Omar sulla vetta del Monte Bianco con due protesi d’anca

MONTE BIANCO - Oggi, mercoledì 11 maggio, Omar Oprandi ha raggiunta la meta. Era partito da Drena, Garda trentino, 9 giorni fa. Barca a vela, bici e sci alpinismo per un'impresa compiuta a meno di 60 giorni dall’ultima operazione di protesi all'anca.

Questa mattina Omar Oprandi ha raggiunto la cima del Monte Bianco, 4810 metri, la vetta d’Europa.

Ha concluso con successo la sua avventura iniziata 9 giorni fa da Drena, borgo del Garda trentino dove Omar abita con la sua famiglia.

In questi nove giorni ha portato a compimento il suo progetto «Ripartire da Zero». Non per stabilire record, ma per lanciare un messaggio: «Dopo una caduta, ci si può rialzare e proseguire più forte di prima».

 

Omar Oprandi è una guida alpina e campione di scialpinismo che dopo essere stato operato all’anca destra nel 2019 e a quella sinistra lo scorso 14 marzo, ha deciso di ripartire da capo, ovvero di rinascere, di ritrovare la forza fisica e, soprattutto, di farsi esempio per infondere coraggio a chi, come lui, affronta il recupero da un’operazione.

Omar è partito da Drena martedì 3 maggio e ha raggiunto Riva del Garda, dove è salito su una barca a vela per attraversare il lago fino a Salò.

Poi ha pedalato in sella a una mtb fino a Chamonix. Da lì ha cominciato la salita “normale” al Monte Bianco con l’attrezzatura da scialpinismo, fino al rifugio dei Grands Mulets a 3050 metri, dove ha pernottato.

Quindi, nella giornata di oggi, la salita fino alla vetta. Qui Omar contava di arrivare entro mercoledì 11 maggio, giusto per rimanere sotto i 60 giorni dalla data dell’ultima operazione, un tempo di recupero decisamente arduo e rapidissimo. Così è stato.

 

Prima della partenza Omar ci aveva detto: «Non sarà un’impresa e chiaramente non ho in mente di fare un record. L’obiettivo è comunicare l’importanza della forza di volontà. Non farò il percorso correndo, ma prendendo i giusti tempi, con un sano spirito goliardico».

E ancora: «L’obbiettivo è solo quello di ricominciare col fare ciò che mi è necessario. Il mio scopo è quello di rendere fattibile ciò che sembra difficile attraverso la forza di volontà. Attraverso gli allenamenti fisici nella ricerca della mia nuova “rinascita”. Non sarà una gara. Ogni giorno sarò al lavoro mentalmente e fisicamente per “Ripartire da zero”, e arrivare con convinzione a quello che ero prima. Perché è proprio questo il senso. Far capire che un uomo, dopo che cade, può rialzarsi più forte di prima per raggiungere un obbiettivo all’apparenza impossibile».

 

Omar è arrivato alla fase pre-operatoria con una preparazione fisica eccellente, per garantirsi poi un recupero più rapido. La stessa avventura che ha intrapreso simboleggia in un certo senso il percorso post-operatorio: partenza soft in barca a vela, riabilitazione in bici e recupero totale salendo la vetta più alta d’Italia.

Omar Oprandi è conosciuto per le sue imprese atletiche e sportive (leggi qui il suo curriculum).

Classe 1965, originario di San Pellegrino Terme in provincia di Bergamo e da una ventina d’anni residente a Drena, dove vive con la moglie Sabrina e la figlia Niki, è guida alpina dal 1997, accompagnatore di mountain bike e allenatore federale FISI di scialpinismo. Pratica anche arrampicata e parapendio. Con gli sci e le pelli di foca ai piedi ha vinto un centinaio di gare in vari circuiti.

Ora ha portato a termine questa nuova avventura, senza record ma con un messaggio ben preciso da lanciare: «Il senso di tutto questo è far capire che un uomo, dopo una caduta, può rialzarsi e proseguire più forte di prima».

Omar Oprandi durante la presentazione del progetto.

 

 

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