Depurazione, Cresco (Ags): opzione Peschiera demagogica e populista

LAGO DI GARDA - Depurazione: sul bresciano c'è chi vorrebbe il potenziamento di Peschiera. Il presidente di Ags Cresco chiude la porta: «Quel depuratore è al massimo della portata e stiamo già facendo uno sforzo di solidarietà accogliendo i reflui di Desenzano e Sirmione».

Sul Garda bresciano il progetto del nuovo sistema di depurazione proposto da acque Bresciane, con impianti di depurazione sul fiume Chiese, a  Gavardo e Montichiari, è sotto il fuoco incrociato dei comitati valsabbini,  che annunciano barricate e azioni legali.

Da più parti (da ultimo il Pd di Salò) è stato proposto di ripensare al progetto e puntare sul potenziamento dell’attuale depuratore di Peschiera.

Peccato che nessuno abbia pensato di chiedere se i veronesi, e i cittadini di Peschiera in particolare fossero,  d’accordo.

depuratore
Gli impianti del depuratore di Peschiera.

 

Lo abbiamo chiesto ad Angelo Cresco, presidente di Azienda Gardesana Servizi, il gestore della rete idrica del Garda veronese, che, a tal proposito, non usa giri di parole e va dritto al sodo: «Tutti coloro che pensano di poter continuare a portare i reflui a Peschiera, rifacendo la condotta sublacuale e utilizzando quel depuratore già saturo, perseguono un fine demagogico, populista e soprattutto sbagliato. In primo luogo perché l’obiettivo del nuovo collettore è portare tutte le condotte al di fuori del Garda e, poi, perché il depuratore di Peschiera è al massimo della portata e stiamo già facendo uno sforzo di solidarietà accogliendo i reflui di Desenzano e Sirmione».

I reflui dei due comuni bresciani del basso lago infatti, secondo il progetto di Acque Bresciane, continueranno a confluire all’impianto veronese.

Aggiunge ancora Cresco: «Oggi più che mai c’è bisogno di uno sforzo e di unità di intenti per salvare il Garda, realizzando il nuovo collettore e due piccoli depuratori in provincia di Brescia. Il rischio vero è che, se non saremo puntuali con i tempi, il Governo decida di destinare in maniera diversa i fondi a noi assegnati (100 milioni di euro, a fronte di costi stimati attorno ai 220 milioni, ndr). Dobbiamo sconfiggere l’egoismo di chi, vivendo in un condominio, è cosciente della necessità di dotarsi di un cassonetto, ma lo vorrebbe sempre nei pressi dell’appartamento del vicino. Invece, dobbiamo stringere i denti e lavorare insieme. Sono a fianco di tutti i bresciani – conclude Cresco – che hanno a cuore il lago e che si impegnano a salvaguardare il territorio, l’economia e il futuro dei nostri figli».

Angelo Cresco, presidente di Ags.

 

 

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