Feralpisalò, Pasini deluso dalla poca partecipazione della cittadinanza salodiana

SALO' - Il presidente di Feralpisalò, Giuseppe Pasini: «La cittadinanza di Salò non dimostra attaccamento né un pizzico di passione per venire fino a Piacenza a seguire la squadra che rappresenta il suo territorio».

“La squadra col Modena è stata all’altezza. Ma non accetto che si pensi ad una Feralpisalò vittima sacrificale. Adesso alzeremo la voce, non accettiamo leggerezze, esigo rispetto totale”.

Orgoglio, tantissimo. E altrettanta amarezza. Il presidente Giuseppe Pasini ha vissuto un day after dai sapori contrastanti. E ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Intanto un plauso alla squadra e allo staff. Contro il Modena ho visto una Feralpisalò viva, consapevole mentalmente, a tratti brillante, che ha saputo reagire allo svantaggio e anche in 10 ha saputo reggere e stringere i denti, sintomo di una crescita, di un gruppo coeso e di una condizione sicuramente migliorata.

C’è grande soddisfazione per aver rotto il ghiaccio ottenendo il primo punto, più che meritato, segnando il primo gol in B con Davide Balestrero, che ieri indossava la fascia da capitano e a cui siamo affezionati: è cresciuto con noi, ha creduto nel club e noi in lui ed è stato tra i principali interpreti del “Capolavoro Verdeblù”.

I nuovi arrivati hanno fatto bene e cresceremo ancora. Quello di ieri è un punto di una nuova partenza e sono felice.

Sono invece molto deluso da quello che ci e stato tolto al 64’, col rigore prima fischiato e poi tolto dal Var con tanto di secondo giallo per una presunta simulazione a Felici. Nove volte su 10 quello è rigore. E di certo non può essere simulazione. Se fossimo rimasti in 11 avremmo forse potuto giocarci qualcosa in più.

L’arbitraggio non mi è piaciuto. Io sono sempre stato a favore del Var ma la chiamata di ieri la trovo fuori luogo. Quindi da presidente mi voglio far sentire, l’ho fatto subito dopo la gara e lo faremo ancora, nelle sedi opportune. Condivido lo sfogo del mio mister: non siamo la cenerentola già destinata alla retrocessione. Se pensano il contrario, be’ allora sappiano che ci sentiranno alzare la voce molto spesso contro le terne e le designazioni. Non ci sto a questo gioco. Non voglio nulla di più o di meno, ma esigo essere considerato alla stregua di tutti gli altri club. Non è il blasone ad indirizzare le partite, ma quello che succede in campo. Da adesso inizieremo ad alzare la voce, il lavoro del mio team va rispettato.

Infine, volevo sottolineare un altro aspetto: un grande abbraccio lo invio simbolicamente ai nostri tifosi, a quelli presenti allo stadio, Vecchia Guardia e Fossa dei Pirati.

Ma sono deluso dalla poca partecipazione della cittadinanza di Salò, che non dimostra attaccamento né un pizzico di passione per venire fino a Piacenza a seguire la squadra che rappresenta il loro territorio. Dovrebbe essere un orgoglio, per noi lo è. Per qualcuno evidentemente no. E questo non mi piace”.

 

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