Mobilità e Unesco, priorità per lo sviluppo

RIVA DEL GARDA – Dal Forum del Garda un appello corale allo sviluppo del lago. Obiettivi: miglioramento della mobilità, marchio unico territoriale, inserimento tra i beni “Patrimonio dell’Umanità Unesco”.

Stimolante dibattito quello organizzato lunedì 9 maggio dal Rotary Club di Riva del Garda all’hotel Du Lac et Du Parc di Riva, alla presenza di un nutrito parterre di relatori e degli assessori regionali al turismo di Trentino (Michele Dallapiccola), Veneto (Federico Caner) e Lombardia (Mauro Parolini), oltre che di numerosi sindaci ed amministratori locali.

I lavori sono stati aperti dal presidente del locale Rotary Club, Germano Berteotti, che ha ricordato la portata delle edizioni annuali del Forum organizzate a turno da ciascuno dei tre Rotary Club rivieraschi, cui è seguito il saluto del sindaco rivano Adalberto Mosaner che ha puntato sulla «qualità della vita, su una mobilità sostenibile, ad iniziare dai progetti della “Ciclabile del Garda” che pare essere giunta al momento dell’apertura dei cantieri, e sulla navigazione lacuale quale mezzo per la mobilità di turisti e residenti, specie con l’obiettivo di portare il Garda a diventare un “patrimonio dell’Umanità Unesco”».

I tre assessori regionali al turismo

Secondo Michele Dallapiccola (Trentino) «noto con soddisfazione che il Garda ha mostrato la capacità di unire paesaggio, turismo e agricoltura di qualità e sempre più dovremo andare in questa direzione».

Per Federico Caner (Veneto) «il tema dell’agricoltura è fondamentale perché dobbiamo capire che esiste un retroterra fondamentale per i nostri prodotti enogastronomici. Un elemento che rende il soggiorno del turista di alta qualità. Per il Veneto, il Garda rappresenta il 20% delle presenze turistiche totali della regione e dobbiamo puntare a qualificare ulteriormente questa risorsa, ad iniziare dal “turismo slow”, quello che apprezza la mobilità sostenibile e la scoperta dei giacimenti enogastronomici che questa terra offre durante tutto l’anno. Oltre che, naturalmente, sviluppare ulteriormente la cultura dell’accoglienza tra gli operatori turistici e tra la stessa popolazione, visto che anche i residenti svolgono una funzione fondamentale per la valorizzazione del bacino gardesano».

Per Mauro Parolini (Lombardia), «la nostra priorità è la viabilità. Le gallerie di Gargnano rappresentano un problema fondamentale per la viabilità sul lago. C’è l’impegno del ministro a realizzare i lavori di costruzione delle nuove gallerie entro tre anni, obiettivo difficile ma raggiungibile. Quanto alla ciclabile il governo l’ha inserita tra i cinque progetti di interesse nazionale, ma per realizzarla serviranno 120 milioni di euro, e per ora ne abbiamo 40.

Su tutto, la condizione fondamentale è che l’acqua del lago resti di grande qualità, ed è fondamentale porre mano alla riqualificazione del collettore fognario sulla sponda lombarda, per eliminare l’attuale condotta sublacuale che porta oggi gli scarichi lombardi sulla sponda veronese e da qui al depuratore di Peschiera. Si tratta di una questione fondamentale perché il rischio di emergenze è molto alto. Oggi il Garda è la terza destinazione turistica in Italia: vogliamo diventi la prima, soprattutto per la qualità».

Forum del Garda 2016
Forum del Garda 2016: l’assessore trentino Michele Dallapiccola.

La tavola rotonda

Il Forum è poi entrato nel vivo delle relazioni dei protagonisti della tavola rotonda.

Dell’identità gardesana ha parlato Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino Marketing: «il Garda ci colpisce per le sue caratteristiche e fin da piccoli impariamo a riconoscere il lago per la sua forma curiosa, e così avviene in tutta Europa. Il Garda è un luogo che incuriosisce e si decide di visitarlo a prescindere dalla località di destinazione. Bisogna rafforzare l’immagine del lago come “marca territoriale”. Dietro ad un marchio c’è un immaginario straordinario, e le persone sono disposte a spendere molto di più del valore oggettivo di quel bene proprio in virtù del valore immaginario che possiede il marchio, anche per rafforzarne l’identità, visto che oggi c’è un 70,5% di turisti che esprime un giudizio neutro che avvalla l’ordinarietà e non l’eccezionalità di questo luogo. Elemento sul quale lavorare: dobbiamo essere in grado di creare stupore, entusiasmo, generando nel turista qualcosa non si aspetta, magari allargando anche la stagione turistica». Ma ciò, per Rossini non significa accessibilità e mobilità veloce da e per il lago: «strade più veloci e dritte portano più ospiti “mordi e fuggi”. Da noi, invece, bisogna mettere via l’auto. Da Riva a Torbole si va in bicicletta. Il Garda da bel luogo di vacanza deve diventare luogo tra i più interessanti dove passare il resto della vita».

A Franco Todesco, già presidente della Comunità del Garda, tocca fare il punto sulle infrastrutture: «sul Garda abbiamo 22 milioni di presenze e i collegamenti servono, ma alcune infrastrutture possono essere degenerative del sistema. Si pensi alla Tav tra i vigneti del Lugana. L’anello stradale delle Gardesane si è chiuso negli anni Trenta, da allora poco è cambiato. Ampliata la Garda-Lazise, ma da lì a Peschiera non è cambiato nulla e c’è grande promiscuità di mezzi, pedoni, ciclisti. Nulla di nuovo per la Gardesana Orientale. Nel Garda trentino il tunnel di Mori è un’incompiuta. Trento, spesso più avanti di veneti e lombardi, questa volta non ha saputo prendere decisioni. Il collegamento con la Vallagarina è rimandato al 2020».

Francesca Subrizi e Franco Ottonelli, rispettivamente preside e docente dell’istituto turistico “Bazoli Polo” di Desenzano, hanno fatto il punto sulla formazione professionale del settore turistico: «l’alternanza scuola-lavoro non è più un’opzione – ha sottolineato Subrizi – ormai avviene per un minimo di 400 ore, grazie agli imprenditori più illuminati del territorio. Così si formano i futuri tecnici del turismo». Per Ottonelli «il fattore umano è prioritario in un’attività come quella legata all’accoglienza che, se trascurata, diventa punto di debolezza. Una volta gli operatori consideravano un fastidio la formazione in azienda. Adesso non è più così e la formazione interessa anche gli stessi titolari per mantenersi aggiornati e al passo con le esigenza della clientela che mutano di anno in anno».

A seguire gli interventi dei protagonisti delle istituzioni turistiche del Garda, moderati dal direttore del quotidiano «l’Adige» Pierangelo Giovanetti.

«Per arrivare all’Unesco serve un interesse vero della gente – dice Marco Benedetti, presidente di InGarda Spa – dovremmo iniziare a convincere anche i bambini. Nelle Dolomiti non vedo grande partecipazione per il riconoscimento ottenuto. Le code? Nessun turista se ne lamenta, sono molto più attenti a quello che ricevono, e il passaparola costituisce ancora il 50% delle presenze, a testimonianza di quanto conti l’esperienza personale».

«Se chiediamo ad un turista in vacanza sul lago in quale regione si trova ci risponderà “nel Garda” – afferma Paolo Artelio, presidente uscente di Garda Unico e presidente del Consorzio Garda Veneto – da un’altra ricerca emerge che ci sono 20 milioni di tedeschi che ancora non ci conoscono e sono abbastanza vicini. Possiamo andare a “prenderli”, se siamo uniti».

Franco Cerini, presidente del Consorzio Lago di Garda Lombardia e presidente entrante di Garda Unico, «è necessario puntare con decisione sulle politiche di marketing comune e coinvolgere di più gli operatori del settore, perché un conto è fare delle promesse, delineare dei sogni, e altro è mantenerle. L’ospite è sempre più esigente e se non trova quanto gli è stato promesso ne ricava una delusione che si traduce nell’abbandono della località. Accoglienza che deve riguardare anche il turista disabile, perché ciò oltre ad essere un aspetto dovuto a tutti i cittadini, costituisce un bacino potenziale molto rilevante».

Forum del Garda 2016: l'assessore regionale lombardo  Mauro Parolini.
Forum del Garda 2016: l’assessore regionale lombardo Mauro Parolini.

La “gardesanità” trova la sua massima espressione nell’appello accorato di Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda: «è necessario puntare con decisione alla regionalizzazione del servizio di navigazione. Se Trentino e Veneto sono per l’ente dedicato, la Lombardia invece vuole gestire più laghi, cosa che penalizza il Garda. Serve un cambio di visione sia nella gestione che nella fruizione del servizio, facendo della navigazione la metropolitana del Garda. Bastano piccole infrastrutture, come i parcheggi a ridosso degli ormeggi, ma soprattutto dobbiamo investire in sensibilità».

Per Ceresa altra priorità e la depurazione delle acque: «il Garda costituisce con i suoi 50 chilometri cubici di volume il maggior serbatoio di acqua dolce di ottima qualità d’Italia e non può correre il rischio di essere esposto ad inquinamento. Serve rivedere urgentemente il sistema di raccolta, collettamento e depurazione delle acque reflue. Per far ciò, servono 220 milioni di euro e la Comunità tramite un’agenzia speciale di scopo ha già investito della questione il Governo, che speriamo risponda fattivamente al più presto».

A portare la voce dell’aeroporto «Catullo», una delle “porte” di accesso al Garda, Enio Meneghelli, a lungo presidente dell’Apt altogardesana e attualmente responsabile marketing dell’aeroporto scaligero: «Il Garda ha eccellenze, ma oggi non è un’eccellenza. Non è luogo dove si va per provare sensazioni garantite, non è ancora una “marca”. Prima di puntare al riconoscimento Unesco cerchiamo di averne i requisiti. Meglio stupire prima di deludere».

Sul tema dell’importanza del marchio territoriale è intervenuto Manfred Schweigkofler, responsabile Destination Management di Dornier Consulting International di Berlino: «avere un marchio territoriale costituisce un fattore fondamentale per la conoscibilità di un territorio e per certificarne la qualità, estesa anche si prodotti che vi si realizzano. Un marchio unico per il Garda, così come un portale internet unitario e più dinamico e ricco di quello odierno serve per catalizzare l’attenzione dei visitatori, per farlo conoscere anche a quei 20 milioni di tedeschi che non lo frequentano o ai 200 milioni di americani non conoscono il Garda, così come 2 miliardi di cinesi e indiani che dimostrano di avere una grandissima voglia di viaggiare e conoscere il mondo. Nella asola Cina c’è una fetta di popolazione di circa 300 milioni di persone che ha cultura e capacità di reddito superiori a quella europea, cui piace conoscere cose nuove e di qualità, con alta capacità di spesa. Per il Garda serve un “brand”, un marchio riconoscibile in grado di dare all’unisono emozione, trasmettere valori e aspettative. Il turista deve volere venire qui; dopo deve voler tornare nuovamente per riprovare l’esperienza Garda».

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