Salò, sicurezza e baby gang. Le riflessioni di un lettore

SALO' - Violenza, maleducazione e sporcizia: esasperati i commercianti della stazione del pullman di Salò. Le considerazioni di un lettore, che chiede una maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio.

Nei giorni scorsi si sono accesi nuovamente i riflettori sul problema delle baby gang a Salò. L’ultimo episodio di violenza giovedì scorso: un 14enne di Salò finito nel mirino dei bulli e tornato a casa col naso rotto. Un video girato con un cellulare (lo vedete qui sotto) mostra le scale che portano ai piani del parcheggio imbrattate di sangue. In giugno una coppia di 50enni era stata insultata, malmenata e rapinata di un orologio da 7mila euro.

Sulla questione ci invia una lettera un lettore, che pubblichiamo.

«Salò è veramente diventata una città senza più sicurezza? Una città affacciata sulle rive del meraviglioso Lago di Garda, da sempre considerata una meta tranquilla e sicura. Tuttavia, negli ultimi tempi, un problema preoccupante sta emergendo: i giovani che commettono reati e si sentono impuniti. Gli articoli sui quotidiani sono ormai all’ordine del giorno. Questo fenomeno sta scuotendo la comunità locale e richiede un intervento urgente per ripristinare la sicurezza e ripristinare la fiducia nella giustizia.

Sui social ormai ad ogni evento si scatenano i commenti dei cittadini che oltre alle forze dell’ordine chiamano in causa anche il primo cittadino perché ormai esasperati, impauriti e arrabbiati, perché non possono vivere con tranquillità la loro città. La percezione di impunità tra i giovani che commettono reati rappresenta una sfida significativa per le autorità e per la comunità di Salò. I casi di vandalismo, furto e comportamenti antisociali sembrano essere in aumento, e ciò ha un impatto diretto sulla qualità della vita dei residenti e sulla percezione di sicurezza nella città.

Uno dei fattori che contribuiscono a questo senso di impunità potrebbe essere la mancanza di conseguenze adeguate per i giovani che commettono reati. Se non vengono affrontate in modo adeguato, le azioni criminali possono diventare una spirale senza fine, incoraggiando comportamenti sempre più audaci e mettendo in pericolo la comunità. È fondamentale che le autorità locali, insieme alle forze dell’ordine, si impegnino attivamente per contrastare questo fenomeno.

È necessaria un’azione coordinata che comprenda misure di prevenzione e una maggiore presenza sul territorio per dissuadere i giovani dal commettere reati. Una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, con la possibilità concreta che possano intervenire senza rischiare denunce, può contribuire a scoraggiare i comportamenti criminali.

Pattugliamenti regolari, monitoraggio delle aree sensibili e una risposta rapida alle segnalazioni dei residenti possono trasmettere un messaggio chiaro: i reati non passeranno inosservati e non rimarranno impuniti. Infine, è essenziale coinvolgere attivamente la comunità nel processo di contrasto alla criminalità giovanile. La collaborazione tra le autorità, le scuole, le famiglie e le associazioni locali può contribuire a creare un fronte comune nella lotta contro l’impunità.

Inoltre, promuovere una cultura della segnalazione e testimoniare contro i reati può aiutare a garantire che i responsabili siano portati davanti alla giustizia. In conclusione, la sfida dell’impunità tra i giovani che commettono reati a Salò richiede un’azione immediata e coordinata. Promuovere la giustizia, aumentare la presenza delle forze dell’ordine e coinvolgere attivamente la comunità sono passi cruciali per ripristinare la sicurezza e ripristinare la fiducia nella giustizia.

Ma cosa effettivamente può fare un sindaco per arginare questo problema, e che nessuno la prenda come una lezione ma semplicemente come dei suggerimenti e dei chiarimenti perchè i cittadini di Salò hanno premiato più volte l’attuale sindaco, ciò significa che verso di lui c’è stima e fiducia.

Un sindaco ha diverse azioni che può intraprendere per ristabilire l’ordine nel suo comune: 1. Rafforzare le forze dell’ordine: Il sindaco può lavorare in collaborazione con le forze di polizia locali per garantire una presenza più efficace sul territorio e un maggior controllo delle attività criminali. 2. Promuovere la partecipazione comunitaria: Il sindaco può incoraggiare la partecipazione dei cittadini nella prevenzione e nella lotta alla criminalità. Questo potrebbe avvenire attraverso la creazione di incontri tra i cittadini e le forze dell’ordine o l’istituzione di comitati di quartiere per identificare e affrontare le problematiche locali. 3. Implementare sistemi di sorveglianza: Il sindaco può promuovere l’installazione di telecamere di sicurezza in punti strategici del comune. 4. Aumentare le pene per i reati: Il sindaco può collaborare con il consiglio comunale per promuovere l’adozione di ordinanze locali che aumentino le pene per specifici reati o che istituiscano sanzioni più severe per comportamenti disturbatori o antisociali, sperando che le sanzioni vengano poi pagate altrimenti non servono a nulla. 5. Collaborare con le istituzioni locali e regionali: Il sindaco può lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni locali e regionali, come le autorità giudiziarie per affrontare le cause profonde della criminalità e promuovere interventi mirati sulle problematiche sociali e economiche del comune.

È importante sottolineare che le azioni specifiche che un sindaco può intraprendere dipendono dalle leggi e dalle competenze locali. Alcune delle misure sopra indicate possono richiedere l’approvazione del consiglio comunale o potrebbero essere di competenza delle autorità statali o regionali. Anche per quanto riguarda la Polizia Locale, che viene spesso demonizzata e additata come operatori dediti solo a fare multe ci possono essere dei suggerimenti, sottolineo suggerimenti: pattugliamento attivo, risposta rapida agli incidenti, indagini criminali, collaborazione con la comunità, prevenzione e sensibilizzazione, collaborazione con altre agenzie di sicurezza.

Queste azioni rappresentano solo alcune delle attività che la polizia locale può intraprendere per ristabilire l’ordine nel comune. Teniamo anche presente che in molti casi chi commette reati è un minore e in questi casi quando gli agenti di polizia fermano un minore, devono operare in conformità alle leggi e alle normative vigenti nel loro paese o giurisdizione specifica.

Le conseguenze o i rischi per gli agenti di polizia possono variare a seconda delle circostanze specifiche e del contesto legale.

1. Protezione dei minori: In molti paesi, le leggi e i regolamenti prevedono disposizioni specifiche per la protezione dei minori. Gli agenti di polizia devono assicurarsi di rispettare i diritti dei minori e di adottare approcci che tengano conto delle loro esigenze e della loro età. Ciò può includere la presenza di un adulto di fiducia, come un genitore o un tutore, durante l’interazione con il minore.

2. Norme procedurali: Gli agenti di polizia devono seguire le norme e le procedure stabilite per il trattamento dei minori durante un fermo. Ciò può includere la registrazione accurata delle informazioni, l’informazione dei diritti del minore e l’assicurazione che l’interazione avvenga in modo appropriato e rispettoso.

3. Consenso dei genitori o del tutore: In molti casi, specialmente per i minori di età inferiore, gli agenti di polizia potrebbero richiedere il consenso dei genitori o del tutore legale del minore prima di effettuare un fermo o prendere altre misure.

4. Responsabilità civile e penale: Gli agenti di polizia devono agire nel rispetto delle leggi e delle norme e evitare comportamenti abusivi o illegali. In caso di violazione dei diritti del minore o di comportamenti non conformi alle norme stabilite, gli agenti di polizia potrebbero affrontare conseguenze civili o penali, come azioni legali o sanzioni disciplinari.

Certo è che una qualche soluzione si deve trovare, la collaborazione fra le istituzioni, I cittadini, le associazioni sono fondamentali ma anche la certezza della pena verso chi commette reati è fondamentale come è fondamentale che chi opera per tutelare la cittadinanza sia a sua volta tutelato e non abbia la paura di ritrovarsi con una denuncia dietro l’altra per aver fatto il suo dovere».

Marco Morandi

 

 

I commenti sono chiusi.