Al regista Franco Piavoli il Palladio Gardesano 2016

GARDONE RIVIERA – È stato conferito a Franco Piavoli – 83 anni, bresciano di Pozzolengo, regista, scrittore, poeta, fotografo – il Palladio Gardesano 2016.

Il riconoscimento è attribuito annualmente, dal 2014, dai sodalizi vinicoli gardesani (Confraternita del Groppello, Castellani del Chiaretto e Gran Priorato del Lugana) ad una figura che si è distinta nella promozione del territorio e nella valorizzazione delle produzioni enogastronomiche.

Nel 2014 il premio fu assegnato all’industriale Attilio Camozzi, nel 2015 all’enologo Mattia Vezzola.

Quest’anno la scelta è caduta sul «poeta dell’immagine per aver saputo incantare – dice la motivazione – con grande passione ed amore, con le mirabili immagini delle sue pellicole, immortalando il nostro territorio, la campagna, i corsi d’acqua, il nostro lago, scandendo con maestria i ritmi della natura e della vita, portando in Italia e nel mondo uno spaccato allo stesso tempo semplice ma profondo, di valori veri e forse un po’ dimenticati».

Il conferimento del premio a Piavoli è avvenuto nei giorni scorsi all’Hotel Ville Montefiori di Gardone Riviera, nel corso di una serata ad inviti.

Il conferimento del premio.
Il conferimento del premio.

Riportiamo, di seguito, il discorso tenuto da Ivan Spazzini, Gran Priore del Gran Priorato del Lugana, in occasione del conferimento:

«La sua Umanità trasuda dalle pellicole, quasi si può veder uscire e arrivare allo spettatore che non è più solo passivo ma diventa co-protagonista dal tanto che ci si può immedesimare, sembra di essere dentro la pellicola e ci si sente così più ricchi; regala emozioni raccontando il Pianeta, la terra, la natura, la gente, l’uomo, in una sorta di riscoperta semplice ma solo in apparenza…..perchè profonda….., e queste emozioni sono talmente forti che te le porti dentro, sempre….

lo scorrere dei fiumi e delle stagioni, l’acqua che diventa ghiaccio, il vento che toglie agli alberi il peso dell’immobilità, le rughe sui volti assimilate alle tracce sui tronchi, il bambino che gattona, la dignità del contadino, una moglie in penombra che aspetta, l’osservazione dei lavoratori di colore mentre cantano le melodie della terra di origine, sono alcune delle immagini, ripeto, semplici ma profondissime che ci ha regalato.

Esempio di Cultura e di Sentimento, una persona che volendo bene alle persone, ne è ricambiato….

Si definisce “artigiano”, ma il suo Cinema artigianale è andato e approdato in tutto il mondo, partendo da  Pozzolengo, e in tutto il mondo è riconosciuto e apprezzato (anche, ma non solo, con il suo ultimo lavoro “Festa” recentemente presentato a Locarno).

“Poeta dell’immagine” ci è piaciuto per il suo profondo significato pur nella estrema semplicità, come penso sia semplice e umile  questo piccolo grande Uomo, Franco Piavoli, e tutto questo ci piace, e abbiamo pensato di sintetizzare la motivazione del Premio Palladio Gardesano 2016 incidendola sulla targa… Grazie Franco».

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Palladio gardesano: l’origine del nome

Il 30 aprile 2014 l’avv. Marcello Berlucchi – in seguito alla decisione delle tre confraternite di istituire un premio comune da assegnare a persone o enti che si siano distinti nella promozione del territorio gardesano e delle sue eccellenze enogastronomiche – scrisse una mail al dott. Attilio Mazza, giornalista, storico, studioso di d’Annunzio: «Sarebbe molto bello poter utilizzare un termine di origine dannunziana… tutti hanno detto che la persona adatta a questo suggerimento sei soltanto tu».

La risposta di Attilio Mazza: «Ho pensato alla richiesta di un nome per il premio e per il trofeo. D’Annunzio scrisse un articolo (l’unico in verità) a tema gardesano intitolato “Il palladio del Garda” per ringraziare il sindaco di Maderno Giovanni Battista Bianchi che gli aveva offerto in dono il Serraglio. Mi sembrerebbe bello riprendere quel titolo: “palladio” significa anche difensore, “cioè che rappresenta una difesa, una protezione e simili” (dizionario Zanichelli), oltre che “di Pallade”, divinità venerata a Troia e che aveva il potere di rendere inespugnabile la città. Ecco una prima idea. Se non funziona penserò ad altro».

Ovviamente funzionò. Ecco come nacque il nome del premio «Palladio gardesano».

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