Il PD di Salò chiede un Ato unico per il lago di Garda

LAGO DI GARDA - Appello del Direttivo del Partito Democratico di Salò, che chiede la revoca del commissario straordinario per la depurazione e propone la costituzione di un Ato unico per il Garda.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente il seguente comunicato del Direttivo del Partito Democratico di Salò.

«Il presente comunicato è un appello indirizzato ai cittadini e ai referenti di tutte le forze politiche presenti sul territorio, ai parlamentari, consiglieri regionali e provinciali bresciani e ai loro bracci operativi, al direttivo di Acque bresciane e degli A.T.O competenti per la scelta del sistema di depurazione dei sistemi fognari: il tempo per revocare il decreto di nomina del Commissario Straordinario, Prefetto di Brescia, sta per scadere.

La revoca del Commissario Straordinario è il primo passo necessario per evitare che diventi definitiva l’attuale ipotesi progettuale, che annullerebbe il sistema di collettazione e depurazione a Peschiera della sponda bresciana del lago, per far confluire le acque reflue fognanti provenienti da Gargnano, Toscolano-Maderno, Gardone Riviera a Salò, mediante un impianto di sollevamento localizzato nelle immediate vicinanze del duomo di Salò, presso un nuovo impianto di depurazione da costruire a Gavardo.

Le acque reflue dei comuni del medio lago (Valtenesi) proseguirebbero invece fino a Montichiari ove è previsto un nuovo secondo impianto di depurazione. Tale progetto, che a nostro avviso è profondamente masochistico per la comunità gardesana e per il suo territorio, oltre che per la comunità valsabbina e per il suo territorio, prese spunto negli anni scorsi dalla fakenews che le due condotte sub-lacuali fossero da eliminare perché a rischio catastrofe ecologica, teoria sostenuta dalla dirigenza degli Enti preposti, senza nessun dato tecnico a supporto; infatti Acque Bresciane dopo avere effettuato, seppure con colpevole ritardo, le opportune verifiche, nei mesi scorsi è stata obbligata a smentire l’imminente catastrofe ecologica, poiché le condotte sub lacuali godono di buona salute e possono durare altri 30 anni.

Questo progetto è palesemente in contrasto con tutte le normative nazionali ed europee che indicano per ogni bacino imbrifero di depurare e smaltire le proprie reti fognanti nel proprio territorio (il nostro bacino è Sarca, Garda, Mincio). Scaricare nel Chiese (depuratore di Gavardo e Montichiari) è quindi insostenibile poiché rappresenta un altro bacino imbrifero e va a peggiorare la già critica situazione del fiume. Il conteggio dei costi per il rifacimento, la modifica del collettore e la realizzazione dei due nuovi impianti di depurazione prevedeva, nel progetto iniziale, una spesa di oltre 300 milioni di euro, ora sicuramente incrementati a causa del rincaro delle materie prime.

Tali incrementi dei costi di realizzazione sono sicuramente relativi anche il funzionamento, si pensi solo al costo dell’energia di una rete che in termini di chilometri è raddoppiata e che prevede due impianti di depurazione in luogo di uno solo e soprattutto lo scavallamento di una collina per pompare le acque reflue a Gavardo.

Un impatto ambientale devastante e il traffico veicolare che già oggi è al collasso per nove mesi all’anno, sarà bloccato dalle tempistiche dei lavori previsti in un arco temporale di dieci anni e tutti interessanti la Strada Statale 45 bis. Ricordiamo che tutti i costi di realizzazione e di gestione dell’intera opera confluiranno, al netto del contributo statale, nelle voci sulle bollette che i cittadini dovranno pagare, anche per questo motivo lanciamo questo appello affinchè nessuno dica che non ci siamo attivati quando le tempistiche lo permettevano.

I giorni passano e la primavera del 2023 si avvicina con le scadenze delle tempistiche progettuali relative il depuratore; noi del PD di Salò siamo attivi e lanciamo questo appello consapevoli che non si può progettare il futuro senza conoscere il passato, per tale motivo la scelta migliore è quella di ritornare ai principi, al pensiero di chi ha iniziato a impostare la progettazione del sistema di depurazione nel secolo scorso, al fondatore della Comunità del Garda, al Senatore Aventino Frau; il Garda è uno solo e va gestito come un unico territorio.

Con questi presupposti, che sono semplicemente quelli naturali che la sostenibilità ci insegna, è chiaro e lampante che ciò che necessita per la gestione delle acque del più grande lago d’Italia, è un Ambito Territoriale Ottimale (ATO), cioè inclusivo come la natura e il buon senso di altre esperienze a livello europeo e mondiale ci insegnano. A questo punto, invitiamo i politici di qualsiasi colore e gli amministratori di buon senso e con il pensiero lungo che mira a costruire un futuro sostenibile per le giovani generazioni, a cogliere l’occasione di attivarsi per chiedere la revoca del Commissario Straordinario in modo unitario e nelle sedi opportune.

Tutto ciò potrebbe portare a benefici e vantaggi sia nel breve sia nel medio periodo, nel breve periodo ad attivare azioni che portino alla rivendicazione della proprietà bresciana del 50% dell’impianto di depurazione di Peschiera (promessa ai veronesi per una manciata di euro) e il mantenimento del diritto dell’utilizzo delle condotte sub-lacuali Toscolano-Torri.

Contemporaneamente gli organismi politici e amministrativi preposti possono sollecitare in modo opportuno Acque Bresciane affinchè predisponga un piano tecnico-finanziario, a supporto delle amministrazioni comunali, che provveda finalmente al completamento delle reti fognarie comunali con la separazione puntuale delle acque bianche dalle nere. Nel medio periodo si può innovare con un progetto di valenza europea e internazionale, che preveda, nella logica di un ATO di valenza interregionale relativa il Lago di Garda e tutte e tre le sponde amministrative (la nuova ATO Sarca Garda Mincio), una qualità ottimale delle acque per gli usi plurimi e un potenziamento tecnologico del depuratore di Peschiera. Sottolineiamo che per noi prima di tutto ciò necessita la predisposizione di un preciso e dettagliato piano di controllo e manutenzione dei collettori, nonché degli scolmatori di piena (lavoro da anni scarsamente eseguito), soprattutto la divisione delle acque bianche da quelle nere, lavori che in vari comuni rivieraschi non sono stati realizzati nei decenni scorsi, ma che di fatto oggi creano problemi ambientali ed economici e non ottimizzano il funzionamento del depuratore di Peschiera».

 

I commenti sono chiusi.