Il rinascimento della Comunità del Garda

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LAGO DI GARDA – Rientri eccellenti in Comunità del Garda. Dopo Lonato, rientrano nell’ente presieduto da Mariastella Gelmini l’Unione Comuni della Valtenesi, Sirmione e altri Comuni.

Sarà l’«effetto Gelmini». Sarà che sempre di più ci si rende conto che le questioni comprensoriali necessitano, oggi più che mai, di una cabina di regia attenta e operativa. Sarà che la rinnovata attenzione verso il tema della depurazione e l’operazione della Ats “Garda Ambiente” hanno indotto gli amministratori a convergere le forze ed abbandonare sterili e anacronistici campanilismi…

Fatto sta che in Comunità del Garda (www.lagodigarda.it) si stanno registrando con soddisfazione, in questa prima parte del 2016, diversi rientri.

Lonato lo ha già fatto formalmente. Nella seduta del 28 gennaio scorso, il Consiglio comunale ha votato a maggioranza il ritorno nell’ente gardesano presieduto dall’on. Mariastella Gelmini.

Ora rientra, per quanto riguarda la riviera bresciana, anche l’Unione Comuni della Valtenesi (ovvero i Comuni di Manerba, Moniga, Padenghe e Soiano del Lago). E si appresta a farlo anche Sirmione (che ha già deliberato in Giunta e porterà la proposta al voto nel prossimo consiglio comunale utile).

Anche sulla riviera veronese pare che la Comunità del Garda abbia ritrovato l’appeal perduto. Si apprestano a rientrare i Comuni di Castelnuovo del Garda, Peschiera e Valeggio sul Mincio.

Restano fuori Lazise in area veneta, Riva in area trentina, Desenzano e Tremosine in area bresciana. Non proprio comuni secondari, è vero, ma l’inversione di tendenza, dopo le numerose defezioni degli anni scorsi, fa ben sperare a Villa Mirabella, sede della Comunità.

È il segno che sempre più Amministrazioni, evidentemente, riconoscono grandi potenzialità a questa associazione che si pone come unica realtà interregionale che possa occuparsi in modo unitario delle problematiche gardesane.

Va detto che in occasione della recente assemblea della Comunità del Garda era stata prospettata, quale meccanismo incentivante al ritorno all’ovile da parte dei Comuni che avevano deliberato il recesso, una proposta di riduzione delle quote associative. Tali quote, lo ricordiamo, ammontano al 2 per mille delle entrate correnti del bilancio consuntivo 2004 per i Comuni rivieraschi e all’1 per mille per i Comuni dell’entroterra. La proposta di riduzione  ipotizzata prevede è del 25%, con un tetto massimo di 30mila euro, che potrebbe attuarsi nel caso in cui tutti i Comuni aderissero e si raggiungesse la somma di 308mila euro, che garantirebbe la sostenibilità.

Una casa comune per i gardesani

Se, in giro per l’Italia o per l’Europa, chiedete a un salodiano da dove viene, questi vi risponderà di essere, ancor prima che bresciano, gardesano. Lo stesso risponderebbe probabilmente un trentino di Riva, piuttosto che un veronese di Bardolino.

Tuttavia, questa «gardesanità» non trova riscontro a livello politico-amministrativo. Il Garda, area omogenea per identità storiche, culturali e territoriali, è frammentato in tre regioni e quattro provincie. Eppure i grandi temi strategici che si pongono all’attenzione del bacino, dalla gestione delle acque alla navigazione, dalla tutela dell’ambiente e del paesaggio allo sviluppo socio-economico, necessitano evidentemente di una visione e di una governance unitaria.

Per questo fu creata, ormai più di mezzo secolo fa, l’associazione di enti pubblici battezzata Comunità del Garda.

La Comunità nacque a Gardone Riviera, dove ha ancora sede, il 3 aprile del 1955 dalle ceneri dell’Ente del Garda, consorzio interprovinciale veneto, lombardo e trentino che aveva come soci i centri rivieraschi, i comuni di Brescia, Verona e Mantova, le amministrazioni provinciali di Brescia, Trento e Verona, le camere di commercio e gli enti del turismo.

Lo scopo era, ed è tuttora, quello di occuparsi in un’ottica globale delle questioni del bacino gardesano, svolgendo un ruolo propositivo e di coordinamento, nel rispetto delle autonomie decisionali degli associati.

Un esempio concreto, per comprendere il ruolo dell’associazione, è quello della legge interregionale sulla navigazione (la puoi scaricare qui), che ha visto la Comunità svolgere una decisiva azione di raccordo tra gli enti preposti a legiferare, le Regioni Lombardia e Veneto e Provincia autonoma di Trento.

Lo spirito comunitario produsse inoltre quella volontà condivisa di difesa del «bene Garda» che diede avvio alla creazione dell’attuale sistema di depurazione che confluisce nel grande depuratore di Peschiera.

Tra i risultati più significativi va annoverata anche la presenza in forma stabile sul Garda, unico lago in Italia, della Guardia Costiera.

Qui puoi leggere lo statuto della Comunità.

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