Permunian e Doninelli, due gardesani a “Romanzo italiano” Rai 3

Francesco Permunian e Luca Doninelli, due gardesani nel programma di Rai 3 “Romanzo italiano”: viaggio nell’Italia degli scrittori in onda sabato 11 aprile alle 18,10 nella puntata dedicata alla Lombardia.

Francesco Permunian e Luca Doninelli, due scrittori gardesani, sono i protagonisti, insieme a Helena Janeczeck e Antonio Scurati, della puntata letteraria RAI, dedicata alla Lombardia, di “Romanzo italiano”, il format nato da un’idea di Camilla Baresani e Paolo Giaccio per stimolare l’interesse del pubblico televisivo a conoscere il rapporto “scrittori-territorio”.

Lo scrittore, anche quando narra in terza persona, offre sempre un racconto di sé: cenni autobiografici, descrizioni di luoghi e di atmosfere. Insieme ai luoghi scopriamo anche il pullulare di persone, eternamente presenti come ombre o ricordi, che accompagnano le giornate o incombono trasfigurate nelle notti insonni dello scrittore. I luoghi, la case abitate nell’infanzia o nella giovinezza, i paesaggi e gli orizzonti mutanti nelle stagioni, immagini di quiete e di tempesta, i volti hanno una loro particolare vocazione ad essere riscoperti ogni volta carichi di tensione comunicativa. Saranno, dunque, i nostri due scrittori a rivelarci il loro mondo e a dirci dell’ influenza ricevuta dai luoghi in cui hanno vissuto e dai suggerimenti ricevuti dai loro maestri di vita.

Francesco Permunian è nato a Cavarzere (VE) nel 1951, anno dell’alluvione del Polesine ma, una volta laureatosi all’Università di Padova e poi sposatosi, si è traferito a Desenzano, dove ha vinto il concorso di bibliotecario. Sul Garda vive ormai da più di quarant’anni. I luoghi che hanno inciso sulla sua vita sono, perciò, l’area veneta intorno al Delta del Po, e il Garda. Dentro di sé Permunian porta l’eco permanente di una sofferenza, oggi forse addomesticata, causatagli dalla repentina e prematura scomparsa della moglie. Gli rimane la figlia, da lei avuta, che lo circonda di affetto e premure. Conserva una formazione di stampo anarchico-cattolica, essendo stato amico e compagno di conversazioni teologico-filosofiche con Sergio Quinzio. Non meno presenti gli sono il poeta Andrea Zanzotto e la filologa e critica letteraria Maria Corti. La sua scrittura fa leva principalmente su una visionarietà grottesca. Ama la fotografia per le sue potenzialità di trasfigurare le cose. Gliel’hanno insegnato grandi maestri come Mario Dondero e Mario Giacomelli.

Luca Doninelli è nato nella Bassa bresciana, a Leno, il 3.3.1956. Molto giovane si è traferito a Desenzano dove ha studiato presso il Liceo classico Bagatta. Suo padre, Angelo, è stato direttore dell’ospedale. La madre, Simona Fei, era nipote del pittore Ottone Rosai, alla cui arte, pittorica e letteraria, Luca guarderà con intrinseca empatia. Studia filosofia alla Cattolica di Milano e incontra Giovanni Testori, che considererà suo maestro, sapendo tuttavia mantenere da lui una propria rispettosa indipendenza. È autore di romanzi e di opere teatrali ed è anche autorevole firma della pagina culturale de Il Giornale: i suoi corsivi e le sue riflessioni non sono mai scontati ma sempre puntuali nel segnare il tema dialettico del confronto.

 

Cosa legge uno scrittore in tempo di coronavirus?

Alla nostra domanda Francesco Permunian ha così risposto: “Sono rintanato in casa per causa di forza maggiore e sto riempiendo il mio tempo con la lettura, passione sempre e comunque da me coltivata ancor più della scrittura. Questi i libri – e gli autori – che finora mi hanno maggiormente incuriosito:

• Scavare  di Giovanni Bitetto, un lungo monologo notturno pubblicato dalla “Italo Svevo”, la raffinata creatura editoriale inventata da Alberto Gaffi;

• Nella stanza di Emily,  un sorprendente viaggio – memoir di Benedetta Centovalli nella casa e nei luoghi di Emily Dickinson, uscito in un centinaio di copie numerate per la collana “Centotrentacinque” di Mattioli 1885 diretta da Filippo Tuena;

• Deleuze, o dell’essere chiunque chiunque di Vincenzo Ostuni (Tic edizioni), l’estratto di un Faldone poetico che l’autore romano quotidianamente aggiorna e rivede. Un’ impressionante opera – mondo in costante divenire magmatico e magnetico.

• Concupiscenza libraria  di Giorgio Manganelli, allestito con la consueta perizia filologica da Salvatore Silvano Nigro, scrittore a sua volta saturnino e barocco quanto e forse più di Manganelli stesso.”

 

 

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