Valli Spa: sul biogas solo strumentalizzazioni

LONATO – L’azienda di Lonato che intende realizzare l’impianto a biogas in località Campganoli rivendica la bontà del progetto e denuncia le accuse strumentali del Comitato.

«Dopo due anni di dibattiti, approfondimenti, istruttorie c’è ancora chi strumentalmente si ostina a chiamare “biogassificatore” una linea di produzione di biogas, che si inserisce all’interno di un impianto di gestione rifiuti già esistente. Ancora una volta ribadiamo che la differenza non è certo solo terminologica, ma presuppone la definizione di due impianti completamente differenti».

La Valli spa interviene con una nota che fa seguito alle ennesime affermazioni del «Comitato Campagnoli» sulla realizzazione di un impianto a biogas a Lonato che, si legge nella nota, «al contrario di quanto infondatamente sostenuto ottimizza il ciclo di lavorazione dei rifiuti prodotti dalle comunità e fa risparmiare energia da combustibili fossili.

Vale ancora una volta la pena ricordare che le aziende come quella all’interno della quale si realizzerebbe l’impianto a biogas, hanno il compito di gestire, rispettando strettissime norme di legge, ciò che deriva dalla depurazione delle acque, vale a dire tutti quei rifiuti biologici che ognuno di noi produce. Per questa ragione sono di interesse pubblico esattamente come i depuratori di cui tutti auspichiamo la realizzazione.

L’impianto a biogas non è che un ulteriore miglioramento nella direzione dell’ottimizzazione di questo ciclo di lavorazione.

Nel corso della lunga istruttoria – precisa ancora Valli spa – abbiamo fornito ogni precisazione e approfondimento che ci è stato richiesto. Il nostro interesse primario è quello di realizzare un impianto che utilizzi tutte le migliori tecnologie disponibili; a riprova di ciò, la linea è fondata su apparecchiature ad altissima efficienza, con gli accorgimenti volti a fornire la massima garanzia ambientale. Ancor più se consideriamo che questa linea di biogas consentirà di ridurre le emissioni anche nelle fasi di successivo utilizzo del digestato.

Non possiamo che condividere l’affermazione del Tar di Brescia quando nella sua ordinanza afferma che “la tutela della salute e dell’ambiente non dovrebbe dipendere da qualificazioni formali”». «Oggi leggiamo dichiarazioni in cui il presidente del comitato – aggiunge Valli spa – sostiene che la procedura di autorizzazione “è stata anomala nei tempi e nei modi”, un’affermazione gravissima e non rispondente alla verità dei fatti. Per quanto di nostra competenza abbiamo, infatti, sempre e puntualmente risposto alle richieste che l’Amministrazione provinciale ha ritenuto di chiedere, con estremo scrupolo come compete  ad ogni ente pubblico.

Si osservi che l’impianto, nel corso della sua attività, ha affrontato ben due procedure di Valutazione di impatto ambientale, entrambe approvate». È inaccettabile, aggiunge Valli spa, che proteste strumentali siano attuate, tra l’altro, con metodi (come la deposizione di una corona di fiori davanti alla sede della Provincia) che oltrepassano di gran lunga il buon gusto, per non voler immaginare altro, a due passi da quella piazza tristemente nota per la drammaticità degli avvenimenti lì accaduti, offendendone così la memoria.

Proteste che, è ormai il caso di dirlo, arrivano per di più da un comitato il cui presidente è titolare di un allevamento zootecnico che non ha certamente nulla di ecologico né dal punto di vista etico né ambientale. Le aziende zootecniche, a maggior ragione quelle di grandi dimensioni, producono, infatti, reflui, spandono liquami, con possibili effetti sulle falde, emettono metano in atmosfera, producono il 33 per cento di gas serra in più rispetto all’intero settore dei trasporti e le emissioni di gas serra causate dal settore zootecnico sono pari al 18 per cento del totale (fonte: The Lancet 2007).

Infine, si leggono ancora dichiarazioni del presidente del comitato nelle quali afferma che «Ora tocca alla Provincia assumersi le proprie responsabilità e dare ai cittadini risposte chiare, di carattere politico, nel decidere e pianificare il futuro di una Terra dalle grandi potenzialità. Prima che sia troppo tardi». Peccato ometta di dire che è proprio la sua azienda zootecnica che, nel rispetto del Regolamento di igiene regionale, impedisce che quel territorio possa essere destinato a qualsiasi altra attività, se non quelle a “destinazione prevalentemente produttiva”».

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