A Riva il Centro di riuso permanente

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RIVA DEL GARDA – Si troverà nella palazzina in piazzale della Mimosa – facilmente raggiungibile, con ampio parcheggio e ascensore – il centro di riuso permanente del Comune di Riva del Garda.

Sarà il luogo dove conferire gli oggetti che non si utilizzano più, ma che possono avere una seconda vita ed essere rimessi in vendita, a prezzi assolutamente vantaggiosi.

Si tratta di un progetto sperimentale, primo nell’Alto Garda, la cui gestione è stata affidata alla cooperativa sociale Ulisse, e che ha l’obiettivo di prevenire lo spreco delle risorse e di limitare la produzione di rifiuti, ma anche di raggiungere obiettivi di occupazione, integrazione sociale e solidarietà.

La legislazione europea indica le attività orientate al riuso come un pilastro fondamentale per la riduzione dei rifiuti, le uniche in grado di sottrarre alle discariche quantità rilevanti di beni ancora in buono stato. Sull’esempio di analoghe esperienze italiane (Torino, Roma, Milano, e nella nostra Regione Bolzano e Pergine) ed europee (ad esempio Helsinki, Brema e Hannover), l’amministrazione comunale di Riva del Garda ha avviato un’iniziativa che risponde, in modo semplice e immediato, all’esigenza di ridurre la produzione di rifiuti, stimolando il riuso, il riciclo e consumi più responsabili e sostenibili. Prolungare la vita di un bene materiale, allontanandolo il più possibile dall’inesorabile fine in discarica, è l’obiettivo ambientale; l’obiettivo solidale è poter offrire alle persone beni ancora in buono stato a costi molto bassi. Il Centro è ispirato ai mercatini ELKI (Eltern und Kinder, ovvero genitori e bambini), il cui target va da 0 a 12 anni (in Provincia di Bolzano ce ne sono 15), e ad altri luoghi simili presenti anche in Provincia di Trento.

La Comunità di Valle Alto Garda e Ledro collabora al progetto occupandosi della promozione e di un’attività di monitoraggio dei flussi di materiale in entrata e in uscita, che prelude ad un business plan con il quale arrivare in prospettiva alla sostenibilità economica del CRP, e alla sua gestione all’interno di un articolato sistema di gestione dei rifiuti che prevede tra l’altro la stretta sinergia con i CRM.

Il CRP è un luogo in cui tutta la cittadinanza è invitata a consegnare materiali e oggetti di piccole dimensioni (abbigliamento, giocattoli, oggetti d’arredamento, piccoli elettrodomestici, libri, dischi, vestiti, stoviglie, bigiotteria, oggetti da collezione, quadri, macchine fotografiche, piccoli strumenti musicali e simili) di cui non si serve più (e che diversamente nel ciclo dei rifiuti), che poi saranno messi in vendita e torneranno al normale utilizzo. Il prezzo di vendita, pressoché simbolico, è voluto per evitare fenomeni di scorretto utilizzo, già visti nei mercatini di riuso organizzati da qualche anno (se gli oggetti sono concessi gratuitamente, non di rado sono prelevati senza un’adeguata riflessione sull’effettiva necessità, e il rischio concreto è di vederli poi prendere la via della discarica).

Il Centro si troverà in un ampio locale al terzo piano della palazzina Mimosa, di proprietà comunale, nel Rione 2 Giugno, allestito con arredi di proprietà comunale non più utilizzati, che pertanto saranno anch’essi riusati. La scelta di affidare la gestione ad una cooperativa sociale di tipo B è motivata dalla duplice valenza che si vuole imprimere alla sperimentazione, ovvero sia ecologica ed ambientala, sia sociale, tra cui creare un’opportunità di lavori per persone in situazione di svantaggio sociale. La cooperativa prevede, per aprire il negozio per tre giorni alla settimana e il magazzino per due giorni alla settimana, l’impiego di due unità di personale interamente dedicate al progetto, un tutor e un inserimento lavorativo. Inoltre un direttore di cantiere garantirà il buon funzionamento del Centro, valutando la merce in entrata, in modo che sia accettata solo quella adatta e rifiutata quella non confacente. Il prezzo di vendita sarà stabilito da un prezziario, concordato con il Comune.

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