Rsa, la posizione dei sindacati dei lavoratori

TOSCOLANO MADERNO – In riferimento allo stato di agitazione proclamato alla Fondazione G.B. Bianchi, le organizzazioni sindacali rendono note le loro ragioni.

Ecco il comunicato diffuso da Cgil, Cisl e Uil.

«Non vi sono  aspetti strumentali rivolti a fini politici esterni come paventa la Fondazione, in quanto come OO.SS. l’unica politica che perseguiamo è la tutela degli utenti e dei lavoratori.

Ci fa sorridere, per non dire altro, che la Fondazione sottolinei il  mantenimento del CCNLL degli enti locali come se ciò fosse un merito, (solo per le vecchie dipendenti) sapendo benissimo che non è una facoltà ma bensì un obbligo per la Fondazione, analogamente  lo stesso vale per la formazione del personale.

Per quanto attiene il tasso di assenteismo (malattie), deve essere visto nel contesto complessivo, in quanto ci risulta che fra questo indicatore siano ricomprese malattie (lunghe), infortuni sul lavoro e malattie normali  (sempre e comunque certificate da un medico).

Bisogna anche sottolineare  che il carico di lavoro in questi ultimi anni è aumentato in quanto a parità  di numero di  ospiti, gli stessi ormai arrivano  in struttura solo quando le famiglie non riescono più a tenerli in casa per cui risultano più bisognosi di attenzione. Come detto nell’incontro riteniamo positivo che la Fondazione abbia ottenuto le certificazioni ISO/9001/VISION 2015 e OHSAS 18001 sicuramente grazie all’apporto lavorativo dei dipendenti della strutta; ma teniamo a ribadire che una cosa è certificare la produzione di oggetti ed una cosa è assistere persone nell’allettamento dell’ospite, nella pulizia, nell’imboccamento dello stesso.

Detto ciò le motivazioni che ci hanno portato ad indire lo stato di agitazione sono che dal confronto avuto con l’Amministrazione (inviata in data 21 dicembre 2016 lettera esisto dell’assemblea dei lavoratori  a cui la fondazione risponde in data 19 gennaio 2017 – rimandando al tavolo tecnico del 1 febbraio le spiegazioni del caso) non sono state date risposte soddisfacenti rispetto ai temi trattatati nello specifico ed è emerso che spesso non si riesce dare un’adeguata assistenza agli ospiti in quanto gli stessi piani di lavoro pensati per 10 teste (asa, oss, infermieri, medici ecc.) giornaliere di fatto vengono mantenuti inalterati anche in assenza di personale. Non sempre gli standard assistenziali  nelle RSA (case di riposo) risultano garanzia di qualità; dal momento che comunque deve essere garantito l’allettamento, la pulizia e l’imboccamento dell’ospite anziano svolta solo da alcune qualifiche specifiche  (Asa, OSS) rientranti nelle 10 teste che costringe di fatto il personale a restringere i tempi delle varie operazioni a scapito sempre dell’ospite.

Di fronte a queste problematicità evidenziate la Fondazione ha risposto che non si riscontra quanto segnalato.

Noi chiediamo solo il rispetto di quanto l’amministrazione a parole continua a proclamare ma non si concretizza nei fatti.

Il miglioramento della qualità del lavoro porta ad un miglioramento della qualità dell’assistenza. Tra persone civili e serie si dovrebbe porre maggiore attenzione all’utilizzo di terminologie pesanti come “giocare sulla pelle degli ospiti” quando la “mission” del lavoratore è quella di garantire la tutela e la dignità dell’ospite».

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