La lince ancora tra Ledro e il Tremalzo. Si risvegliano gli orsi

TRENTINO - Il rapporto di marzo 2020 dell'osservatorio grandi carnivori della Provincia di Trento segnala ancora la lince B132 nella zona dell'Alto Garda e Ledro. Prima segnalazioni relative all'orso e predazioni su selvatici da parte del lupo. La minor presenza umana per le limitazioni del coronavirus favorisce gli spostamenti della fauna selvatica.

Le news del mese di marzo 2020 dall’osservatorio sui grandi carnivori in provincia di Trento (grandicarnivori.provincia.tn.it) segnalano diverse novità.

 

La lince B132 ancora tra alto Garda e Ledro

Cominciamo dalla lince: «Si registrano diversi indici di presenza di B132, lince maschio proveniente dalla Svizzera, entrato in Trentino nel 2008 e unico esemplare ad oggi sicuramente presente sul territorio provinciale. Tra val Lorina, Stigolo e dintorni (zona Ledro-Ampola), a marzo si sono rinvenute piste su neve, una predazione su camoscio e un passaggio su foto trappola (nella foto sopra)».

La lince B132 è ormai presente in forma stabile nella zona di Ledro e del Tremalzo, a cavallo tra Trentino e Alto Garda bresciano. Dopo l’avvistamento registrato in dicembre 2019 sui versanti trentini del Tremalzo, in Val di Ledro, il felino è stato immortalato a gennaio 2020 da una fototrappola di Hidden Garda piazzata nell’Alto Garda Bresciano (ne avevano scritto qui).

B132 è un esemplare maschio nato nel 2006 nel cantone del San Gallo in Svizzera (dove è presente una piccola popolazione, reintrodotta dalle autorità locali) e che ha raggiunto la provincia di Trento nel 2008. Radiocollarato una prima volta nel Parco nazionale Svizzero nel 2008, è stato poi radiomarcato ancora in Trentino due volte: nel 2010 e nel 2012.

Altre info su B132 a questo link: grandicarnivori.provincia.tn.it/La-lince/LA-STORIA-DI-B132

La lince B132 “fototrappolata” da Hidden Garda a gennaio 2020.

 

Il risveglio dell’orso

Leggiamo ancora sul rapporto di marzo dell’osservatorio grandi carnivori:  «Come prevedibile, nel corso del mese di marzo le segnalazioni relative all’ orso bruno sono aumentate. Ulteriori individui hanno concluso la fase di svernamento. Il 24 marzo si è spostato dalla tana situata in val Genova l’unico esemplare ad oggi collarato, la femmina F20, accompagnata da un cucciolone dell’anno precedente.

Si sono registrati i primi danni a carico di apiari (in val di Sole la maggior parte degli eventi), ma anche a carico di pollai (Ronzo Chienis, Bleggio Superiore, Spormaggiore) ed equini (asino predato a Rango, ulteriore tentativo di predazione su asino a Bleggio Superiore). Segnalati alcuni avvistamenti: a Castel Thun il giorno 7, a Spormaggiore e Pellizzano il giorno successivo, in val Lomasona il 27. Diverse le piste su neve rinvenute, ad esempio a Cagnò, Tuenno, Cunevo e Flavon.

Si registrano ulteriori conferme della ripresa dell’attività del giovane orso confidente (M57, maschio di due anni), autore di ulteriori frequentazioni di zone abitate tra Spormaggiore e Cavedago.

L’orso M49 (foto diffusa dalla Provincia Autonoma di Trento)

 

Il maschio M49 a inizio marzo si è spostato dalle valli Campelle e Calamento in val di Fiemme, attraversando il centro abitato di Molina di Fiemme nella notte tra 2 e 3 marzo per portarsi poi, sotto una fitta nevicata, verso Varena e Daiano, danneggiando lungo il cammino degli apiari e tentando la predazione di un asino. La squadra di emergenza/unità cinofila, intervenuta subito dopo l’avvistamento dell’orso a Molina, con l’aiuto dei cani da orso è riuscita ad allontanare M49. Il giorno 8 è riuscito a entrare in un deposito nei pressi di passo Lavazé, forzando la porta; il giorno 15 è entrato a malga La Val forzando porta e finestra; il 16 ha poi ferito una pecora a Daiano. La trappola tubo posizionata nell’area dal Servizio Foreste e fauna (è tuttora attiva l’ordinanza di rimozione per captivazione permanente dell’esemplare) non è stata frequentata dal plantigrado. In seguito l’orso si è temporaneamente spostato in provincia di Bolzano (tra S. Lugano, Solaiolo e Trodena), fino a ricomparire in provincia di Trento nella zona dell’alto Pinetano (monti di Brusago e di Bedollo – foto sotto).

Lì ha confermato il suo comportamento tentando di entrare in un edificio a malga Stramaiolo, ed entrando invece sia a malga Sprugio bassa (rompendo una finestra) che a malga Pontara (sfondando la porta e rompendo una finestra). All’interno delle strutture visitate, attualmente disabitate, in alcuni casi M49 ha forzato mobili e trovato e consumato del cibo. Da ultimo (inizio del mese di aprile) l’orso si è diretto verso sud, raggiungendo ed attraversando nell’ordine la zona della Panarotta/Vetriolo, il versante sud della Vigolana (in cc di Besenello) e il monte Finonchio. Sul suo percorso è nuovamente penetrato in alcuni stabili, pur disabitati, forzando porte o finestre e provocando danni all’interno.

tracce di M49 presso m.ga Pontara (Bedollo), marzo 2020 – Archivio Servizio Foreste e fauna PAT

 

Il lupo

Per quanto riguarda il lupo forestali e custodi forestali hanno individuato diverse predazioni su selvatici in tutto il territorio provinciale, in particolare nelle zone di presenza di nuclei stabili.

Pochi gli episodi di danno su domestici: una capra a Folgaria e alcune pecore a Mezzano, Imer ed a Tesero. Avvistamenti si sono registrati, tra gli altri, nel Primiero e a Passo Rolle.
Si registra un investimento stradale: nella notte tra 19 e 20 marzo, sulla S.S.12 poco a sud di San Michele all’Adige, è stato rinvenuto il corpo di una lupa, da poco investita da un veicolo e subito deceduta per politraumi.

La lupa investita sulla S.S.12 poco a sud di San Michele all’Adige.

 

Si tratta di una lupa adulta del peso di 31.8 kg. Il sito dell’investimento, sul fondovalle della val d’Adige, non deve sorprendere. Esso evidenza la grande mobilità della specie, e in particolare quella degli individui in dispersione dopo la fuoriuscita dal branco di origine.

Ciò li porta a percorrere distanze anche di molte centinaia di chilometri, con attraversamenti di numerosi fondovalle; a tale innata caratteristica va probabilmente ad aggiungersi la situazione attuale, oggi più favorevole agli spostamenti della fauna selvatica in conseguenza della minore presenza umana sul territorio, dovuta alle limitazioni legate all’epidemia di coronavirus.

 

 

 

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