Ciclovia, Gelmini: “Quasi impossibile fermare il progetto”

LAGO DI GARDA - Il progetto della ciclovia del Garda è contestato per l’impatto ambientale e paesaggistico. La presidente della Comunità del Garda: «Chi vuole far modificare il progetto deve lavorare operando nel proprio territorio e con le rispettive amministrazioni».

Continua a fare discutere il progetto della ciclovia del Garda.

Se ne è parlato anche lo scorso 20 maggio, presso la sede della Comunità del Garda, a Salò, dove la senatrice Mariastella Gelmini, Presidente della Comunità, ha ricevuto una delegazione di associazioni riunite nel Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, che nei giorni scorsi ha diffuso una lettera aperta sulla questione (la puoi leggere qui).

Riportiamo, di seguito, il resoconto diffuso dallo stesso Coordinamento.

«Oltre alla Presidente erano presenti il dott. Pierlucio Ceresa, Segretario Generale della Comunità del Garda, il Vicepresidente dott. Filippo Gavazzoni, Assessore a Peschiera del Garda e rappresentante dell’area veneta e la delegata di Presidenza on. Anna Lisa Baroni.

Per il “Coordinamento Interregionale per la tutela del Garda” erano presenti rappresentanti delle tre regioni con il WWF veronese, Comitato Salvaguardia Area lago di Riva del Garda, Legambiente per il Garda ed i Presidenti di Italia Nostra di Brescia, Verona e Trento.

È stata subito evidenziata la difficoltà di reperire documenti su cui studiare e fare osservazioni. Sono state presentate, anche con l’aiuto di proiezioni, quelle che i cittadini attivi considerano le criticità di quest’opera, ormai in fase avanzata di progettazione ed in alcuni tratti in esecuzione.

Si è sottolineato il gravissimo impatto ambientale (avifauna) e paesaggistico; nell’Alto Garda le strutture della ciclovia comporterebbero una ferita sulle falesie, veri e maestosi monumenti naturali: le “passerelle, con una larghezza di 3,50 mt più gli ancoraggi per un totale di 4,24 mt, in alcuni tratti coperti da paramassi, creerebbero un vero e proprio volume che andrebbe a sfregiare le pareti rocciose.

Soprattutto è stata sottolineata la pericolosità geologica del tratto dell’Alto Garda: sono stati prodotti studi e dati incontrovertibili e ricordata ancora la pericolosità sismica che caratterizza il nostro territorio. Si è evidenziato che le caratteristiche di sicurezza, che una ciclovia deve avere, in molti tratti non sono garantite.

Si è accennato che nella parte veneta la progettazione e la parziale realizzazione in corso della ciclovia segue e sovrasta la nuova condotta fognaria, passando lungo la costa su spiagge e luoghi preziosi sia per il turismo che, in alcuni casi, per la naturalità dei posti.

Si è proposto che, per tutto il tratto che costeggia le falesie del Trentino, l’opera progettata venga sostituita, come indicato dalle norme ministeriali per la progettazione delle ciclovie, da un trasporto via lago a basso impatto ambientale e che sicuramente permetterebbe un cospicuo risparmio economico.

Nella parte del basso lago, dove la ciclovia scorre lungo colline moreniche, l’impatto è principalmente paesaggistico e di consumo di suolo: la nuova infrastruttura attraversa zone agricole di pregio con la manomissione di parte di opere utili da sempre per l’agricoltura che, comunque, caratterizza il paesaggio e il taglio di vegetazione arborea che in alcune zone rappresenta un’importante opera paesaggistica che non potrebbe venir rimpiazzata con nuove piantumazioni.

Critico il passaggio dai centri storici o la manomissione della Promenade, passeggiata storica di Gardone Riviera, critici i punti previsti di passerella a lago davanti ad architetture storiche e paesaggi naturali unici. Non ultimo la pericolosità della commistione della ciclovia con strade di grande traffico: in molti tratti infatti si sovrappone alla 45 bis, particolarmente da Salò verso nord. Ancora una volta non sono rispettate le caratteristiche di sicurezza che una ciclovia deve avere.

Si è fattoo notare che la ciclovia non sarà una ciclabile pura ma condivisa da pedoni con rischio per entrambi e che porterà un insostenibile aumento del traffico.

L’ascolto reciproco è stato molto attento e partecipato e alla fine la Presidente Mariastella Gelmini ha detto che, da parte sua, ha già parlato con diversi sindaci del tratto lombardo, alcuni dei quali abbastanza scettici sul progetto.

Ha inoltre detto – conclude il Coordinamento – che sarà quasi impossibile fermare questa ciclovia ma che, da parte nostra, se vogliamo cercare di farla modificare, ognuno deve lavorare operando nel proprio territorio e con le rispettive amministrazioni».

La realizzazione della ciclovia a Brenzone.

 

 

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