Veneto, emergenza fauna selvatica

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VENETO – Per la Confederazione agricoltori italiani «l’eccessiva proliferazione di animali selvatici che con la loro presenza alterano l’equilibrio naturale è diventata ingestibile per il singolo agricoltore».

La CIA, Confederazione agricoltori italiani, chiede alle Istituzioni un impegno concreto.

Emergenza nutrie (foto sopra) in tutto il Veneto, cinghiali che scorrazzano dai colli Euganei e Berici all’Altopiano di Asiago, cervi in branchi di centinaia di esemplari che razziano le malghe nel Cansiglio.

Quasi quotidianamente gli agricoltori veneti subiscono danni dalla fauna selvatica che invade prati e terreni coltivati. Una convivenza che diventa complessa, a volte inaccettabile, quando gli animali sono troppi e quindi creano danni ingenti. I cinghiali devastano i campi coltivati, le nutrie forano gli argini mettendo a rischio il sistema idrico, cervi e caprioli contendono alle mucche erba e fieno. E i danni, diretti e indiretti, sono davvero ingenti. La convivenza con gli animali selvatici, infatti, ha un costo per gli agricoltori e il risarcimento dei danni provocati dalla selvaggina è irrisorio. Spesso, infatti, il risarcimento seppur previsto non arriva e quando arriva oppure copre il 10% dei danni.

Una situazione insostenibile su tutto il territorio nazionale, quella provocata nelle campagne per effetto dei danni relativi alla presenza di specie alloctone e invasive. Le imprese agricole ormai da anni sostengono spese e subiscono danni non risarciti e l’esasperazione degli agricoltori, alle prese anche con il pericolo per la loro incolumità fisica, ha raggiunto livelli molto elevati.

Un problema che non riguarda solo la regione Veneto per cui CIA, Confederazione italiana agricoltori, lunedì 13 luglio in tutta Italia cercherà il confronto con le Istituzioni per trovare delle soluzioni ad una situazione che è diventata vera emergenza.

Cia Veneto, incontrerà il nuovo assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan il 28 luglio prossimo quando è stato convocato il Tavolo Verde e coglierà l’occasione per presentare l’ordine del giorno stilato dalla direzione nazionale.

Il documento nazionale, che si conclude dichiarando “in assenza di risposte immediate lo stato di agitazione delle categorie”, chiede al Governo “provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile”; alle Regioni e agli Enti locali “interventi adeguati di abbattimento selettivo rivolti all’effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l’equilibrio naturale e produttivo” e a tutte le istituzioni “un adeguato ristorno di fondi capace di rispondere alle effettive perdite determinate dai danni”. Quindi la CIA invita le Associazioni venatorie ambientaliste e animaliste “ad evitare contrapposizioni, considerando con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori, in quanto soggetti che ricavano il proprio reddito dalla produzione agricola e dall’allevamento oltre che essere, nel loro lavoro, rispettosi dell’ambiente e del territorio”.

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