Fondazione Camplani: 100 posti letto e metà del personale contro il Covid-19

Sistema di "nosocomio diffuso": nelle case di cura Domus Salutis di Brescia, Ancelle della Carità di Cremona e San Clemente di Mantova si attrezzano posti per i pazienti Covid-19 positivi.

Fondazione Teresa Camplani che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus ha già aperto le porte delle sue tre case di cura – Domus Salutis di Brescia, Ancelle della Carità di Cremona e San Clemente di Mantova – accogliendo da altri presidi ospedalieri pazienti non positivi permettendo così alle strutture cittadine di liberare posti per i pazienti Covid-19 positivi, si fa ora parte attiva del sistema di “nosocomio diffuso”: 25 sono ad oggi i posti letto attrezzati per pazienti positivi al virus nella struttura bresciana (che raddoppieranno già la prossima settimana), altrettanti nella casa di cura cremonese e da lunedì, 10 anche in quella mantovana.

Un totale di 85 posti che a tendere potranno superare le 100 unità con un impegno del 50% del personale sanitario e dei servizi della Fondazione.

Nel solco della missione di Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle suore Ancelle della Carità, in prima linea nell’assistenza durante le epidemie di colera dell’800, l’Ente intitolato alla memoria della sua prima vicaria, Teresa Camplani, mette a disposizione interi reparti e personale sanitario. Medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, ausiliari e amministrativi accolgono dai nosocomi cittadini di primo ricovero i pazienti che non versano in condizioni di gravità ma che richiedono importante presa in cura e costante monitoraggio. Operazione che consente di ridurre il carico assistenziale e liberare posti letto negli ospedali dotati di Pronto Soccorso, aderendo alle richieste impartite di volta in volta dall’Unità di crisi di Regione Lombardia. Le tre case di cura della Fondazione hanno sospeso tutte le attività ambulatoriali e le sale operatorie fino al 13 aprile compreso, mantenendo aperte le aree prelievi e le attività radiologiche d’urgenza.

La casa di cura San Clemente di Mantova.

“Il sistema “nosocomio diffuso” – dichiara Fabio Russo, consigliere delegato della Fondazione – è la migliore risposta a questa emergenza. Operiamo in un circuito virtuoso: già da giorni operiamo per allentare il carico di altri presidi ospedalieri e liberare preziosi posti letto. Tutto questo è possibile grazie alla disponibilità ed alla professionalità di tutti i nostri operatori, pronti anche a rivestire ruoli diversi dal consueto”.

A Mantova – spiega Pier Vincenzo Storti, direttore sanitario della Fondazione e della Casa di Cura San Clemente – il terzo piano è già stato liberato e sta per essere interamente riconvertito per accogliere fino a 15 pazienti positivi al virus. Restano comunque attivi i reparti di medicina e di riabilitazione”.

“Per accogliere i pazienti positivi – afferma Luigi Leone, direttore sanitario di Domus Salutis – conteremo sulle nostre forze e metteremo in campo il 50% di tutto il nostro personale. Abbiamo già definito le équipe sanitarie pronte ad affrontare i pesanti turni previsti dalla patologia”.

“In questa fase di profondo impegno per tutti – conclude Russo – siamo uniti nel ricordo del dott. Luigi Ablondi, direttore sanitario della ‘Casa di Cura Ancelle della Carità’ di Cremona, scomparso pochi giorni fa proprio a causa del virus. Attualmente lo sostituisce la dott.ssa Simona Gentile”.

 

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