Una visita alla scoperta della Sirmione longobarda
SIRMIONE – Proseguono gli appuntamenti per conoscere la storia dei Longobardi sul Garda. Sabato 7 ottobre alle 16 visita al Monastero di San Salvatore e alla Chiesa di San Pietro in Mavinas.
L’evento è promosso dall’associazione Lacus nell’ambito del ciclo “Garda Longobardo”. Il dott. Luca Mura, attraverso una lettura storico archeologica dei beni culturali, ci porterà a scoprire con mano la Sirmione Longobarda sulle tracce lasciate dagli ultimi regnanti, Ansa e Desiderio.
Verranno inoltre evidenziate le ultime scoperte archeologiche che a Sirmione hanno messo in luce la fondazione di un edificio ecclesiastico risalente agli albori della cristianità, su cui i Longobardi intervennero.
Per partecipare è richiesta la prenotazione via e-mail a [email protected] e un contributo spese di 5 €.
La chiesa di San Pietro in Mavinas (dal latino “in summas vineas”, tra le vigne più alte – nella foto sopra) risale all`VIII secolo, mentre più tardo è il suo campanile, costruito tra l`XI e il XII secolo. Allo stesso periodo appartengono anche gli affreschi delle tre absidi, mentre quelli lungo le pareti furono eseguiti nel 1320, data in cui la chiesetta venne parzialmente ricostruita e sopraelevata. Ancora a metà Ottocento, per la sua posizione fuori mano, era abitata da un eremita. L`area circostante, anticamente adibita a cimitero, è stata sistemata nel XIX secolo. Dal 1955 sul sagrato la campana, la “Julia” ricorda con i suoi gravi rintocchi i caduti delle due guerre mondiali. Oltre la chiesa, percorrendo via San Pietro in Mavinas, si raggiunge il lato occidentale della penisola. In fondo alla discesa, girando a sinistra, si arriva, dopo qualche centinaio di metri, allo stabilimento termale “Catullo”.
Le origini del monastero di S. Salvatore a Sirmione scaturirono da un grave fatto di sangue che aveva coinvolto il re dei Longobardi Desiderio, e la moglie Ansa, e un potente nobile longobardo, Cunimondo, il quale, per risarcire i regnanti dell’uccisione di uno dei favoriti della regina, Maniperto, donò tutti i suoi beni al monastero di S. Giulia a Brescia e alle tre chiese allora esistenti a Sirmione: S. Pietro in Mavino, S. Martino e S. Vito. Nell’anno 762-765, la regina Ansa faceva erigere a Sirmione un monasteriolo alle dirette dipendenze di S. Giulia. Purtroppo, tutto ciò che resta della costruzione è solo la parete di fondo dell’area absidale della chiesetta di S. Salvatore, che si può intravvedere dai giardini pubblici, proprio tra la scuola materna e quella elementare. Nell’anno 774, il monastero sirmionese veniva ceduto a Carlo Magno e in particolare al monastero imperiale di S. Martino di Tours. La comunità monastica di Sirmione tornò ben presto ad essere una succursale del monastero di S. Giulia di Brescia. Purtroppo, come detto, dell’antica fondazione monastica della regina Ansa, rimangono oggi solo i resti dell’area est, con le tre absidi semicircolari di diversa dimensione.
Prossimo appuntamento: domenica 15 ottobre visita alla chiesa di Sant’Andrea a Maderno.
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