Una targa alla memoria di Leopold Jeràbek

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RIVA DEL GARDA – Una targa a ricordo del legionario Leopold Jeràbek,che combatté gli austroungarici a fianco dell’esercito italiano, annegato nella notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 nella foce del Sarca.

Giustiziato per aver combattuto gli austroungarici a fianco dell’esercito italiano, e perciò considerato disertore, Alois Štorch – caporale telefonista della terza batteria del 13° Reggimento di artiglieria di stanza a Nago – è ricordato da un monumento che è stato eretto nel luogo dell’impiccagione, in località Grez. Qui sabato 26 settembre sarà apposta una targa a ricordo del commilitone legionario Leopold Jeràbek, annegato nella notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 nella foce del Sarca, tentando di trarsi in salvo nel corso della stessa operazione in cui Štorch fu catturato. La cerimonia inizia alle ore 10, presenti per l’Amministrazione comunale il sindaco Adalberto Mosaner e una delegazione della Giunta municipale, per la Repubblica Ceca l’ambasciatore Petr Buriànek, il consigliere Josef Spànik e una delegazione del Ministero della difesa e dell’Associazione dei Legionari Cecoslovacchi.

Nella zona del lago di Garda durante gli ultimi anni della Grande Guerra operava presso il 29° Corpo d’armata italiano un’unità cecoslovacca, la seconda compagnia del 39° con il nome di «Avio». Ne facevano parte anche due cèchi passati con gli italiani, il caporale Alois Štorch e l’appuntato František Tobek, che avevano contribuito con le loro informazioni alla resistenza delle truppe italiane presso il Doss Alto. Alois Štorch, caporale telefonista della terza batteria del 13° Reggimento di artiglieria di stanza a Nago, era nato il 20 giugno 1893 a Ceskà Lìpa; l’appuntato František Tobek, della stessa batteria, era nato il 21 maggio 1896 a Lazany, presso Litomyšl. Il piano di azione prevedeva che i due graduati cechi, alla testa di due manipoli nei quali militavano altri due soldati cecoslovacchi, Leopold Jeràbek e Jan Smarda, sarebbero partiti da Malcesine e da lì avrebbero superato gli sbarramenti penetrando in territorio austriaco nella piana del Sarca, allo scopo di mettere scompiglio nelle linee avversarie e nel contempo attirare le simpatie dei connazionali, rimasti nelle file austro-ungariche

L’approdo avvenne verso le 1,30 della notte tra il 2 e il 3 luglio 1918 alla foce del Sarca, ma i militi furono scoperti dalle pattuglie austriache e tentarono la fuga gettandosi a nuoto: Jerabek rimase colpito e annegò; Tobek si salvò nuotando fino alle linee italiane a Buon Porto; Štorch, colto da un crampo in acqua, fu catturato da una pattuglia austriaca; infine, Smarda fu preso dagli austriaci presso la costa. I due cèchi catturati vennero immediatamente sottoposti a processo davanti all’arciduca Max, ma se la posizione di Smarda fu più lieve, colpevole solo di aver voluto rientrare in patria, Štorch fu riconosciuto disertore e condannato a morte. La sentenza fu eseguita alle 2 e mezzo del mattino del 5 luglio 1918. Per rappresaglia il generale Graziani, comandante della divisione cecoslovacca, ordinò un massiccio bombardamento sulla inerme città di Riva e sul luogo della impiccagione dello sfortunato Štorch.

Da sabato una targa ricorderà anche il sacrificio del giovane Leopold Jeràbek.

(nella foto sopra: una celebrazione del 2013 al monumento ad Alois Štorch)

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