Sarca: s’inaugura la nuova golena alla Moletta

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ARCO – «Maniflù», il Manifesto delle iniziative coordinate del Parco fluviale della Sarca, propone nella giornata di giovedì 3 luglio «Non solo laguna blu. La riqualificazione naturalistica della Sarca», evento d’inaugurazione del primo intervento di riqualificazione ambientale del Sarca, concluso recentemente in località Moletta.

Qui ora si possono ora ammirare ambienti diversificati per profondità d’acqua e velocità della corrente, finalmente idonei alla fauna ittica (che già si è massicciamente insediata), e dove la fruibilità è migliorata dal contatto diretto col fiume e dall’apertura di una spettacolare quinta paesaggistica verso le pareti dei Colodri, con il castello di Arco sullo sfondo, e dove è attesa una progressiva, ulteriore differenziazione ecologica, all’insegna della biodiversità.

L’intervento si caratterizza in particolare per la nuova, suggestiva golena in sponda sinistra, ed è stato realizzato dal Servizio Bacini montani, per un costo di 265 mila euro. L’inaugurazione consiste in una passeggiata narrante con Donatello Birsa e Lorenzo Malpaga, funzionari del Servizio Bacini Montani, che mostreranno e descriveranno l’intervento.

Il ritrovo è in località Moletta ad Arco alle ore 17; con aperitivo per tutti i partecipanti. Informazioni: Rete di Riserve del Basso Sarca, telefono 339.2937175 oppure 0464.583509.

Obiettivo dell’intervento (progettista e direttore dei lavori Donatello Birsa; direttore tecnico di cantiere Walter Stefani; responsabile di cantiere Nicola Crosina): valorizzare in senso multifunzionale l’area golenale sull’opposta sponda rispetto alla piscina comunale di Arco, incolta e delimitata dalla pista ciclabile.

 

L’intervento

La scelta, esito di un articolato confronto tra tecnici di varia formazione (ingegnere idraulico, ittiologo, forestale, architetto paesaggista), è stata per un intervento multifunzionale, che contemperasse esigenze ecologico-ambientali, estetico-paesaggistiche e di fruizione, faunistiche e idrauliche, queste ultime connesse alla tutela rispetto ai pericoli alluvionali.

La riqualificazione dell’area ha richiesto l’asportazione del materiale che nei decenni era stato artificiosamente gettato lungo la sponda sinistra del Sarca: è stato rimosso il materiale presente nella parte più elevata della golena, con modesti rimodellamenti in loco per raccordare scarpate e piani di scavo, che sono stati successivamente rinverditi. L’ampliamento e la valorizzazione della golena vera e propria ha richiesto l’asportazione di alcune migliaia di metri cubi di materiale, per lo più limoso, e la ricollocazione di altro materiale ghiaioso-sabbioso, in quantità minore, sul fondo degli specchi d’acqua di natura effimera creati ex novo in connessione con il fiume.

Per far confluire parte del flusso del Sarca nella golena, oltre che per migliorare le caratteristiche di differenziazione morfologica e biologica dell’alveo, sono stati posizionati in alveo massi calcarei «di indirizzo», calibrati per ottenere uno specchio d’acqua connesso col fiume e un significativo flusso in entrata anche in condizioni di ridotta portata. In questo modo si è ottenuto ambiente fluviale articolato e multifunzionale: la sezione idraulica è aumentata, sono stati creati ambienti diversificati per profondità d’acqua e velocità della corrente, idonei alla fauna ittica e in particolare ai ciprinidi, i quali hanno immediatamente occupato i nuovi ambienti.

Il paesaggio è stato migliorato con l’articolazione di forme e scarpate fluviali mosse e con pendenze variabili; la vecchia linea di sponda è stata trasformata in isola allungata e vegetata, tra il nuovo specchio d’acqua e l’originale alveo del Sarca. L’area a ridosso della pista ciclabile, colonizzata in precedenza da vegetazione infestante, è stata riqualificata e rinverdita. La fruibilità dell’area è stata migliorata realizzando la possibilità di un contatto diretto col fiume, oltre ad un’apertura di una quinta paesaggistica molto spettacolare, verso le pareti dei Colodri ed il Castello di Arco sullo sfondo.

L’introduzione di elementi di differenziazione morfologica favorirà una progressiva, ulteriore differenziazione ecologica, con positivo aumento della biodiversità a livello di fauna ittica, di comunità macrobentoniche e di composizione floristica delle comunità vegetali.

La fruizione

“I commenti positivi e le aspettative, forse eccessive, che quest’opera sta suscitando nell’opinione pubblica – spiegano i funzionari dei Bacini Montani – non devono far dimenticare che l’intervento non è stato eseguito all’interno di un parco urbano, ma nell’alveo del Sarca, dove mancano gli spazi fisici necessari alla creazione di una golena separata, o perlomeno riparata dai grandi flussi che caratterizzano il Sarca in fase di piena, nell’ordine delle centinaia di metri cubi al secondo. Nel fiume Sarca non è possibile fare giardinaggio, e ogni intervento deve essere realizzato secondo una connotazione dinamica, comprendendo e accettando, questo è il bello della natura, il fatto che i nuovi ambienti acquatici saranno oggetto di modifiche geomorfologiche naturali causate dalle piene del fiume. Gli ambienti acquatici del Sarca sono altresì soggetti a modifiche parziali delle proprie caratteristiche, legate ai repentini cambiamenti di portata causati dalle utilizzazioni a fini idroelettrici. Quindi, a chi volesse comunque bagnarsi nelle acque del Sarca, deve essere raccomandata la massima attenzione ai repentini cambiamenti di livello e di velocità del fiume”.

Inquadramento

La recente istituzione della Rete delle Riserve del fiume Sarca, basso corso, e l’approvazione, nel settembre 2012, di un apposito accordo di programma tra la Provincia Autonoma di Trento, il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano Sarca – Mincio – Garda, le Comunità della Valle dei Laghi e Alto Garda e Ledro, e i nove Comuni interessati ha dato il via ad una serie di azioni volte a raggiungere molteplici obiettivi, tra i quali «il mantenimento e il miglioramento delle condizioni di naturalità del reticolo idrografico e delle aree di espansione, anche a vantaggio della fauna legata all’acqua, garantendo spazio ai corsi d’acqua e assecondandone, ove possibile, la dinamica evolutiva».

In tale contesto si inserisce l’intervento di «riqualificazione ambientale di un tratto del fiume Sarca a valle della località Moleta», abbozzato già in occasione della prima stesura del progetto di Parco fluviale della Sarca, alla luce del fatto che quel medesimo tratto di fiume era caratterizzato, lungo la sponda sinistra idrografica, da un’ampia e inutilizzata area demaniale. Dell’intervento si è fatta carico in termini finanziari, progettuali ed esecutivi la Provincia autonoma di Trento, attraverso il Servizio Bacini montani, che ha eseguito i lavori nel corso della primavera del 2014, operando in «amministrazione diretta», ovvero avvalendosi di una propria squadra.

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