Biogas a Campagnoli, la parola al Tar

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LONATO – Si discute domani al Tar di Brescia la richiesta di sospendere in via cautelativa l’atto della Provincia di Brescia di autorizzazione integrata ambientale dell’impianto.

Ne dà notizia il Comitato Campagnoli. Ecco il comunicato stampa.

Si discuterà domani, giovedì 4 giugno presso il Tar di Brescia, la richiesta di sospendere in via cautelativa, in attesa del pronunciamento sulla richiesta di annullamento, dell’atto dirigenziale del Provincia di Brescia avente ad oggetto la pronuncia di compatibilità ambientale e relativa autorizzazione integrata ambientale, dell’impianto biogas alimentato a rifiuti ubicato in località Campagnoli.

Il Comitato Campagnoli ha a sua volta presentato al Tar il proprio atto d’intervento a sostegno del ricorso intrapreso dai Comuni di Lonato del Garda, Desenzano del Garda e Castiglione delle Stiviere per l’annullamento dell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia alla società Valli spa. Il Comitato, rappresentato e difeso dagli avvocati Innocenzo e Mario Gorlani, intende con tale azione sottolineare i numerosi difetti e le carenze che hanno interessato la procedura autorizzativa e ribadire le evidenti illogicità delle valutazioni che hanno portato la Provincia ad esprimere parere favorevole alla realizzazione della centrale biogas.

L’impianto così come concepito continua a presentare criticità tali da compromettere le condizioni di vivibilità e sostenibilità della località in cui andrebbe ad inserirsi. Un’area pregiata a ridosso del lago sconvolta, negli ultimi anni, da importanti trasformazioni urbanistiche e da insediamenti a forte impatto ambientale.

Tra le varie anomalie persistono: l’impatto sul microclima dall’ingente calore che sarebbe prodotto, la non ben definita provenienza delle matrici in ingresso (pari a 210mila tonnellate annue), il traffico di mezzi pesanti che si andrebbe ad innescare, la tutt’ora irrisolta problematica delle molestie olfattive, la non chiara destinazione del digestato, la vicinanza ad un centro abitato e ad attività fortemente frequentate, la vulnerabilità della falda, l’incremento delle emissioni di PM10, NOx e COV. Infine, l’area interessata è stata destinata per il futuro ad insediamenti non più a destinazione produttiva, ma con carattere naturalistico, turistico e commerciale. Se trovasse attuazione, il biogassificatore stravolgerebbe le stesse scelte dell’Amministrazione Comunale per rilanciare un territorio ricco di storia e di risorse e s’inserirebbe in una zona che, secondo lo stesso Piano provinciale di gestione dei rifiuti, risulta incompatibile con esso.

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