Violor, il vino condiviso, tra storia amicizia e sogni

BRESCIA - Presentato a Gare 82 a Brescia  un nuovo progetto sul vino, nato dalla sinergia tra il sommelier Manuele Menghini, Gabriele Furletti, vignaiolo di Riva del Garda, e l’interpretazione artistica dello scultore bresciano Stefano Bombardieri.

Dalla sinergia tra un sommelier, un produttore e un artista nasce un vino capace di raccontare un luogo, un sogno e un’idea artistica. Tutto legato da una storia comune e da una visione sinergica e rispettosa

Il blend promette molto bene: un sommelier di grande sensibilità, un giovane produttore di grandi speranze, un artista celebre e solido. Uve del territorio e sapienza artigiana, visione artistica e occhio attento sul mercato. Sono questi gli ingredienti segreti di Violor, la nuova idea di vino che mette insieme tre differenti esperienze e menti, e fa prendere a queste preziose bottiglie una strada inattesa.

L’idea che guida Gabriele Furletti (produttore e titolare della cantina Furletti Gabriele), Stefano Bombardieri (artista) e Manuele Menghini (sommelier) è quella di creare un vino che vada oltre l’etichetta in sé, che sia in grado di raccontare un’idea e un sogno, portando sulle tavole dei fortunati che la berranno i loro valori condivisi. Vini di riserva da centellinare, vini che raccontano un luogo e che percorrono una nuova strada enologica, che mette insieme esperienze e sensibilità diverse per un risultato nuovo.

La storia

Tutto nasce nel momento di pausa forzato del Covid, quando la ristorazione si è fermata e il sommelier Menghini ha iniziato a voler realizzare un sogno: una bottiglia di un vino con un suo imprinting, da servire alle tavole prestigiose che sono la sua casa da sempre.

«Noi, come sommelier, ci affidiamo sempre ai produttori: portiamo in tavola il loro lavoro, e mi sarebbe sempre piaciuto interagire con loro. Ho parlato con Gabriele, conoscevo già i suoi prodotti, ma stare con lui in cantina ci ha fatti avvicinare e apprezzare. Stefano Bombardieri (info sull’artista qui) e sua moglie Cristina li ho conosciuti al ristorante, e si è subito creata un’amicizia che andava al di là del rapporto cliente sommelier. Gabriele aveva questi vini di riserva della vendemmia 2019, messi in bottiglia ma mai usciti in commercio e senza ancora un nome. Da lì a pensare di fare qualcosa tutti insieme è stato un attimo».

Per l’artista bresciano Violor è stata invece l’occasione di confrontarsi da un punto di vista professionale con una sua grande passione personale, l’enologia e l’alta ristorazione, che da sempre frequenta con la moglie: «Sono stato chiamato per realizzare l’etichetta del vino, che avrà una tiratura limitata di 99 pezzi, personalizzando le scatole di legno con uno stencil. Basandomi sul nome l’ho interpretato con un lavoro di grafica, alla mia maniera».

Nome evocativo, Violor, che riprende l’antica denominazione dell’alloro, che ricorda quell’albero forte che il nonno di Gabriele ha piantato per lui e che riporta al suo legame con la terra e con la sua famiglia. Il tempo sospeso tra le generazioni, ma anche il tempo che passa nella produzione di un vino, dalla fase produttiva, alla parte artistica e terminando con la parte di servizio e di memoria che lascia in chi ne fruisce.

L'artista Stefano Bombardieri.
L’artista Stefano Bombardieri.

La produzione

Il vino, in sé, è un altro piccolo sogno realizzato: un assemblaggio di 60% di uve Merlot e 40% di uve Cabernet Franc, raccolte in un vigneto con qualche pianta di Carmener per dare complessità, a Brione, tra Riva del Garda e Torbole.

Qui, nella zona più storica di Riva del Garda per la coltivazione dell’olivo, un anfiteatro naturale protegge le vigne dai venti da Nord. La vigna è realizzata con un sesto d’impianto fitto, diradata per avere 6/7 grappoli a pianta, coi grappoli ridotti di punta e ali per mantenere solo il cuore degli acini e dei sapori.

La vendemmia è rigorosamente manuale e il primo passaggio, che ha selezionato solo i grappoli con gli acini piccolo e spargoli, in grado di dare più complessità e ricchezza al vino, è stato quello che ha dato vita al Violor.

I grappoli sono stati poi diraspati, ed è seguita una pigiatura leggera, che ha permesso alla fermentazione di partire con calma. Alla lavorazione sono poi segui 20/25 giorni di macerazione, in funzione dell’annata e dalla qualità dell’annata. A fine ottobre si è poi proceduto ai due travasi e il vino è passato in botte piccola, di cui 30% nuova, così che le matrici molto ricche potessero evolvere al meglio. 18 mesi di botte dopo, si è arrivati all’affinamento in bottiglia, durato altri 24 mesi.

«È stato un lavoro lungo – spiega il produttore Furletti – e su una selezione particolare a cui tengo molto. Questo vino meritava di avere una narrazione particolare e con questo incontro abbiamo trovato il modo giusto di farlo arrivare alle persone».

violor vino

L’essenza di Violor

Questo vino racconta la storia personale e professionale di tre personaggi diversi, ma che hanno lavorato in sinergia per costruire qualcosa che li rappresenti.

È un condensato del loro lavoro, tre professioni diverse ma sinergiche, che si sono unite per dar vita a un blend in grado di costruire un percorso di bellezza, creatività, dedizione, passione e pazienza.

Li unisce l’attenzione ai dettagli dalla gestione dei vigneti alla vinificazione alla vestizione. Ma li unisce anche l’attaccamento al territorio e alla storia: un giovane che recupera vigne di suo nonno, la riscoperta della storia e del ricordo con il nome che prende spunto da una memoria familiare, con l’arte a suggellare il tutto, in grado di ricordare l’eleganza che si ritrova nei vini e si legge nella versione artistica dell’etichetta.

Tre persone che, insieme, hanno realizzato un sogno da bambini grazie alla sinergia, all’unione e al collegamento tra produttore, sommelier e artista, che si sono incontrati sotto l’aspetto umano: il fattore umano reso liquido e scatenato dalla conoscenza reciproca. Conoscenza che è rispetto reciproco e delicatezza estrema nel mantenere ciascuno la propria identità, professionale e personale: nessuna parte di ego, dunque, ma un incontro fatto di accuratezza e premura, precisione e allineamento.

Violor è disponibile in 99 esemplari, solo su prenotazione, al costo di 90 euro. La bottiglia è custodita in una scatola di legno serigrafata, per un regalo da collezione.

 

 

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