Siccità e tutela del Garda, il deflusso non sarà aumentato

SALO' - Nessun aumento del deflusso dal Garda. Non si andrà oltre la quota di 70 metri cubi d’acqua al secondo che oggi escono dal lago. E' l'impegno preso dai soggetti coinvolti nella gestione delle acque.

Visti i drammatici problemi che sta vivendo il fiume Po e le pressanti richieste di acqua da parte degli utilizzatori di valle, è un risultato importante, che consente al lago di tirare un sospiro di sollievo e di alleggerire, almeno per un po’, le preoccupazioni per il proseguo dell’estate.

A rassicurare gli enti gardesani che non saranno ulteriormente aumentati i prelievi sono stati i soggetti gestori delle acque, giunti ieri, venerdì 8 luglio, a Salò per un vertice convocato dalla Comunità del Garda, che nel bel mezzo della peggiore crisi idrica degli ultimi decenni ha voluto fare il punto con tutti gli attori coinvolti: Autorità di bacino del Po, gestori del servizio idrico, comuni rivieraschi e utilizzatori di valle.

«Non ci saranno aumenti dei prelievi – dice il segretario della Comunità, Pierlucio Ceresa –, siamo soddisfatti».

Del resto il Garda sta già facendo la sua parte per alleggerire i problemi del grande fiume: quasi 15 dei 70 mc che ogni secondo escono dal lago finiscono nel Po, mentre gli altri 55 sono destinati al Consorzio del Mincio e dunque all’irrigazione delle coltivazioni in pianura.

livelli garda salionze
Lo sbarramento regolatore di Salionze, a Peschiera (foto di Bruno Frazzini).

 

Uno sforzo che Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di Bacino del Po, la massima autorità che si occupa della tutela del bacino idrico del più grande fiume d’Italia, apprezza: «Questi 70 mc/s che il Garda rilascia in modo molto responsabile – dice – risultano fondamentali per sostenere la portata del fiume nella parte a valle, nella zona del delta, dove si cerca di mitigare i danni dovuti alla risalita dell’acqua salata dal mare Adriatico mantenendo la portata, per difendere e tutelare le 750mila utenze idropotabili che gravitano nell’area del delta. La condivisione di intenti tra enti che rappresentano interessi diversi – conclude Berselli – è fondamentale per far fronte alla siccità».

il Po in secca.

 

In questa situazione nessuno può guardare solo al proprio orticello. Anche gli utilizzatori di valle – come sottolineano Elide Stancari, vicepresidente del Consorzio del Mincio, e Gianluigi Zani, presidente del Consorzio del Chiese – stanno facendo la loro parte: «Cerchiamo di risparmiare il più possibile sui prelievi, in un’ottica di solidarietà nei confronti del fiume Po».

Va detto che oggi il Garda, a differenza di altri bacini, non è ancora in una situazione allarmante: ha una percentuale di riempimento del 47,9% e il livello si assesta a 60 cm sullo zero idrometrico. Luigi Mille, direttore dell’A.I.Po, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po che gestisce la regolazione dei livelli del Garda, parla di «20 anni di gestione del lago portata avanti nel segno delle condivisione delle scelte. Questo – dice Mille – è il segreto che fa sì che ogni anno si arrivi all’inizio della stagione irrigua con il Garda pieno, mentre gli altri laghi sono mezzi vuoti. Questo perchè le scelte sono fatte in anticipo, con oculatezza e rispettando le priorità: prima gli usi idropotabili, poi quelli agricoli e infine tutto il resto».

Il summit in Comunità del Garda sull’emergenza idrica.

 

Per Mario Bocchio, presidente di Garda Uno e membro del Cda di Acque Bresciane, «l’attenzione ai livelli dell’acqua del Garda è fondamentale del punto di vista idropotabile, per garantire qualità e sicurezza ai Comuni che la utilizzano per l’acquedotto». Oggi il lago, tra deflusso ed evaporazione, perde un centimetro di acqua al giorno. L’obiettivo è evitare di scendere sotto la fatica soglia dei 30 cm, oltre la quale cominciano i problemi seri per la navigazione e l’approvvigionamento idrico.

Il Garda in sofferenza idrica. Qui siamo a Gargnano.

 

Strategie e interventi strutturali di lungo periodo

Quella che oggi consideriamo una situazione assolutamente straordinaria potrebbe diventare, per effetto dei cambiamenti climatici, la normalità. Nessuna sorpresa, era tutto ampiamente previsto.

Il progetto scientifico Eulakes, coordinato dalla Comunità del Garda e pubblicato ormai da qualche anno, delineando i possibili scenari climatici futuri per la zona del Garda parla, nella peggiore delle ipotesi, di incrementi delle temperature estive fino a + 5°C entro la fine del secolo e di un calo delle precipitazioni estive del 45% (ne avevamo scritto qui).

Per questo si impongono strategie e interventi strutturali di lungo periodo. Come ha voluto sottolineare, tramite il segretario Ceresa, la presidente della Comunità del Garda, il ministro Mariastella Gelmini, non presente ieri a Salò per impegni a Roma. «È opportuno accelerare sulla realizzazione del nuovo sistema di depurazione del Garda bresciano – insiste il ministro – anche perché le acque reflue depurate potranno essere di sollievo all’agricoltura, contribuendo a soddisfare il fabbisogno idrico nei periodi di irrigazione».

I mutamenti climatici ormai evidenti a tutti rendono inoltre indispensabili altri interventi strutturali per prevenire i problemi legati ai peridi di siccità: «Risparmiare e stoccare acqua quando è disponibile tramite la realizzazione di bacini di accumulo, razionalizzare il sistema irriguo attraverso la diffusione di tecniche ad elevata efficienza d’uso dell’acqua e convertire l’economia agricola puntando su colture meno idrovore».

Acqua bassa a Gardone Riviera.

 

 

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