In un libro la storia della chiesa di San Martino e San Zeno

LAZISE - oggi, venerdì 11 novembre alle 15, alla Dogana Veneta la presentazione del libro di Don Guido Romagnoli dedicato alla chiesa di San Martino e San Zeno.

Don Guido Romagnoli, lacisiense “de soca”, da alcuni anni ritornato nella propria casa natia, nel centro antico di Lazise, all’interno delle storiche mura scaligere, si è rimesso alla scrivania per una nuova fatica editoriale.

Infatti, dopo il libro editato dalla Associazione Francesco Fontana dal titolo “Quattro passi in centro” corredato dalle belle immagini di Egidio Isotta, il sacerdote ha voluto raccogliere dati, informazioni, antichi scritti per dare alla luce un libro di una ottantina di pagine dedicato alla chiesa di San Martino e San Zeno.

Il libro viene presentato alla popolazione di Lazise venerdì 11 novembre alla Dogana Veneta nel corso della festa del santo patrono San Martino di Tours. Saranno presenti gli anziani, il parroco Don Lanfranco Magrinelli, il sindaco Luca Sebastiano e le autorità locali. La chiesa parrocchiale che è stata costruita in stile neoclassico, attraverso varie fasi e vicende, tra la fine del 1700 e il 1840. Voluta da Don Giovanni Vicentini, arciprete a Lazise dal 1780 al 1798. E’ stata progettata dall’architetto Luigi Trezza di Verona.

“I lavori sono poi proseguiti con i parroci Don Jacopo Manzini e Don Angelo Cettini, Don Antonio Broglia e da Don Bartolomeo Tomezzoli – spiega accuratamente Don Guido Romagnoli – e per questa ampia chiesa nel cuore di Lazise sono state utilizzate anche parti murarie della vecchia chiesa preesistente. Va sottolineato che Luigi Trezza era un grande ammiratore di Michele Sammicheli ed i suoi interessi spaziarono dalle opere pubbliche ai palazzi privati, fino alle chiese, alle ville ed ai giardini. Ma tornando alla chiesa- continua Romagnoli – va sottolineato che i lavori furono più volte sospesi quando calarono gli eserciti napoleonici e furono ripresi nel 1821 e finirono gradualmente nel 1840 con l’intervento di Francesco Ronzani che modificò il primitivo progetto di Trezza. Nel 1821 venne abbattuto il vecchio campanile, si fece per intero il coro, il presbiterio e la terza parte della navata, e si ricostruì il nuovo campanile alto 33 metri. Diedero un forte contributo lavorativo anche i fedeli. Infatti ogni domenica si recavano con i loro carri fino a San Vigilio per raccogliere pietre e trasportale nel cantiere della chiesa.”

Il libro di Don Guido Romagnoli, che consta appunto di una ottantina di pagine, è corredato dalle foto de Il Punto di Vista ed è stato editato da Grafica BM Servizi Grafici e da Stampa e Confezione Grafiche San Valentino nel mese di ottobre scorso.

Oltre alla storia della chiesa vera e propria, il volume riporta con dovizia di particolari la descrizione degli altari laterali, delle iscrizioni, dei fregi e delle cappelle. Una nota particolare è riservata all’antico organo ed alla numerose confraternite che fino dal 1600 erano parte della comunità cristiana del paese.

Don Guido Romagnoli.

“Va ricordato – continua ancora l’autore – che la parrocchia di Lazise è molto antica, tanto che il primo documento scritto sulla comunità cristiana risale al 983. Riporta la presenza di un “ presbiter” di nome Gisemperto, come uno dei diciotto capi di Lazise, ai quali l’imperatore Ottone II° concesse i benefici di autonomia al borgo lacisiense nel corso della Dieta di Verona. Successivamente nel 1077 diventa Pieve. Nella prima metà del dodicesimo secolo, all’interno dell’attuale sede cimiteriale, in stile romanico viene eretta la prima chiesa dedicata a San Martino. Col passare degli anni la chiesa diventa sempre più fatiscente ed il vicario del vescovo Gian mattero Giberti, giunto alla pieve in visita pastorale il 16 ottobre 1526, stigmatizza che la pieve ha bisogno di evidenti restauri. Fu abbandonata nel 1528 a causa delle devastazioni di alcuni eserciti invasori. Nel frattempo i fedeli si diressero nella chiesa dedicata a san Zeno, dentro le mura di Lazise che di fatto divenne la chiesa parrocchiale con patroni contitolari San Martino e San Zeno. La chiesa entro le mura era stata edificata nel 1295.”

Con dovizia di particolari e con preciso riferimento alla loro presenza nella parrocchia di San Martino, Don Guido riporta tutti gli arcipreti e pievani che sino succeduti dal 983 fino ai nostri giorni.

“Ritengo possa essere un dono alla nostra comunità – conclude Romagnoli -affinchè resti memoria della nostra chiesa a cui personalmente sono molto legato e desidero ringraziare il Signore, la Madonna e tutti i Santi per avermi concesso il dono della consacrazione e di continuare a godere di questo splendido luogo sacro che rappresenta anche la storia del nostro paese.”

sb

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