Il mistero di Henri Pick per CinemAteatro

VALEGGIO SUL MINCIO - Mercoledì 15 luglio alle 21.15 per CinemAteatro, nel cortile del Teatro Smeraldo a Valeggio sul Mincio (MN), si proietta «Il mistero di Henri Pick»

Trama: La giovane editor Daphné Despero scopre, in una bizzarra biblioteca in cui sono custoditi i manoscritti rifiutati dagli editori, un capolavoro scritto da un pizzaiolo locale, Henri Pick.

Il critico letterario Jean-Michel Rouche, durante una trasmissione televisiva da lui condotta, mette in dubbio l’attribuzione del testo e da quel momento la sua vita viene sconvolta. L’unico modo per riscattarsi sarà recarsi in Bretagna per indagare sul misterioso autore…

 

Critica: Ispirato dal romanzo omonimo di David Foenkinos, Il Mistero Henri Pick è una commedia brillante e arguta, che sa sfruttare al meglio le numerose carte a disposizione: innanzitutto un cast di bravissimi professionisti, tra i quali spicca il protagonista interpretato da Fabrice Luchini, a cui calza a pennello il personaggio del critico di successo, inesorabile ma in fondo umanamente fragile e con un lato tenero da scoprire (il regista ha dichiarato di aver pensato sempre a lui per la parte mentre scriveva la sceneggiatura), e l’ironica Camille Cottin, che veste i panni della figlia del defunto pizzaiolo Henri Pick, fino ad Alice Isaaz, la giovane Daphné Despero, il cui visetto angelico lascia sempre trasparire un’ambiziosa determinazione, senza dimenticare il cameo di Hanna Shygulla nella parte di una anziana pianista di origine russa.

Poi la trama, che si dipana, più che come un giallo, come una “caccia al tesoro” in cui i personaggi indagano su indizi che rimandano ad altri indizi alla ricerca della verità, ed un montaggio attento ai tempi comici, il tutto sullo sfondo di una scenografia che alterna gli splendidi paesaggi bretoni (diverse scene sono ambientate nella presqu’île de Crozon, dipartimento di Finistère) con interni affollati di libri, veri protagonisti della storia: dalla casa di Jean-Michel Rouche, candida, elegante, ed invasa da volumi ovunque, alla biblioteca dei libri rifiutati, un po’ polverosa e “magica”, fino alla casetta di Joséphine Pick che vanta una libreria di tutto rispetto (d’altronde la donna ha chiamato il figlioletto Melville), tanto da lasciare stupefatto il critico parigino pieno di pregiudizi verso i provinciali.

Ed è proprio davanti alla biblioteca di Joséphine che avviene uno dei tanti gustosi scambi di battute “letterarie” di cui è disseminato il film, in cui Luchini recita imitando la scrittura della Duras. Perché, in fondo, tutta la storia ruota proprio intorno al riconoscimento dello stile (“la nostra epoca è ossessionata dalla forma” si dice ad un certo punto) e, soprattutto, a quanto la “confezione”, l’affabulazione volta a confezionare una storia intorno all’opera, ridotta a mero prodotto, conti più del contenuto per determinarne il successo.

Viene sottolineato più volte anche quanto, in un buon libro, ciascuno di noi trovi sempre qualcosa di se stesso (“Quando un libro è buono sembra essere scritto per noi”) tanto da potersi ingannare e riconoscere in episodi di finzione, o riferiti ad altri, fatti che abbiamo vissuto personalmente (rendendo sempre necessario avvisare che ogni riferimento è puramente casuale).

Con la grazia e la simpatia propria delle garbate commedie francesi, Il mistero Henri Pick scherza con le manie dei cosiddetti amanti dei libri (le signore del club del libro, vagamente stregonesche, che leggono solo gialli) e sulla tendenza della società attuale a ribaltare i preconcetti in altri preconcetti, come appunto la storia del pizzaiolo genio della letteratura che non può essere smontata impunemente in televisione senza conseguenze per il conduttore sospettoso e troppo ligio al suo dovere (“Io faccio il mio lavoro di critico letterario” afferma Luchini – “No, tu sei un presentatore, devi presentare” gli risponde il regista della trasmissione), troppo adatta per far identificare il pubblico e vendere un libro che, per quanto capolavoro, non troverebbe in altro modo la stessa visibilità; troppo bella per essere vera ma anche troppo bella per non esserlo.

Camilla Lavazza

 

IL MISTERO HENRI PICK

Titolo originale: Le mystère Henri Pick.

Regia Rémi BEZANÇON

Sceneggiatura Rémi BEZANÇON -Vanessa PORTAL

Tratto dal romanzo di David FOENKINOS pubblicato in Francia da Editions Gallimard e in Italia da Mondadori

Personaggi e interpreti

Jean-Michel Rouche Fabrice LUCHINI

Joséphine Pick Camille COTTIN

Daphné Despero Alice ISAAZ

Frédéric Koska Bastien BOUILLON

Madeleine Pick Josiane STOLERU

Inès de Crécy Astrid WHETTNALL

Jean-Pierre Gourvec Marc FRAIZE

Magali Roze Marie-Christine ORRY

Brigitte Rouche Florence MULLER

Gérard Despero Vincent WINTERHALTER

Bénédicte Le Floch Annie MERCIER

Con la partecipazione straordinaria di Hanna SHYGULLA nel ruolo di Ludmila Blavitsky

Fotografia Antoine MONOD – A.F.C.

Montaggio Valérie DESEINE

Scenografia Maamar ECH-CHEIKH

musiche originali Laurent PEREZ DEL MAR

Sonoro Marc ENGELS – Olivier WALCZAK Anne GIBOURG – Emmanuel CROSET

Costumi Marie-Laure LASSON

Primo assistente alla regia Jean-Louis FRÉMONT

Segretaria di edizione Isabelle PERRIN-THEVENET

Casting Nadia NATAF

Direttore di post-produzione Pascal BONNET

Direttore di produzione Patricia COLOMBAT

Prodotto da Isabelle GRELLAT -Éric ALTMAYER – Nicolas ALTMAYER

Durata 100 min

 

 

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