Il PD sulla depurazione: “Progetto condiviso che metta al centro il Garda, bene comune”

LAGO DI GARDA - La posizione dei circoli gardesani del PD sulla questione depurazione: «Poco importa la collocazione dei depuratori. C'ò che conta è il pieno rispetto del Garda "bene comune". La gravità del problema esige assunzioni di responsabilità non più dilazionabili».

«La decisione assunta dal Consiglio provinciale – scrivono in una nota i circoli del Partito Democratico del Garda –  di adottare per il problema del collettore del Garda un principio di territorialità, ha fatto nascere tra i democratici gardesani la consapevolezza che è diventato urgente confrontarsi in modo chiaro e trasparente per giungere finalmente ad una decisione condivisa.

Prendiamo atto che la politica prende uno spazio di sei mesi per fare in modo che i tecnici preposti ci diano una risposta sulla fattibilità di un progetto alternativo. Sei mesi che, a differenza di quanto dichiarato da alcuni esponenti politici sui media, noi vediamo come un tempo investito, non come uno spreco.

Per noi democratici gardesani risulta fondamentale giungere ad una soluzione di questa problematica, che da troppo tempo è lì sul tavolo ed è stata fonte di laceranti divisioni. Lo diciamo francamente: a questo punto che i depuratori vengano ubicati in altre località differenti, anziché a Gavardo e Montichiari, soluzione che comunque, allo stato dei fatti, non sembra potersi abbandonare a priori, poco importa.

Ciò che importa è che le nuove tecnologie applicate alla depurazione, ci garantiscano il pieno rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Importante è dunque che l’eventuale nuova proposta risulti tecnicamente valida sotto ogni riguardo, così che si possa raggiungere l’obiettivo finale in modo condiviso e in tempi brevi. Non vorremmo che questi sei mesi che ci siamo dati divenissero pretesto per prendere tempo e per dilazionare ulteriormente una decisione.

Invece non c’è tempo da perdere perché al punto cui è giunta la discussione e la gravità del problema esigono assunzioni di responsabilità non più dilazionabili.

A questo punto ci pare giusto ricordare che, quando parliamo del Garda, parliamo di un bene comune, dove in gioco c’è innanzitutto la salute di chi vi abita e attinge acqua dal lago; poi in secondo luogo c’è in gioco l’ambiente, unico nel suo genere, che va preservato il più possibile; infine quando parliamo del Garda, stiamo parlando della terza economia turistica d’Italia (25 milioni di presenze l’anno, che nelle previsioni degli esperti, nei prossimi anni, pandemia permettendo, potrebbero aumentare) con un indotto notevole anche nei territori circostanti.

A queste ultime considerazioni dobbiamo aggiungere che sul Garda il problema dell’inquinamento da risolvere non riguarda solo le acque, ma coinvolge anche l’aria che si respira e la qualità di vita delle tante persone che hanno scelto di abitare in questo luogo per tanti aspetti meraviglioso. Per questo riteniamo giusto e percorribile impegnarci ad elaborare insieme un progetto che vada oltre quello di collettamento e depurazione delle acque, ma che rilanci l’idea di un Garda protagonista e attore di progetti di sostenibilità ambientale, quali quelli di una mobilità alternativa, green, che abbia la finalità di decongestionare il traffico e contrastare anche un inquinamento smisurato dell’aria. Queste sono le sfide future che ci attendono. A noi democratici del Garda questi non paiono sogni irrealizzabili.

Se non partiamo mai col mettere in campo una nuova e diversa progettualità, verremo meno ai nostri compiti. Dobbiamo allora cogliere questa occasione, che ci viene offerta dagli stanziamenti europei, per andare oltre una visione localistica.

Dimostriamo di essere europeisti e voliamo alto! Apriamo la nostra visione della realtà che ci circonda impegnandoci non solo per la tutela, ma anche per il rilancio ambientale sostenibile del nostro Lago, prezioso bene comune. Confidiamo che la nostra non appaia una posizione di parte, ma, come vuole essere, sia accolta come una posizione trasversale e condivisa, perché trasversale e da condividere è l’interesse del bene comune».

 

 

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