Cercatori d’erba. Malghe da formaggio in Trentino

TENNO (TN) - La stagione espositiva 2024 della Casa degli artisti «Giacomo Vittone» inizia giovedì 21 marzo con la mostra «Cercatori d’erba. Malghe da formaggio in Trentino».

«Cercatori d’erba» racconta quindici storie di donne e di uomini in quindici malghe diverse fatte di suoli, pascoli, paesaggi, microclimi, caratteri e temperamenti altrettanto diversi.

Perché la malga è anche e soprattutto questo: un luogo che esprime una diversità fisica e umana che modella la vera identità dei suoi prodotti. La mostra, che fa parte del segmento dedicato al paesaggio, è un progetto espositivo a tre voci: le fotografie di Marco Simonini, i testi di Francesco Gubert e le opere pittoriche di Amina Pedrinolla.

Tre sguardi dell’oggi su un mondo che si ripete da secoli, con in più l’incontro della ricerca sul passato nelle terre alte con alcuni volti dei vecchi pastori delle montagne, attivi prima dello spartiacque del boom economico. Un dialogo tra passato e presente che compone il mosaico del mondo dell’Alpe.

 

L’alpeggio per comprendere le sfide del nostro tempo

«Vivere e lavorare al di qua della soglia e nel pieno rispetto di quanto il pascolo può effettivamente dare alla mandria e alla comunità umana -spiega Walter Nicoletti nel testo introduttivo della pubblicazione- è una lezione che fa dell’alpeggio un punto fondamentale per comprendere le sfide del nostro tempo in un mondo senza più limiti, dove la crescita fine a sé stessa sembra essere diventata l’unica religione.

Queste “malghe da formaggio” raccontano il tempo presente in un mondo dove “ogni singola parte esiste solo in funzione del tutto” e dove “ogni cosa parla d’amore”.

Un luogo dove il lavoro, i sentimenti, le passioni, la fatica, i sapori e gli odori diventano la stessa cosa e assumono un significato e un orizzonte armonico e circolare, per usare un termine oggi utilizzato per indicare un modello di sviluppo dove anche i rifiuti diventano davvero delle risorse. Nel sovrapporsi e intrecciarsi di immagini e tratti pittorici, la narrazione assume infine la luminosità di un tempo primordiale dove ritroviamo le sfumature dell’archetipo e di quell’inconscio collettivo che vede nella malga il simbolo di una comunità che si univa per affrontare insieme le sfide della sopravvivenza in quota.

 

460 malghe censite in Trentino

Di questa impronta originaria rimangono oggi in Trentino diverse testimonianze con decine di società di alpeggio, centinaia fra pastori, malghesi e casari che operano in 460 strutture censite, un centinaio delle quali impegnate nella lavorazione del latte in prodotti d’alta qualità. Un patrimonio fondamentale per il futuro di questa terra e per la capacità di autogoverno che saprà esprimere nei prossimi anni. Alla nostra generazione spetta il compito di preservare questi ambienti dall’omologazione e dalla speculazione incipienti sapendo, come scrive Francesco Gubert, che la malga avrà futuro solo se sarà capace di raccontarsi».

Sempre sul tema del paesaggio, a partire dal 21 aprile si aggiungeranno le vedute dell’Alpe e le vedute lacustri delle copertine del progetto The Gardesaner, ideato e realizzato dal Gruppo Amici dell’Arte di Riva del Garda. Il progetto è impostato attorno alle copertine di un’immaginaria rivista, titolata con un nome che ne garantisce la provenienza dal territorio del Garda.

L’inaugurazione è giovedì 21 marzo alle ore 18; la mostra prosegue poi fino al 9 giugno.

La Casa degli artisti «Giacomo Vittone» a Canale di Tenno, gestita dal Comuni di Tenno (capofila), Arco e Riva del Garda, è aperta alla visita tutti i giorni tranne il lunedì (giorno di chiusura) dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 con ingresso libero.

 

 

I commenti sono chiusi.