Pacengo, penne nere in festa con Aldo Panato, il decano del gruppo

PACENGO – Questa mattina, domenica 6 marzo, penne nere di Pacengo sono in festa. C'è anche Aldo Panato, classe 1924, il più anziano alpino del gruppo.

Novantasette anni portati brillantemente e sempre con lo spirito degli alpini nell’animo. È Aldo Panato, classe 1924, 98 anni il prossimo 13 settembre, il più anziano alpino del gruppo di Pacengo.

Domenica 6 marzo le penne nere di Pacengo sono in festa ed alle 10,30 si sono ritrovate al monumento ai caduti in piazza Senatore Alberti per l’alzabandiera. Successivamente il corteo fino alla parrocchiale per la messa e a conclusione del rito onore ai caduti al monumento.

“E’ un onore avere Aldo Panato nel nostro gruppo – spiega Carlo Olivieri capogruppo di Pacengo degli alpini – perchè il suo spirito alpino coinvolge tutti noi. Alla sua età è ancora lucidissimo e ci racconta sempre gli aneddoti di guerra ed il suo cappello è una sorta di portafortuna e non lo abbandona mai.”

“Sono stato intruppato come alpino alla caserma di Verona nel 1942 – spiega Aldo Panato e dopo aver ricevuto la divisa ed il cappello ci siamo trasferiti a Brescia. Dovevamo andare in Albania ma la fortuna mi ha concesso di restare in queste zone senza grossi problemi. Eravamo in guerra ma io ero uno dei fortunati. Nei primi mesi del 1944 mi hanno trasferito in Germania dove ci hanno addestrato. Nel luglio 1944 sono ritornato a Verona ed a piedi ci hanno trasferito fino a Genova. Intanto gli americani avevano iniziato i bombardamenti. Siamo andati sulle montagne verso la Francia. Non abbiamo combattuto molto. Ho salvato la pelle e sono ritornato a Pacengo nel 1945, sempre a piedi. Una immane tragedia ma ho salvato la pelle. Sono vedovo da un paio di anni, vivo con i miei figli, ed appena posso curo l’orto e miei olivi”

“Noi alpini lo vogliamo ricordare e festeggiare – continua Carlo Olivieri – essendo sia il più anziano di età ma anche uno dei primissimi soci che si sono iscritti al gruppo di Pacengo fin dalla sua costituzione nel 1967. A lui, appena si ristabilisce in piena salute, consegneremo una targa e faremo un grande brindisi con tutti gli alpini pacenghesi.”

Sergio Bazerla

 

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