Arco ricorda Francesco Volpi, eroe di guerra e decano dei piloti d’aereo

ARCO - L’Amministrazione comunale di Arco ricorda Francesco Volpi, eroe di guerra del secondo conflitto mondiale che si è spento martedì sera all’età di 105 anni.

Francesco Volpi fu insignito della medaglia di bronzo al Valor Militare per aver portato a termine, in Russia e sul Mediterraneo, centinaia di missioni in volo.

L’aviazione fu tutta la sua vita, e Volpi fu sempre legato ai luoghi e alle persone del mondo di Gianni Caproni. Nato nel 1914, quando i primi aerei dell’ingegnere arcense solcavano i cieli con eliche di legno e ali di tela, ha mantenuto attivo il suo brevetto di volo fino all’ultimo, volando con perizia anche dopo aver compiuto i cento anni.

 

Nel 2017, in occasione del sessantesimo anniversario della morte di Gianni Caproni, la città di Arco conferì a Volpi il Premio Caproni, proprio per la dedizione e la passione sincera dedicate al volo. Sono ancora oggi nel ricordo affettuoso e ammirato dei partecipanti le parole che rivolse al pubblico nel corso della cerimonia di consegna del premio, a Palazzo dei Panni il 4 novembre di quell’anno.

La consegna del premio Caproni a Volpi.

 

Nei giorni scorsi anche la Giunta provinciale trentina ha ricordato la figura del comandante Francesco Volpi. Eroe di guerra, durante il secondo conflitto mondiale fu infatti insignito della Medaglia di bronzo al Valor Militare per aver portato a termine, in Russia e sul Mediterraneo, oltre 230 missioni di collegamento tra la base operativa e i punti avanzati del fronte, ha anche ricevuto l’Aquila di San Venceslao dall’amministrazione provinciale nel 2014.

 

Con lui scompare una figura importante per il Trentino – è il ricordo del presidente Maurizio Fugatti e dell’assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti -, un uomo carismatico, di forte volontà, che dopo il servizio svolto nella seconda guerra mondiale si è distinto nel campo aeronautico in più riprese, ricordiamo ad esempio la fondazione dell’Associazione Piloti trentini di guerra nei primi anni ’50 la sua attività nell’Aero Club di Trento o la collaborazione nella progettazione dell’aeroporto di Mattarello. Attività che lo ha portato a tanti riconoscimenti, come quella di Gran Ufficiale della Repubblica Italiana o la stessa Aquila di San Venceslao ricevuta per i suoi cento anni. Con lui se ne va una persona straordinaria che aveva fatto del volo la sua vita”.

 

 

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