Sopralluogo all’ex convento dell’Inviolata, restauro finito per Pasqua

RIVA DEL GARDA - Questa mattina, venerdì 13, sopralluogo del sindaco Cristina Santi e dell’assessore ai lavori pubblici Pietro Matteotti all’ex convento dell’Inviolata. Conclusione lavori prevista entro Pasqua. Ospiterà attività culturali ed eventi musicali.

Sindaco e assessore sono stati accompagnati per la Soprintendenza provinciale ai beni architettonici dalla responsabile della sorveglianza dei lavori, l’arch. Cinzia D’Agostino, e per il Servizio opere civili dell’Agenzia provinciale per le opere pubbliche dal geom. Stefano Torboli.

Dopo un primo incontro dell’amministrazione comunale con l’arch. Cinzia D’Agostino, al quale ha preso parte qualche giorno fa anche l’assessore Mauro Malfer, il sindaco e l’assessore Matteotti hanno voluto approfondire lo stato di avanzamento dei lavori, la cui conclusione è prevista entro Pasqua, anche in vista della definizione puntuale della destinazione dell’antico immobile, che assieme alla contigua chiesa dell’Inviolata rappresenta uno dei monumenti più rilevanti di Riva del Garda e del Trentino.

Un capolavoro seicentesco patrocinato dai Madruzzo e donato all’ordine che custodiva il complesso di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma, dove i cardinali trentini avevano eretto la propria cappella sepolcrale.

 

 

Parte dell’immobile è già in uso all’attiguo Conservatorio, il cui edificio è collegato all’ex convento nel settore settentrionale; per la restante parte il progetto ha previsto funzioni pertinenti ad attività culturali ed eventi musicali, in sinergia alle attività del Conservatorio, e ad attività ecclesiali e culturali, nella prospettiva della creazione di un centro studi diocesano sulla musica sacra, in virtù di un accordo con l’Arcidiocesi di Trento.

Sui dettagli del futuro utilizzo dell’ex convento la nuova amministrazione ha in previsione una verifica e possibili affinamenti, da concordare con il Conservatorio e con l’Arcidiocesi di Trento, con l’obiettivo della massima valorizzazione di un monumento di ragguardevole pregio, che il restauro ha messo in ulteriore, grande evidenza, e in particolare di una possibile fruizione del pubblico, con modalità che dovranno essere attentamente studiate.

 

«Ho ricevuto dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti la disponibilità a sostenere pienamente questo progetto -spiega il sindaco Santi- e come amministrazione comunale vogliamo assolutamente cogliere questa opportunità. E fare in fretta, per restituire finalmente questo meraviglioso edificio storico alla collettività».

«I dettagli da definire sono numerosi -aggiunge l’assessore Matteotti- e attengono anche a una complicata situazione catastale, per la quale occorrerà concordare con l’Arcidiocesi una soluzione che soddisfi sia loro, sia l’amministrazione comunale».

Il restauro -iniziato nel marzo del 2017- è stato condotto in due fasi: la prima, per la parte architettonica, si è occupata del consolidamento statico della struttura, interessata diffusamente da fessurazioni causate principalmente gli eventi bellici e sismici, per mezzo di minime opere di adeguamento funzionale mediate da una particolare attenzione al recupero delle finiture originarie. La seconda fase ha preso in carico l’apparato decorativo, ovvero pitture e affreschi.

I lavori hanno fornito nuovi dati sulle tecniche costruttive e sugli adattamenti subiti dal convento, oltre a finiture e decorazioni che risultavano occultate da strutture posteriori, come i controsoffitti in malta paglia.

In particolare al primo piano, dove si trovavano le celle dei frati Gerolimini, con gli accessi segnalati da affreschi con immagini di venerabili rappresentanti dell’ordine: qui sono emersi i soffitti lignei originari, tra i quali una bella struttura in legno dipinto nella stanza superiore al refettorio. Il soffitto riccamente decorato è attribuibile al XVII secolo, eseguito con disegno seriale a volute fitoformi in bicromia nella gamma delle terre.

La decorazione interessa anche le pareti con riquadrature e cornici, che riprendono i toni cromatici della decorazione a soffitto. La stanza si distingueva quindi dalla semplicità delle celle, sia in decorazione sia in ampiezza, forse destinata alle riunioni dei padri o come studiolo, e aveva accesso da un andito ricco di decorazioni parietali.

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