Un crowdfunding per il restauro dell’antico organo Damiani
TOSCOLANO – Raccolta fondi online per recuperare il prezioso organo Damiani della parrocchia dei SS Pietro e Paolo, un gioiello che presenta caratteristiche uniche nel panorama gardesano.
Il crowdfunding è una raccolta fondi online. È questa la strada scelta per finanziare il restauro dell’organo della parrocchia di Toscolano. È un’impresa ambiziosa quella intrapresa dall’Unità Pastorale S. Francesco d’Assisi. Ambiziosa e onerosa: servono 180mila euro per finanziare un restauro che richiederà 3mila ore di mano d’opera, vale a dire circa due anni di lavoro da parte del laboratorio organaro di Guido Galli e Matteo Pian per il recupero integrale di tutte le componenti dell’organo, sia meccaniche che foniche (le canne sono 1.430, ma dopo il restauro saranno 1.522), ricostruendo anche quelle parti o registri mancanti.
Qui sotto un video che mostra lo stato attuale dell’organo, suonato dal maestro Gerardo Chimini.
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L’organo Damiani è un vero gioiello che presenta caratteristiche uniche nel panorama gardesano: la cassa barocca realizzata dalla prestigiosa dinastia organaria degli Antegnati; le imponenti ante di chiusura impreziosite dai meravigliosi dipinti di Andrea Celesti; è inoltre lo strumento a una tastiera più grande di tutta la sponda bresciana del Garda.
La sua storia straordinaria lo fa risalire al 1590, anno in cui la famiglia organara bresciana degli Antegnati, noti ed apprezzati in tutto il mondo per la bellezza dei loro strumenti, venne incaricata di erigere uno strumento a Toscolano.
Fra Damiano Damiani, unico frate cappuccino nella storia dell’organaria italiana che abbia costruito un organo, ampliò poi, nel 1822, l’elegante strumento che oggi possiamo ammirare. La qualità dei materiali di costruzione – canne di metallo, meccaniche e materiale ligneo di primissima scelta – ha fatto sì che lo strumento si potesse annoverare tra i capolavori di Fra Damiano Damiani e fosse all’epoca della sua costruzione uno strumento di gran lunga superiore a tutti quelli custoditi nella ricca città di Brescia. Questi pochi dati bastano per comprendere la valenza del restauro di uno strumento, oggi non utilizzabile per i danni inferti dal tempo e dall’incuria.
L’organo Damiani, muto da tantissimi anni, potrà ritrovare la sua voce con l’aiuto di tutti. Parte dei fondi necessari al restauro arriveranno da finanziamenti CEI e da contributi del Comune (40mila euro, 8mila euro all’anno per cinque anni).
Il resto dovrà arrivare dal crowdfunding. Chiunque può fare una donazione sul sito www.upsanfrancesco.it, tramite il quale finora è stato raccolto il 3% della cifra necessaria.
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