Lo chef gardesano che ha preso per la gola Obama

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LAGO DI GARDA – È gardesano il ristoratore dei presidenti Usa. Si chiama Nino Pernetti e ai tavoli del suo «Caffè Abbracci», in Aragon Avenue a Miami, Florida, sono passati i grandi nomi dello star system e della politica a stelle e strisce. Recente la visita del presidente Usa  Obama

cuoco gardesano incontra obama
lo chef gardesano Nino Pernetti con il presidente Obama

Dopo aver deliziato i palati di Clinton e Bush senior, dei vicepresidenti Dan Quayle e Al Gore, il ristorante di Pernetti ha ospitato nei giorni scorsi anche il presidente Barak Obama. «Mi hanno chiamato dalla Casa Bianca – racconta Pernetti – preannunciando la possibile visita del presidente durante un imminente viaggio in Florida. Mi sono reso disponibile per tutti i rigorosi controlli e le misure di sicurezza che una visita di tale portata inevitabilmente richiede. Poi, solo il giorno prima, mi è stata confermata la prenotazione per il presidente».

Che gusti ha, a tavola, Obama? «Il presidente è un commensale parco, ma apprezza la cucina italiana. Per lui abbiamo preparato polenta con lumache, branzino al forno olio limone e rosmarino e un tiramisù». Un menù tanto apprezzato da valere al cuoco gardesano una proposta per preparare una cena alla Casa Bianca. Il ristoratore è originario di Campione ed ha trascorso infanzia e gioventù a Salò; si è formato alla scuola alberghiera di Gardone Riviera, poi è diventato chef, ristoratore di prestigio in ogni angolo del pianeta (dalla Corea del Sud al Messico, dalla Malesia al Brasile, fino all’Afganistan, quando ancora c’era il re) e direttore generale degli hotel Sheraton nel mondo, per aprire, infine, il celebre Caffè Abbracci (vedi il sito), uno dei ristoranti italiani più apprezzati degli Usa.

Pernetti ha mantenuto un forte legame con la sua terra d’origine. Quando torna tiene conferenze alla scuola alberghiera di Gardone e nei suoi menù non mancano le proposte della tradizione gardesana, «accompagnate – dice – da acqua Tavina, che sgorga nella mia amata Salò».

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