Batteri “alieni” corrodono la condotta sublacuale

LAGO DI GARDA - Proseguono i lavori di manutenzione e riparazione della condotta fognaria sublacuale Toscolano-Torri. L'acciaio dei tubi "attaccato" da batteri non autoctoni, forse portati nel Garda da barche da regata. Ecco il video delle operazioni.

Prosegue l’«Emergency Procedure Repair System», l’intervento di manutenzione e riparazione delle condotte sublacuali Toscolano-Torri, aggredite da batteri, a cura della Drafinsub di Genova. 

Martedì 5 marzo è stato portato a termine l’intervento sul versante bresciano, per un tratto di circa 1,5 km a partire dalla costa, fino a una profondità di 186 metri, al di sotto della quale (dove la temperatura dell’acqua è di circa 2 gradi e il buio è totale) non è riscontrata la presenza dei batteri che aggrediscono l’acciaio.

Ecco come si presentano le “bioconcrezioni” prodotte dai batteri che aggrediscono la condotta.

 

“I sub – spiega il responsabile delle operazioni, ing. Marco Vacchieri – hanno posizionato 30 clampe («cerotti» metallici a protezione dei tubi, ndr) e riparato 50 bioconcrezioni, rimuovendo il calcare, facendo rilievi spessimetrici e applicando una speciale resina epossidica subacquea a protezione della condotta, che comunque – dice Vacchieri – si presenta in ottimo stato».

Ora l’intervento si sposta sul versante veronese, con fine lavori prevista per il 31 marzo e un monitoraggio già programmato per il 2020.

Sul lato veronese la condotta sarà mantenuta per un tratto di 1 km e 100 metri, tra i 40 e i 180 metri di profondità.

 

Intanto si cerca anche di chiarire l’ordine dei batteri che aggrediscono la condotta.

Nel corso di una serie di ispezioni eseguite nel maggio 2017 si rilevò sulla superficie esterna delle condotte fognarie la presenza di alcuni aggregati e bioconcrezioni generate da particolari batteri ed un conseguente fenomeno di biocorrosione o MIC (Microbiological Induced Corrosion); in gergo si definisce anche “pitting” e/o “vaiolatura”.

Questo processo biologico, se trascurato può progressivamente portare ad una riduzione degli spessori resistenti delle tubazioni.

L’Ad di Drafinsub Gianluca Passeri (a sinistra) con il Project Manager Marco Vacchieri.

 

Sarà l’Università di Brescia, il laboratorio coordinato dalla prof.ssa Roberta Pedrazzani, a stabilire la natura dei batteri che minacciano la condotta fognaria sublacuale Toscolano-Torri.

Di certo c’è che sono batteri «alieni», cioè non autoctoni, forse portati sul Garda da una delle tante barche da regata che arrivano qui da ogni porto del mondo. Altro non è dato sapere, almeno fino alla pubblicazione dello studio bresciano su «Science», la prestigiosa rivista scientifica statunitense.

Se l’origine è ancora un mistero, sono invece chiari gli effetti che i batteri provocano sulla doppia condotta in acciaio di 7,3 km che convoglia i reflui bresciani sul veronese: bioconcrezioni (formazioni calcaree) che provocano fenomeni di biocorrosione.

Danni a cui appunto stanno ponendo rimedio, grazie a un investimento di 1,8 milioni da parte di Acque Bresciane, i sub della Drafinsub di Genova.

La camera iperbarica dove “vivono” i sub quando non operano in profondità. 

La condotta sublacuale, caratteristiche

Il collettore fognario Toscolano-Torri, gestito da Acque Bresciane, è stato realizzato sul finire degli anni ’80 ed è costituito da 2 condotte parallele in acciaio che convogliano in pressione i reflui fognari ancora da trattare, da Toscolano Maderno sulla sponda bresciana sino a Torri del Benaco sulla sponda veronese, in prossimità di Punta San Vigilio.

Esso attraversa l’alto lago di Garda per una lunghezza di circa 7,3 km lungo un tracciato che raggiunge la profondità massima di -242 m Una volta raggiunta l’altra sponda, i reflui fognari vengono a loro volta convogliati nel collettore veronese sino a raggiungere il depuratore di Peschiera del Garda in grado di trattare le portate dell’intero lago.

Sub al lavoro sulla condotta.

 

Le “clampe” utilizzate per proteggere e rinforzare la condotta.

 

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