Anche i fuochi di Sant’Ercolano si arrendono al Covid
TOSCOLANO MADERNO - Il Comune annulla i fuochi d'artificio in programma per l'11 agosto, evento tradizionale e attesissimo su tutto il lago, con il quale si festeggia il patrono della Riviera, Sant'Ercolano.
L’annuncio tramite un avviso diramato sulle pagine social ufficiali del Comune di Toscolano Maderno: «Lo spettacolo pirotecnico in programma l’11 agosto per Sant’Ercolano è annullato in quanto non è possibile garantire il mantenimento del distanziamento degli spettatori in un’area così vasta. Lo spettacolo è rinviato al 2021».
L’emergenza sanitaria fa un’altra vittima: l’evento pirotecnico che è un appuntamento tradizionale per Toscolano Maderno e per l’intera riviera gardesana, seguitissimo ogni anno da terra e dall’acqua (per l’occasione Navigarda organizza sempre una crociera notturna sulle sue motonavi per ammirare i fuochi dal lago). Proprio per questa ragione il Comune ha deciso di annullare l’evento e di dare a tutti appuntamento al 2021.
Saranno invece confermate le consuete funzioni religiose, come la benedizione del lago in programma il 12 agosto, le messe e i vespri, che potranno aver luogo nel rispetto delle misure anti-contagio.
Ercolano, il santo della Riviera
La storia della vita di Ercolano (che per volere del Cardinale Carlo Borromeo venne fissata in un volumetto scritto in latino dal vicario Bartolomeo Vitali nel 1584 e tradotto in lingua italiana quasi due secoli dopo) si presenta particolarmente interessante proprio relativamente al periodo che Ercolano, vescovo di Brescia dal 552 al 579, trascorse sul Garda, dopo aver lasciato la sede vescovile di cittadina per l’eremitaggio in quel di Campione, dove morì in odore di santità.
Secondo documenti e scritti di varie epoche, dove storia e leggenda si intrecciano vorticosamente fino a confondersi l’una con l’altra, al Santo si devono numerosi miracoli e prodigi che gli valsero la venerazione e l’amore dei gardesani. Una devozione che trova conferma nella curiosa leggenda sorta sulle vicende relative alla sua sepoltura. Si racconta che per risolvere la contesa scoppiata tra le comunità della riviera che tutte volevano custodire la salma di Ercolano nel proprio territorio, i reggenti pubblici dell’epoca deliberarono di affidare la combattuta decisione al volere divino: posero il cadavere su una barca senza governo, abbandonata in mezzo la lago, e stabilirono di seppellirlo dove essa, spinta dalle correnti, avesse raggiunto la riva.
Come noto il corpo del Santo approdò a Maderno e nel punto preciso dove la barca toccò terra, sul tratto di lungolago situato di fronte all’attuale chiesa parrocchiale, esiste ancora una lapide a ricordo dell’evento.
Per i madernesi quel tratto di lago divenne addirittura luogo di culto: «Ivi l’acqua migliore e più salubre -si legge nel volumetto cinquecentesco del Vitali- si cavava per darla agli infermi. E di più che di quantunque spesse volte ivi siano caduti dei fanciulli nessuno è mai annegato, benché l’acqua vi fosse profondissima. Un devoto rispetto ancora fino ai nostri tempi si è portato a quel luogo, essendo tassate delle pene a chiunque ardisse imbrattare quell’acqua, o in altro modo profanarla».
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