti di quegli anni. I casi emblematici sono molti: speculazione ex albergo Benaco, albergo resort Piamarta furbamente messo in condizioni di non operare, dall’Istituto Cremonese, un “fantasma del passato” abbandonato a se stesso, alla successione di ville private; dall’ex albergo di lusso Villa Adele, alle decine di appartamenti ex maglificio fino ai ruderi ex cantieri del Garda. Le vicende legate a questi luoghi costituiscono lo specchio che riflette la qualità del nostro “turismo” e del nostro “commercio”.

Testimoniano gli “anni della resa”, sempre più totale, al ricatto delle forze di mercato. Le nostre piccole realtà produttive non solo sono state condannate a contendersi le briciole in un territorio che avrebbe avuto grandissime possibilità di sviluppo, ma continuano ad essere penalizzate da una cultura politica trasversale attratta come sempre dalle sirene del potere.

I nostri amministratori, anziché svolgere la loro missione e occuparsi della vita e del benessere dei residenti, tenere pulite ed in ordine le strade, assicurarsi che uscendo di casa non ci si possa far del male, preferiscono promuovere politiche, come in passato, che andranno a stravolgere l’assetto urbanistico sociale ed economico.

Nascondono all’opinione pubblica le decisioni più importanti, giustificate come “ordinaria amministrazione” e non come scelte particolari che rispondono a interessi particolari.

La continuità con il passato, e l’assenza di una visione strategica a reale beneficio dei residenti (l’unica proposta messa in atto riguarda l’albergo diffuso) è il risultato del rapporto con i pesi massimi della finanza e della capitolazione alle lusinghe del mercato. Significa ancora una volta fare vincere i più forti, piegarsi alla nuova fase storica contrassegnata da sempre più disuguaglianze e ingiustizie. I destini di un’epoca, e delle nuove generazioni sono sempre decisi nell’ombra di visioni ristrette, degli scopi immediati di democristiana memoria.

Tra i valori predicati ed i comportamenti praticati vi è un’abissale differenza. I vecchi mali tornano purtroppo prepotentemente alla ribalta, ma è sempre “colpa degli altri”».

 

Ecco come si presenterà il nuovo fabbricato, quello ad oggi già approvato e concesso, nel rendering diffuso dal Comune.

 

 

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