Albergo diffuso a Cecina. C’è chi dice no.

TOSCOLANO MADERNO – Sul progetto dell’albergo diffuso nella frazione di Cecina (ne abbiamo scritto qui) c’è anche chi esprime dubbi e perplessità. Ecco cosa scrive un lettore di Gardapost.it.

«L’unica cultura del turismo veramente diffusa a Toscolano Maderno è la mancanza di un serio e scientifico avvicinamento al turismo inteso come prima industria sul territorio italiano. Ho ancora davanti a me il comunicato stampa per  l’inaugurazione dell’ufficio marketing nel nostro Comune…  oggi ovviamente chiuso.

Lo sforzo dell’amministrazione si è riversato, fallito il primo tentativo, sull’albergo diffuso: operazione contornata da slogan oggi di moda come “economia sostenibile che non consuma suolo”. Se non si vuole consumare suolo e massacrare il territorio ed il turismo, come  è stato fatto sinora, serve una grande volontà politica e coraggio… le strade ci sono!

Ancora una volta  cadono le braccia, quando non si sa che cosa fare si fa il copia/incolla di idee vecchissime e lontane anni luce dalla nostra realtà.

Nel frattempo si vivacchia tenendo in vita i fantasmi del passato, le eccellenze come la Valle delle Cartiere o, per non perdere il vizio, un qualche intervento di abbellimento nella piazza principale.

Il turismo notoriamente dovrebbe portare vantaggi a chi opera nel settore e qualche svantaggio ai residenti che di turismo non vivono ma ne sopportano i costi (molti). Dunque la priorità di un’amministrazione che governa un paese turistico dovrebbe, come primo obiettivo, puntare ad elevare la qualità di vita dei residenti, che poi è l’essenza stessa  di un’economia sostenibile.

Purtroppo queste vere urgenze sono state puntualmente ignorate da tutte le amministrazioni succedutesi… e la qualità della vita degrada sempre più! Non è un caso se assistiamo sempre più spesso a fenomeni di rigetto da parte della popolazione stremata dal caos e dal sovrappopolamento estivo.

Dalla fine degli anni 60 in poi – con la dinastia Manfredi fino ad arrivare alla lista Elena che ha governato con la Lega Nord – la amministrazioni locali hanno spacciato le politiche neoliberiste come portatrici di progresso e di sviluppo. Purtroppo questo genere di “progresso” non ha mai smesso di prosperare, neanche con le amministrazioni di sinistra, ma oggi queste politiche presentano il conto.

Basta vedere quanti parcheggi sono vergognosamente vuoti o inutili nel periodo invernale e quanto sia problematico trovare un parcheggio libero in estate. Basta entrare in un supermercato per capire dove se ne va la ricchezza prodotta dalle presenze turistiche e residenziali nei nostri paesi… fuori dal circuito economico del comune.

Basta vedere i guasti dell’acquedotto ridotto ad un colabrodo che Garda Uno giornalmente è chiamato a riparare. Basta chiedersi come sia possibile che la gestione di Garda Uno non sia in attivo, quando la maggioranza delle abitazioni presenti sul territorio sono seconde case e quindi pagano l’intera tariffa annuale per un servizio svolto per pochi giorni.

Basta capire che il costo delle strutture ed infrastrutture che il nostro Comune deve sopportare per alimentare questo virus dell’autodistruzione che ha infettato il comune con speculazione edilizia lo paghiamo tutti noi residenti giornalmente nelle bollette maggiorate di una “realtà turistica”.

Basta capire che, quando il cittadino è chiamato a pagare per risanare il bilancio o per dissestarlo, in ogni caso è comunque non rispettato ma ingiustamente solamente usato.

Basta guardare i cartelli apparsi negli ultimi anni in tutte le strade con scritto “Vendesi” per capire le opportunità che abbiamo sprecato grazie a questi cultori del mercato immobiliare e il vuoto colossale delle politiche sul turismo.

Credo che, se vogliamo guardare al futuro con un minimo di speranza, serva qualcosa di più dei soliti slogan, delle parole vuote o delle nostalgie di personaggi responsabili di questo disastroso passato, ma uno scatto di orgoglio da parte di tutti noi cittadini per cercare e creare una spina dorsale dignitosa e nuova alla guida del paese».

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